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Devo ammette che la casa dei Dallas fa la sua figura anche la seconda volta. Appena entro noto che Gina e Christoper sono visibilmente nervosi.
Una ragazza molto carina dai lunghi capelli castani si avvicina a me e dice
:- Piacere, io sono Sierra! - tendendo la mano.
:- Piacere, io sono Francesca. -
Anche lei sembra essere nervosa.
:- Buona sera signori Dallas - dico rivolgendomi alla coppia.
:- Quante volte devo dirti di darci del "tu"? - insiste Gina. - avete fame ragazzi?
:- Mamma, vai al sodo! Perché hai invitato Francesca qui?! - chiede Cameron spazientito.
:- Ha ragione tesoro - afferma Christoper.
Cosa diamine è successo di così grave? Sto iniziando a preoccuparmi.
:- E va bene - si arrende Gina.
Io e Cam ci sediamo sul divano e Gina, Christoper e Sierra sono in piedi davanti a noi.
:- Francesca, tu sei nata nel febbraio del 1997 a Firenze giusto? - chiede Gina.
:- Sì - mi limito a rispondere.
:- In quale ospedale?
:- L'ospedale di Careggi - perché ancora tutte queste domande?
:- Come pensavo... Chris, io non ce la faccio... - sussurra Gina trattenendo le lacrime.
:- Ragazzi, dovete sapere durante una folle vacanza in Italia nell'estate del '96 Gina è rimasta incinta. Mia madre ci aveva detto che se fossimo tornati a casa con un altro bambino non avrebbe più badato a Sierra e Cameron e, all'epoca, non potevamo permetterci una babysitter. Così ho fatto finta di aver accettato un lavoro a tempo determinato per nove mesi in Italia. Durante la gravidanza abbiamo alloggiato da una nostra vecchia amica e, il 20 di febbraio, Gina diede alla luce una splendida bambina... - L'espressione di Cameron è sconcertata. Io che sono riuscita a mantenere un briciolo di lucidità riesco a chiedere
:- Scusi, ma io cosa c'entro in tutto questo?
:- Beh, quella splendida bambina eri tu Francesca - sussurra piangendo la signora Dallas - dopo che sei nata ti abbiamo portata in un orfanotrofio, l'ospedale degli Innocenti, dove hai preso il tuo cognome. Innocenti è un cognome molto comune a Firenze ma è stato un caso che i tuoi genitori adottivi avessero il tuo stesso cognome. - continua Gina.
Sono troppo scioccata per parlare, mille domande mi assalgono la mente ma non riesco a muovere la bocca. Non riesco nemmeno ad ascoltare, il mio cuore si è fermato dopo le parole "quella splendida bambina eri tu Francesca"... Cameron ha la forza di urlare contro i suoi genitori e Sierra, che a quanto pare sapeva tutto.
Lacrime e tanta amarezza si accumulano nei miei occhi. Appena riprendo il controllo del mio corpo l'unica cosa che riesco a fare è alzarmi e correre via. Mi alzo, apro la porta e comincio a correre. Dopo qualche metro una mano blocca il mio polso. È Cameron, sta piangendo come me. Ci abbracciamo, ci consoliamo. Questo abbraccio è diverso, questo amore è diverso. Non posso credere di aver baciato mio fratello.
:- Fermati, ti prego. - mi supplica.
:- Non posso! Devo andare. - dico liberandomi dalla sua presa e continuando a correre.
:- Dove stai andando? - grida lui.
Mi fermo :- A fare le valigie. Voglio tornare in Italia e sputare tutta l'amarezza che provo su quelli che consideravo i miei genitori. Poi tornerò qui per realizzare che 19 anni della mia vita sono stati una menzogna.
:- Io vengo con te! - dice.
:- No Cam, ce la faccio.
:- No Fran, io vengo con te. - insiste.
Lo guardo e sorrido fra le lacrime.
Lui mi stringe forte, come a volermi proteggere. Il ricordo di quella giornata al parco riaffiora nella mia mente confusa.
Mi aveva parlato di come lui è cambiato, di come la notizia di avere una sorella spersa chissà dove lo aveva sconvolto. Mi aveva detto che l'avrebbe stretta fra le braccia per proteggerla dai pericoli del mondo...
:- Non ti lascerò mai andare, ti proteggerò sempre perché tu sei sangue del mio sangue, Francesca Dallas. - dice piangendo. È strano sentirsi chiamare così.
:- Grazie fratello. - sussurro abbandonandomi in un pianto disperato fra le braccia di Cameron.

