Conoscere

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Jane era seduta sulla panchina di fronte a casa sua, fissava il cielo giovane che si risvegliava lentamente, come un ragazzino che non vuole andare a scuola. L'aria fredda e rinvigorente rinfrescava le sue membra ancora assonnate.
Le mancava la presenza del morbido materasso sotto di lei, ma non ci fece caso.
Il cielo di Glasgow è uno spettacolo unico.
Si strinse nel maglione pesante, una nuvoletta del suo respiro condensato era l'unica cosa che le dava compagnia.
-Hai freddo?
Chiese il suo attore preferito, sedendosi di fianco a lei che fece diniego con la testa.
Jane stranamente non aveva voglia di parlare, solo di ammirare lo spettacolo della natura in pace.
-Sicura di star bene? Sei straordinariamente silenziosa e poco logorroica.
Adesso lui faceva quello senza traccia di timidezza? È un attore, certo che starà fingendo.
-Stai zitto.
Rispose lei secca, non ammetteva repliche il suo tono di voce.
Ben arrossì per averle dato fastidio e puntò i suoi occhi azzurri come il cielo che stavano fissando verso la neve che già stava scendendo di prima mattina.
Jane cercò di non rabbrividire, senza successo. Con movimenti lenti e abbastanza impacciati si ritrovò tra le braccia di Benedict, stretta nel suo calore che le dava brividi di piacere.
Un leggero tremore si intensificava nel punto in cui le sue grandi mani erano appoggiate.
Caldo, piacere.
Abbraccio, rossore.
Come sono curiose le reazioni del corpo umano a gesti d'affetto da parte di un quasi sconosciuto non trovate?
Entrambi imbarazzati e stupiti di trovarsi bene in quella vicinanza.
Tuttavia il tempo bramava dall'alto dei cieli la loro separazione, dividendoli per un'intera giornata.
Ben a lavoro, Jane a dormire per pausa concessa dalla MusicDream.
La ragazza tornò in casa, non prima di aver salutato Ben, è ovvio.
Guardò dalla finestra la casetta che l'attore aveva comprato per venire in città, tornandoci nei periodi di pausa visto che, Jane da testimone, lui provava un debole per Glasgow.
La pigrizia e la felicità di poter mettere le radici nel letto la fece rimettere in pigiama, tuffandosi sul comodo materasso.
Fece partire la sua playlist per dormire e una dolce melodia iniziò a cullarla con estrema delicatezza.
Piano, dandole il tempo di rilassarsi.
Doveva staccare, non sapeva da cosa.
Forse dalla vita in generale? Tutti hanno bisogno di staccare dalla giornata in se, tutte le sette miliardi di persone che adesso stanno morendo, stanno vivendo oppure chissà, stanno realizzando i loro sogni.
Fatto sta che Jane Evans poteva permettersi un'unica cosa durante il mese di permanenza del suo idolo: conoscerlo meglio di chiunque altro.

*molto corto e spiccio questo capitolo, ma la ff sarà lunga al massimo dieci capitoli, corta e banale.
Concentrerò le mie capacità di tredicenne che si improvvisa scrittrice per rendere meno semplice la semplicità. Commentate e votate altrimenti vi crucio...*
Qua da Shinimal è tutto
Al prossimo capitolo.

The King || Benedict Cumberbatch Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora