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Appena usciamo dal cancello sento delle risate alle mie spalle e quando mi giro scopro che erano Stefano e Sascha.
Quando si accorgono che li sto guardando si allontanano senza smettere di ridere. Ho un brutto presentimento.

Rimango altri venti minuti a parlare con Lori e Luca poi mi avvio verso casa. Questa giornata non potrebbe andare meglio. 

Ieri è stato bellissimo passare tutto il pomeriggio con Giuseppe. Poi abbiamo dormito insieme, o almeno credo, non so a che ora se ne sia andato ma non mi interessa. 

Ho ancora il suo profumo addosso. E inoltre dopo mesi di sole lacrime ho finalmente il sorriso stampato sulla faccia.

Sono arrivato a metà della mia via quando una voce interrompe i miei pensieri facendomi raggelare il sangue.

-Hey sfigato- Sascha.

Sono preoccupato ma non troppo. Lui e Stefano non mi facevano male più di tanto. Il peggiore era Giuseppe ma ora non mi farebbe nulla. Credo.

Tutte le mie certezze crollano quando lo vedo venire verso di me affiancato dai suoi amici. Sento il mondo crollarmi addosso e le cicatrici iniziano a bruciarmi. Non di nuovo vi prego.

Appena mi raggiungono mi circondano e mi ritrovo con le spalle appoggiate al muro di non so che casa. Stefano e Sascha scoppiano a ridere senza un apparente motivo.

Io,invece, fisso Giuseppe. Non alza lo sguardo dalle scarpe. Codardo. Non mi aspettavo che parlasse di ieri ai suoi amici ma nemmeno che mi avrebbe picchiato di nuovo. Qualcosa dentro di me si spezza. Qualcosa che solo finché stavo tra le sue braccia riuscivo a riparare.

Sono immerso in tutti questi pensieri quando il fiato mi si mozza in gola. Qualcosa mi ha colpito lo stomaco in un modo così forte che non riesco a respirare. Ci metto diversi secondi per capire che era il pugno di Stefano.

Cado a terra perché il dolore è troppo forte da sopportare stando in piedi. Sono rannicchiato a terra mentre loro ridono quando mi arriva un calcio sul naso. Mi porto la mano sul punto ferito e subito si riempie di sangue.  Alzo gli occhi e il cuore manca di  un battito. A colpirmi è stato Giuseppe. 

Gli leggo la preoccupazione negli occhi. Ma sono sicuro che è preoccupato perchè ha paura che riveli il suo segreto ai suoi amici. E forse lo farei se solo riuscissi a respirare. 

Ovviamente nessuno dei tre si preoccupa di come sto e dopo un paio di insulti se ne vanno. Rimango steso sul marciapiede altri dieci minuti prima di riuscire finalmente ad alzarmi ma appena mi metto in piedi avverto un dolore insopportabile nello stomaco. 
Sento un vuoto nella pancia. Un vuoto enorme che solo lui riuscirebbe a colmare. 

Ma lui non è qui. Lui non è mai qui.

Lasciati amare || Salveppe  (Completa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora