"Vincent...?"
"No, non sono Vincent"
Voci nella penombra.
"Sei uguale a Vincent" piangeva la donna.
Era stato il suo dipinto, l' aveva riportato in vita... doveva per forza essere lui.
Non sono Vicent, dichiarò la voce maschile.
Era la voce del suo ragazzo, identica alla sua, era un timbro basso, ma soave, melodioso.
Quegli occhi... che le venisse un colpo, quegli occhi erano dannatamente uguali.
Tu sei Vincent, insisteva lei fra le lacrime.
Gli prese il viso, lo guardò dentro quegli occhi verdi, i suoi occhi, tanto verdi quanto uno smeraldo al sole.
La debole luce delle otto illuminava i suoi tratti.
"Non so chi sia Vincent"
"Sei tu, tesoro, sei tu" ripeteva la donna.
Era una sconosciuta, non ricordava di averla vista prima, o meglio, era una sorta di sogno.
Era quella famosa sensazione di quando si guarda un Macchiaiolo, sì, intravedi qualcosa, una fetta di realtà che però non comprendi.
E così era il viso di quella donna.
Era come se l' avesse intravista attraverso una carta sporca.
Non era neppure certo che fosse lei.
Eppure aveva sentito qualcos' altro.
Era certo che nella stanza ci fosse qualcun altro, qualcuno più "accessibile" a lui.
"Dove vai?" Chiese Berta.
Il giovane si era alzato, lasciando una piccola macchia di vernice blu sul divano beige.
Vernice blu... l' aveva usata per creare i suoi pantaloni preferiti...
"C' è qualcun altro" disse soavemente quella voce "Intendo nella stanza"
"No" Berta scosse la testa fortemente sotto shock.
Poi lo sguardo del giovane cadde sul dipinto appeso alla parete opposta.
La cornice era rotta, ma colei che vi era raffigurata era di una bellezza disarmante.
Occhi scuri, carnagione chiara.
"Chi è lei?"
"L' ho inventata, non esiste" bisbigliò la donna con voce flebile.
Gli occhi spalancati sembravano cristallizzati in un' espressione di stupore, paura, desiderio.
C' era un assortimento di emozioni contrastanti in quel suo volto deformato.
"Io credo che ..." cominciò esitante "Tu sia ... mio figlio e che tu sia ritornato... Forse ..."
La figura si girò rapidamente a guardarla.
Era di una somiglianza disarmante.
Era identico, era lui.
"Non so chi sei, ma io non sono tuo figlio, e non so dove sono, non so chi sono"
"Sei... sei Vincent, è così che ti chiami. Vincent Moore" ripeté lei fra le lacrime "Ti ho chiamato Vincent" singhiozzò "E ti voglio bene, non andartene, ti prego" si lasciò cadere in ginocchio sul pavimento, implorante "Non andartene, non andartene"
Il giovane s' inginocchiò a guardarla negli occhi verdi "Mi dispiace di non essere chi vuoi che io sia, mi dispiace veramente"
"Tu puoi diventarlo" sussurrò pulendosi il viso con una manica della vestaglia "Puoi diventare Vincent, mio figlio"
Vincent scosse la testa "Non devi chiamarmi Vincent..."
"Tu eri lì dentro" la donna indicò la cornice.
Gli occhi del giovane si aprirono a dismisura, come faceva quando raccontava le bugie e lei lo sorprendeva.
"Io ... sono uscito da lì?"
La donna annuì.
"Ma chi sei tu?" domandò allora colto dallo sconforto.
La sua voce tremava e lei non poteva sopportare che a suo figlio s' incrinasse in quel modo "Sono tua madre perché ti ho dipinto io. Sette notti fa"
"Perché?"
"Per ridarti vita, ma" singhiozzò "Sinceramente non pensavo che sarebbe accaduto davvero"
"Tuo figlio è ..."
"Sì, sei anni fa. Un incidente d' auto, proprio come suo padre. Pioveva forte, a dirotto. Era quasi Natale.
Mi aveva chiamata al telefono per avvisarmi che sarebbe arrivato presto ma io non ho riposto, ho perso la chiamata perché stavo preparando il tacchino. Che stupida... E all' improvviso un camion è uscito dalla corsia. L' auto di mio figlio è scoppiata dopo pochi minuti, prima che potessero intervenire i soccorsi"
"Mi dispiace"
"Come hai fatto a uscire dal dipinto?"
Vincent guardò la cornice e il vuoto dentro di essa "Questo non lo so. Non so che cosa sia successo"
Ed era vero.
Nessuno poteva saperlo, perché alle volte, i miracoli accadono e nessuno se li può spiegare.
Sono quel magico limite fra scienza e immaginazione.
Semplicemente, accadono.
STAI LEGGENDO
Over the frame
FantasyInverno. Mancano pochi giorni a Natale. La padrona di casa, Berta Moore, è una pittrice. Dopo sei anni dalla tragica scomparsa del figlio, decide di dipingerne il volto. Il ritratto viene incorniciato e posto nella parete di fronte alla quale è appe...