Capitolo 16

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Era giusto ciò che stava facendo?

Sarebbe dovuta restare con Ben?

La mente di Emy era affollata di domande senza risposta, che le offuscavano i pensieri, concentrando ogni suo neurone solo sul pensiero di Ben.

Del resto come avrebbe potuto fare diversamente?

- È tutto ok?

La voce di Jane le arrivò all'orecchio, riscuotendola dai suoi pensieri.

La ragazza l'aveva praticamente costretta a fare un giro con lei, dicendole che non avrebbe mai potuto restare sempre chiusa in casa in quel modo.

Era stato gentile da parte sua farle passare una giornata normale, ma ormai era già buio, e le due stavano tornando a casa.

- Jane - disse Emy, con aria nervosa, tamburelkando le dita su una gamba - Dimmi... Ma tu ci credi nel sovrannaturale? Hai mai pensato che anche i morti siano sulla terra?

L'amica si voltò a guardarla, con in viso un'espressione non poco preoccupata.

- Ti riferisci a lui? Ti ho detto che devi cercare di passarci sopra... Emy, so per certo che tutto questo sta degenerando. Capisco che sei sconvolta, ma ormai è passato quasi un mese. Per favore...

- Non parlo di quello - rispose seccamente la ragazza dagli occhi blu - Era solo una domanda. Solo una stupida domanda.

Si sentiva dubbiosa. Cosa avrebbe potuto fare, del resto? Non le restava altro che chiedere a qualcuno di cui si fidasse, ma chiunque l'avrebbe presa per pazza.

Nessuno escluso.

- Stai pensando che Ben ti stia seguendo, vero?

Emy si voltò di scatto verso l'amica - Eh? Ma che dici!

Jane guardò fuori dal finestrino - Conosci Natalie, la conosci molto bene.

Emy annuì, senza capire dove l'amica volesse andare a parare, con un'espressione dubbiosa, e stette ad ascoltare.

- Beh, come tutti noi dentro ha dei mostri. Chiunque li ha, nessuno ha una vita perfetta. Non so esattamente quale sia il suo problema, e non so quanto sia grave, di solito preferisco non immischiarmi. Ma di fatto ognuno nella propria vita ha delle piccole tragedie. Toby ha la sindrome di Tourette... - a questo punto si fermò, quasi come se avesse voluto aggiungere qualcos'altro, ma cambiò discorso - Jeff e suo fratello sono ignorati dai loro genitori. Sono la loro vicina, e più di una volta Jeff mi ha detto quanto sia frustrante vivere con delle persone false come loro. Sally ha uno zio con tendenze non molto benigne, a quanto si dice. E Ben... Anche Ben aveva il suo demone. Quel demone era semplicemente suo padre. È ora che Ben è morto, il tuo demone è lui.

- T-tutto questo che significa? - chiese Emy, alzandosi in piedi e deglutendo rumorosamente. La conversazione aveva preso decisamente una brutta piega, che ad Emy non piaceva per nulla.

- Beh, io credo che sia normale che i nostri demoni ci perseguitino. Li vediamo ovunque, in qualsiasi cosa ce li ricordi. Ben non è uno spirito che ti segue. Sei solamente in lutto.

Emy strinse i pugni. Non poteva parlare, o avrebbero tutti capito. Non poteva permettere che capissero.

Tutto sarebbe stato troppo assurdo, lei sarebbe sicuramente finita in un manicomio.

Eppure lei non era pazza, non lo era. Tutto ciò che le accadeva era reale, doveva esserlo.

- Grazie - disse, freddamente - Ci vediamo a scuola.

Detto questo scese dal bus, alla propria fermata.

Era tutto vero, era tutto vero.

Come poteva non esserlo?

Se solo gli altri avessero potuto capire... Si sarebbe spiegata, avrebbe parlato loro.

Ma no, loro non potevano capire ciò che stava vivendo.

Corse in casa, salendo le scale alla velocità della luce.

Accese il Nintendo 64, dove si trovava già la cartuccia, ed accese la TV.

Prese il joystick, e, rapidamente, andò alla schermata dei salvataggi.

- Ben? - chiese, attendendo invano una risposta.

Lui avrebbe risposto di sicuro, ne era certa.

Eppure passarono diversi secondi, e nulla accadde. Ben doveva essere nel videogioco, o nel computer. Quest'ultimo era spento, adagiato sulla scrivania.

Passarono diversi minuti, ma non successe nulla.

" Coraggio Emy" di disse " Questo non vuol dire che lui sia sparito. Forse è nel computer "

Andò verso di esso, lo accese e andò subito su Cleverbot.

Divitò la parola " Ben " ma non gli arrivò nessuna risposta.

Perché?

Era possibile che lui la avesse abbandonata? Era possibile che fosse tutto uno scherzo della sua immaginazione?

No, non lo era. Del resto, tutto ciò che aveva visto e vissuto in quei giorni era perfettamente... Reale.

Non poteva essere finto.

Allora perché Ben non rispondeva?

Emy si allontanò di un passo, il cuore che si spezzava. Era davvero sparito?

Perché?

L'aveva abbandonata in quel modo, senza nemmeno un saluto. Eppure l'ultima volta le era parso il ragazzino gentile di sempre.

Si sedette per terra, nascondendo la testa e la delusione.

Aveva tanto desiderato che quello che stava accadendo continuasse. Invece nulla.

Sospirò, con la voce spezzata, trattenendo un singhiozzo.

Era sicura di averlo ritrovato, invece l'aveva perso per la seconda volta.

Poi, all'improvviso, una mano scompigliò con delicatezza i capelli della ragazza, che alzò lo sguardo.

Davanti a lei, con lo sguardo rivolto nei suoi occhi, stava Ben. Era alto come se lo ricordava, e i tratti del suo viso erano sempre gli stessi.

Forse poteva sembrare molto strano, ma era Ben.

I suoi occhi neri non facevano paura alla ragazza, anche se un po' le mancavano quai due smeraldi che sembrava avere al posto delle iridi.

Emy sorrise, alzandosi e stringendo al petto il suo fidanzato.

- Scusami - disse scherzosamente lui, quasi ridacchiando - Avevo un boss da battere.

- Credevo fossi andato via... - mormorò lei, poggiandogli la testa sul petto.

- Non dovresti dubitare di queste cose. Non lascerei mai la ragazza che mi ha salvato.

- Non ti ho salvato.

- Oh sì che lo hai fatto.

Emy sorrise, separandosi dal ragazzo - Sai, credo di aver deciso.

Lui incrociò le braccia - Deciso cosa!

- Sai... Credo che mi piacerebbe fare un giro per Termina.

Ben sorrise, nel suo solito modo dolce e timido, e le porse una mano - Allora lasci che la accompagni, madame!

Lei in tutta risposta gli diede un amichevole pugnetto sulla spalla - Oh, non vedo l'ora!

Ben la prese per mano, andando verso la TV, ancora alla schermata dei file.

Poggiò una mano sullo schermo, che si riempì di numeri verdi che scorrevano senza sosta, e sembrò diventare liquido come acqua.

Il ragazzo fece un passo, entrando nello schermo, ed Emy, sempre stretta alla sua mano, lo seguì, con un sorriso sulle labbra.

Game Over | Ben Drowned Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora