26. Distance

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Chrystal premette la busta del ghiaccio contro la guancia del moro. Dalle labbra carnose uscì un gemito di protesta.

"Ti fa male?"
"Non tanto."

La bionda alzò gli occhi al cielo. Sapeva benissimo che stava mentendo.
Lui era sdraiato sul suo letto e lei gli stava seduta affianco. Non se l'era sentita di lasciarlo solo.

"Perché sei rimasta?"
"Mi fai così arrabbiare, Calum."

Teneva gli occhi fissi sulla mano che premeva contro la guancia. Gli occhi smeraldo avevano assunto una sfumatura più cupa. Il ragazzo spostò lo sguardò sulla tela che stava appoggiata alla parete. Gli sarebbe piaciuto dipingere in quel momento.

"Mi odio per averti trascinato in tutto ciò."

Dopo aver pronuciato quelle parole, spostò di nuovo lo sguardo sulla ragazza.
Chrystal si spostò nervosamente una ciocca bionda dietro l'orecchio.

"Cosa ti è saltato in testa..."

Abbassò la il viso, la frangetta creò un'ombra sul volto.
Calum le spostò la mano con la busta del ghiaccio e si alzò a sedere.

"Chrys, guardami."

Gli occhi verdi erano rossi, l'espressione arrabbiata e ferita.

"Cancelliamo tutto quello che è successo."
"Come pensi che possa scordarmi tutto?"
"Abbiamo chiamato la polizia, ci penseranno loro a sistemare le cose."

La ragazza spostò lo sguardo sulla guancia livida del ragazzo.

"Non si sistemerà mai tutto."

***

Si passò una mano tra i capelli biondi per poi poggiare la schiena al muro. Passò lo sguardo tra Michael e Raven per poi arrivare a Sam. Erano chiusi là dentro da almeno due ore. Michael si alzò inquieto e si avvicinò alle sbarre.

"Posso fare almeno una chiamata?"

L'agente si avvicinò e sghignazzò.

"No. Torna a sederti ragazzo."

Michael rimase in piedi e strinse i pugni. Stava per rispondergli a tono quando Raven lo trascinò di nuovo a sedersi con lei.

"Me ne voglio andare a casa."

Luke guardò Sam. Gli aveva a malapena parlato.

"Tutti vogliamo andare a casa. Se solo quella testa di cazzo di Oliver non avesse fatto i nostri nomi."

Raven strinse la mano di Michael per calmarlo.

"Faremo tutti quanti i servizi sociali con te."
"Sono felicissimo."

Raven ridacchiò e gli baciò una guancia per poi poggiare la testa sulla sua spalla.

Luke guardò di sottecchi Sam. Non capiva proprio il perché di quell'allontanamento improvviso.

"Non ha fatto il nome di Calum però."

Sam sussurrò quelle parole per non farsi sentire dal poliziotto che li sorvegliava.

"Temo che si sia vendicato su di lui in altro modo."
"Lo dobbiamo chiamare."

Raven sentendo l'ultima frase di Luke si alzò. Si sistemò i capelli e accentuò la scollatura del vestito per poi avviarsi verso le sbarre. Ci si appoggiò e chiamò il poliziotto.

"Agente...ma non è proprio possibile fare quella chiamata? Scommetto che mio fratello è molto preoccupato..."

L'agente guardò divertito la ragazza da testa a piedi, soffermandosi insistentemente sulla scollatura.

Invisible. || Calum HoodWhere stories live. Discover now