* * *

Il silenzio della notte rende ancora più triste questo momento. La casa è deserta, Lara non c'è. Sto facendo le valige, o meglio, prendo il minimo indispensabile per poter affrontare un viaggio. Dopo aver detto alla mia "famiglia" che razza di persone sono, non voglio rimanere un secondo di più in quel posto infernale.
:- Cam, torna a casa e preparati uno zaino - dico al ragazzo dagli occhi scuri che qui accanto a me.
:- No... Prima di rientrare in quella casa devo realizzare che la mia famiglia mi ha sempre mentito. - afferma stringendo i pugni.
:- Almeno tu hai una famiglia... - dico con le lacrime che mi soffocano.
:- Ma tu hai una famiglia, io sono la tua famiglia. - dice Cameron abbracciandomi. Dopo un po' però si scosta rabbrividendo.
:- Cosa c'è? - chiedo confusa.
:- È solo che... Fino a qualche ora fa io ti desideravo in quel senso. E ora pensare che tu sei mia sorella... Non lo so, è strano.
:- Non credere che per me sia stato normale essere fidanzata con mio fratello. - ribatto.
:- E quel bacio... - continua lui.
:- Non ci posso veramente credere... - dico coprendomi il viso con le mani.
Prima di uscire di casa lascio un biglietto per Lara con scritto semplicemente "torno tra qualche giorno".
:- Sei sicura che Lara non si preoccuperà troppo? - chiede Cam.
:- Non lo so, l'unica persona con cui ho voglia di parlare adesso è... - cerco di dire ma lui mi precede.
:- Nash?
:- Devo chiamarlo. - dico.
Compongo velocemente il suo numero che ormai ho imparato a memoria.
:- Pronto principessa. - risponde lui dopo nemmeno due squilli.
:- Ciao, scusa se ti ho svegliato. - in fondo sono le 1:00 di notte.
:- Fran che succede? Hai pianto?! - chiede preoccupato.
:- È successa una cosa Nash. Vieni, ti prego. - lo imploro con il pianto in gola.
:- Sto arrivando! - dice velocemente lui prima di chiudere la chiamata.
:- Sta arrivando. - avverto Cameron.
:- Ok. - si limita a dire lui.
Appena vedo Nash venire in questa direzione gli corro incontro e lo abbraccio scoppiando a piangere.
:- Fran, che succede?! - chiede. Poi nota che Cameron è dietro di me. - che le hai fatto?! - urla avvicinandosi a lui.
:- Nash, sta tranquillo, non è colpa di Cameron. Non è come pensi. - dico.
:- Allora cosa è successo?! - continua a chiede confuso.
:- Io e Francesca siamo fratelli. - dice Cam tutto d'un fiato.
:- C-cosa?!! - anche Nash sembra sconvolto.
:- Voglio tornare in Italia per poter parlare con quelli che credevo fossero i miei genitori... - sussurro.
:- Non ti lascerò tornare in Italia da sola! - dice Nash.
:- Ci sarò io con lei. - afferma Cameron.
:- Voi due siete troppo scossi emotivamente, fatemi venire con voi. Vi prego. Se vi succedesse qualcosa non me lo perdonerei mai. - dice Nash.
:- Sei sicuro di volerlo fare? - chiedo.
:- Sì - afferma deciso.
:- Vai a preparati uno zaino, partiamo prima possibile. - dice Cam.
:- Due minuti e arrivo - dice Nash correndo verso casa sua.
Non so più che dire, non so più che fare, non so più che pensare! So solo che ho vissuto in una grande bugia. Le uniche persone che avevo care in quel posto di merda mi hanno mentito per tutto questo tempo! Con quale coraggio mi chiamano tutti i giorni dicendo "ehi come va? Ci manca la nostra bambina!"
:- Eccomi! Sono riuscito a non svegliare i miei. - dice Nash con il fiatone - Ragazzi, andrà tutto bene - ci rassicura abbracciandoci.
:- Grazie amico - sussurra Cameron.
:- Ora oltre che "fratello" potrò chiamarti "cognato"! - scherza Nash.
Io mi limito ad assorbire tutto l'amore di quell'abbraccio, adesso non ho bisogno di parole.

Insegnami ad amare {Wattys 2017}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora