La luce entrò dalla finestra aperta, mi ero dimenticata di aggiustarla e il freddo della notte aveva reso la stanza un frigorifero, mi alzai infreddolita dirigendomi in bagno per darmi una sciacquata al viso.
Una volta finito uscì dal bagno preparandomi all'inizio del gran giorno, accesi il telefono per vedere che ore fossero, quando trovai un messaggio, lo aprii era di Clark e diceva "Clara non sarai veramente arrabbiata, dai ti prego aprimi, comunque l'unico arrabbiato dovrei essere io visto che mi hai fatto capire di non importunarti più, ma ieri se non mi fossi fermato avremmo potuto fare ben altro", presi un respiro profondo cercando di calmarmi, chiusi gli occhi, cercando di immaginarmi in un luogo tranquillo lontano da tutti, ma l'unica immagine che si formò nella mia mente fu l'immagine di me e Clark che ci baciavamo.
Quando mi fui rilassata un attimo, rimontai la finestra, presi il telefono e me lo infilai nella tasca della felpa.
Arrivai davanti alla porta della stanza, ma quando l'aprii, rimasi a bocca aperta, Clark era per terra, con la schiena poggiata al muro e russava, cercai di scuoterlo ma non si mosse, sbuffai esasperata, mentre il mio cervello si accendeva per cercare di capire cosa fare, il mio cuore batteva all'impazzata quando mi avvicinai al viso di Clark, osservai troppo le sue labbra, quelle stesse labbra che ieri sera mi avevano fatto sognare, ma zittì subito quel pensiero, tanto non sarebbe mai funzionata, non potevamo diventare una coppia felice, non con il D.U.P in giro.Subito una paura si insediò in me, da lì a poco forse Richard si sarebbe svegliato e cosa avrebbe detto se avesse me con suo figlio, che dormiva davanti alla porta di camera mia, esasperata sussurrai <Ahhh>, mi aspettava un duro lavoro.
Presi Clark per le gambe e iniziai a trascinarlo dentro camera mia, almeno non avrebbe dormito sul pavimento, lo misi vicino al letto, distrussi le finestre, di nuovo, evocai una colonna di vetro che lo sollevo all'altezza del letto, quel ragazzo aveva davvero il sonno pesante, lo feci rotolare sul letto, risistemai le finestre, feci per andarmene, ma quando fui vicino alla porta di ingresso sentì qualcuno dire con voce assonata < Clara>, mi girai paralizzata dalla paura, ma quando lo vidi, era come se mi avessero tolto dalle spalle un'incudine, Clark dormiva profondamente, quindi parlava nel sonno, mi avvicinai a lui per rimboccarli la coperta, visto che la mia camera era ancora l'Antartide.
Feci per uscire dalla stanza, quando Clark si svegliò i suoi splendidi occhi si incastonarono perfettamente nei miei, prima di dire qualsiasi cosa, Clark mi prese per un braccio e mi trascinò verso di lui ritrovandomi a cavalcioni su di lui, il mio cuore era mi era finito in gola, forse per l'istinto o che ne so, mi ritrovai a baciarlo, in un primo momento rimase interdetto ma si riprese subito.
La sua lingua picchiettò sui miei denti e la schiusi concedendogli il permesso, il bacio si fece più intenso che mai.
Clark, con un movimento fulmineo, ribalto le situazioni, ritrovandomi sotto di lui, il mio cuore accelerò talmente tanto che rischiò di distruggersi in un milione di pezzi, rimanemmo a fissarci per un tempo indefinibile, ma subito dopo riprendemmo a baciarci, ma tutto si interruppe quando una voce fuori campo disse < Ma che diavolo?!>, girai di scatto la testa, Richard, vestito con una camicia a quadri grigia, dei jeans scuri e un paio di scarpe eleganti, ci fissò stupito, non ci pensai un secondo buttai giù dal letto Clark, che era paralizzato dallo shock.
Richard, come se si fosse svegliato dal suo torpore, chiuse violentemente la porta e urlò, malizioso,< Fate pure con comodo, ma evitate di sporcare le lenzuola>, a quella frase divenni l'imbarazzo fatto persona, mi tirai le coperte fino alla testa, sprofondando nell'imbarazzo.
