Dodici anni prima
<Mamma ho fatto un incubo>, mia madre accese la lampada sul suo comodino e disse <Tesoro vieni qua> , spalancò le braccia io senza pensarci mi tuffai tra di esse, gli abbracci di mia madre potevano avere un effetto calmante, infatti quando mi strinse forte a se mi calmai all'istante e dissi <Mamma, papà quando torna, aveva detto che tornava domani> mia madre esalò un sospiro esausto e disse <Non lo so tesoro, ma vedrai che tornerà presto, come ha sempre fatto>, <Mamma?> mia madre rise, una risata che irradiava serenità e tranquillità, poi disse <Tesoro forse te l'ho già detto ma fai tante domande> io risposi < Si me lo hai già detto, ma adesso ti posso chiedere una cosa> <Che c'è?> <Papà che lavoro fa?> <Come mai lo vuoi sapere?> <La maestra ci ha detto di scrivere un tema sul lavoro che fanno i nostri padri> <Tuo padre lavora per l'F.B.I>, la sua risposta non sembrava del tutto sincera ma fu meglio non indagare, ancora titubante dissi <Ok, buona notte mamma> <Buona notte tesoro mio, non preoccuparti per gli incubi>.
Presente...
Mi svegliai completamente sudata, perché quel ricordo?, ma domanda più importante perché adesso?.
Guardai fuori dalla finestra era ancora notte fonda, incredula guardai l'orologio e mi venne un colpo, sussurrai incredula < Le 3 del mattino...>, dopo la morte dei miei avevo smesso di avere gli incubi, sempre più incredula, mi alzai dal letto, mi avvicinai alla finestra e l'aprii, l'aria fredda riusciva a calmarmi i nervi.
Sentivo il freddo che mi penetrava nelle ossa, la luce della luna illuminava fievolmente lo spazio intorno a me, inspirai più aria fredda possibile, non potevo credere che tra diciannove ore avrei attaccato una centrale elettrica segreta sotto un centro commerciale. Una brezza leggera sferzò sul mio viso e sulle mie braccia nude, chiusi gli occhi beandomi di quel momento di tranquillità, ma un grido di una ragazza si propagò nell'aria.
Spalancai subito gli occhi, senza pensarci troppo mi lanciai giù dalla finestra, utilizzai il vetro per atterrare, quando i miei piedi toccarono l'asfalto freddo trasalì al contatto, dalla foga mi ero dimenticata le scarpe, sentii un'altro grido, come se i miei piedi avessero vita propria si mossero verso la fonte del grido.
Dopo una corsa di quasi un chilometro, mi ritrovai all'entrata di un vicolo buio, affianco a me c'era la vetrina di un negozio, la feci esplodere e raccolsi il vetro, creai una spada di vetro lunga un metro e mezzo, poi pensai che se fosse stato il D.U.P non mi sarei fatta vedere il viso, raccolsi il vetro per terra rimasto, lo raccolsi e feci una maschera di vetro color smeraldo, non aveva un disegno ma era tutta sfaccettata proprio come una pietra preziosa, sopra era decorata da quattro punte che simulavano una corona, feci anche una copertura per i piedi, di sicuro non sarei entrata in quello schifo di posto scalza. Una volta finito con un salto salii sopra ad un palazzo, arrivai sul bordo dall'altra parte e sotto di me si presentò una scena orribile, un uomo teneva ferma una ragazzina di almeno 17 anni inchiodata a terra, lei si dimenava ma lui la teneva ferma, le leggevo la disperazione dipinta sul volto, lacrime di dolore le scendevano lungo le guance, l'uomo ormai stanco della tenacia della ragazza sbraitò <Sta ferma lurida troietta, altrimenti ti faccio un occhio nero!!>.
Provai puro odio contro l'uomo, accecata dalla rabbia mi lanciai nel vuoto con la spada sguainata, atterrai fra i due, sferrai un calcio a lui, volò contro un cassonetto, ancora intontito, cercò di alzarsi, ma fui più veloce gli fui davanti e puntai la lama sul petto, sussurrai minacciosa <Non ti muovere> l'uomo impaurito annui velocemente, continuai <Com'è essere nella situazione opposta? Ti eccita ancora > l'uomo scosse la testa in senso di negazione, disse con le mani alzate <Ti prego non mi uccidere, farò tutto quello che vuoi>, mi avvicinai a lui e sussurrai suadente <Come sei docile, bastavano le maniere forti per fari abbassare la cresta> una risata mi partii dal profondo della gola, ma piano piano si trasformò in una vera e propria risata psicotica, stanca di quella situazione sussurrai <Dovevi pensarci prima di molestare quella ragazza> prima che potesse replicare, con movimento fulmineo gli tagliai la gola, il corpo cadde a terra senza vita gli occhi spalancati in una smorfia di terrore, il sangue gli imbrattava la camicia e i pantaloni.
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I am conduit
FanfictionClara Miller è ragazza apparentemente normale, dolce, gentile, timida, intelligente e bella. Ma dopo la morte dei suoi genitori, per colpa del D.U.P (Department of Unified Protection), un'organizzazione creata apposta per quelli come lei, è cambiat...