Finché non sentì la mia parte del letto abbassarsi, poi Clark disse < Clara, ci sei> emisi un mugolio per confermare, < Senti, farò finta che non sarà successo niente, se tu lo vorrai, infondo me lo merito per quello che è successo ieri>, mi misi seduta sul letto e dissi < No caro mio, non si dimentica un bel niente>, una fievole luce si accese nei suoi occhi, però aggiunsi < Ti chiedo soltanto un po' di tempo, prima voglio pareggiare i conti con il D.U.P>, vidi il suo sguardo intristirsi debolmente, ma si riprese subito dicendo < Ma non era un rifiuto, quindi ho una piccola possibilità> un sorriso malizioso lì spunto all'angolo delle labbra, poi sbattendomi una mano sulla fronte dissi < Ora come lo spieghiamo a tuo padre> Clark mi guardò interrogativo <Che cosa?>, rimasi a bocca aperta di fronte alla stupidità di questo ragazzo, urlai <Come sarebbe a dire che cosa?! Ti devo forse ricordare che è entrato mentre ci stavamo baciando>, Clark disse, tranquillo, <Sta tranquilla, ci penso io, aspetta dove eravamo rimasti > fece per avvicinarsi, ma gli misi una mano sul petto e dissi < Eravamo arrivati, quando esci da camera mia e vai a spiegare a tuo padre come stanno le cose>, Clark ridacchiò sotto ai baffi e disse < Va bene> si rialzò e andò verso la porta. Era davanti la porta, quando ritornò indietro e mi lasciò un bacio a stampo sulle labbra e uscì, mi toccai le labbra sorridendo come un ebete mi rialzai anch'io e mi cambiai.Uscì dalla stanza, vestita di tutto punto avevo un paio di jeans scuri attillati, la camiciola verde smeraldo e un paio di sneaker nere.
Arrivai davanti alla porta della sala conferenze, sbirciai all'interno, ma non trovai nessuno, quando qualcuno mi afferrò per i fianchi, quasi lanciai un grido, quando mi voltai Clark sorrideva, mi lasciò un bacio a for di labbra e dissi <Tu, mio caro Clark Ross, hai deciso di giocare con il fuoco>, un sorriso beffardo gli comparse sul volto e disse < Correrò il rischio>, mi staccai dolcemente da lui e dissi < Avevamo detto che ne avremmo riparlato, dopo la missione> Clark ci pensò su e disse < Hai ragione, ma non avevamo vietato di baciarci> lo guardai maliziosa, dissi < Vero>, ancora sorridente gli lasciai un bacio su quelle labbra candide, un schiarimento di gola però interruppe la magia, mi girai e vidi Richards con il suo tablet in mano, sopra di esso era rappresentato il modello 3D del centro commerciale, ci guardò sorpreso, ma riprese subito il suo sguardo serio e disse < Clara, ti sei svegliata, se vuoi fare colazione di la c'è tutto quello che ti serve, Clark tu invece mi servi in armeria dobbiamo controllare l'equipaggiamento> Clark si sciolse dall'abbraccio e sussurrò < Dopo ci sentiamo>, segui il padre fino al corridoio opposto mi fece un sorriso caloroso e scomparì dietro il muro.Mi incamminai verso la cucina, seguendo le indicazioni di Richard, arrivai davanti ad un enorme cucina moderna, sempre di un bianco accecante, però i ripiani e mobili erano di un nero pece, in netto contrasto con la stanza.
Aprii lo sportello del frigo, presi un yogurt e del succo d'arancia, mi sedetti su una dei tre sgabelli vicino al ripiano della cucina, davanti a me si trovava un enorme televisore al plasma, lo accesi e sul schermo apparse il notiziario, alzai il volume. Sentì la giornalista dire <Alle tre di notte di ieri un uomo è stato ritrovato morto, in un vicolo di Nobel Square, le autorità credono che l'artefice di questo omicidio sia un bioterrorista, questa ipotesi è stata fatta in merito ad una ragazza che era stata violentata dall'uomo, ma adesso ascoltiamo la testimonianza della ragazza> ascoltai attentamente, il silenzio regnò per qualche secondo, poi la voce di Emily interruppe il silenzio, Emily era davanti al vicolo aveva una coperta sulle spalle, dietro si vedevano poliziotti e paramedici che si affaccendavano < È successo tutto troppo in fretta, lei è caduta e ha uccisi l'uomo... e poi pensavo che mi avrebbe ucciso, invece mi aiutato ad alzarmi mi sono presentata e lei ha fatto lo stesso, ha detto di chiamarsi Regina di cristallo>, la giornalista ricomparve sullo schermo riprese a parlare < Questa era la testimonianza di Emily Evans, questo è tutto al prossimo appuntamento>, spensi la TV, un sorriso mi spuntò sulle labbra, oramai tutti sapevano della Regina di Cristallo, immersa ancora nei miei pensieri arrivò un messaggio era di Richard diceva "Siamo Pronti" un ghigno mi comparse sul volto, pensai Mamma e Papà oggi vi vendicherò
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I am conduit
FanfictionClara Miller è ragazza apparentemente normale, dolce, gentile, timida, intelligente e bella. Ma dopo la morte dei suoi genitori, per colpa del D.U.P (Department of Unified Protection), un'organizzazione creata apposta per quelli come lei, è cambiat...