4 - I'm not calling for a second chance. I'm screaming at the top of my voice.

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Un ragazzo lo prese per le spalle e sollevandolo lo portò fuori dalla doccia, ma accorgendosi della temperatura del suo corpo lo rimise sotto il getto girando la manopola sull'acqua calda.

-Va be che sei nuovo in questa piscina, ma credo che anche a casa tua ti abbiano insegnato come si fa a mettere l'acqua calda!- riprese in modo beffardo lo sconosciuto.
-Forse quello nuovo sei tu! Io passo qua tutti i pomeriggi!-
-Davvero non sai chi sono?- il biondo si stupì.
-Direi di no- ammise il riccio.
-Come hai detto che ti chiami?-
-Non l'ho ancora detto, sono Michael comunque.-
-Allora Michael oltre che essere un mezzo ghiacciolo, sei anche un po' cieco. La mia foto è sparsa per tutta la polisportiva! Sono Andreas Dermanis, ma puoi chiamarmi Andy.-
-Sei famoso?- si incuriosì.
-Sono solo bravo a nuotare, tutto qua. Ora infilati la tuta che ti do uno strappo a casa con il motorino.- gli sorrise.

Michael venne accompagnato fin sotto casa da Andreas che si rivelò essere molto premuroso nei suoi confronti.
-Ci vediamo domani in piscina allora- aggiunse il biondo mentre lo aiutava a slacciarsi il casco.
-Si, ok.- rispose in modo poco interessato.
-Posso, posso venire a prenderti, se ti va, sì insomma io non voglio obbligarti.- propose timidamente.
-Ok. Si può fare.-
Il biondo prese delicatamente il cellulare del riccio dalle sue mani, salvò il suo numero, si fece uno squillo e glielo restituì.
-Ti scrivo domani su whatsapp! Se hai bisogno, però, per qualunque cosa, scrivimi. Michael...so cosa vuol dire usare l'acqua gelida per lenire il dolore. So cosa vuol dire nascondere la testa sott'acqua. È stato un piacere conoscerti. Buona notte!-
Andreas lasciò un bacio leggero sulla guancia del riccio accompagnato da un occhiolino e, dopo essersi rinfilato il casco, sparì a tutto gas.

Michael non riusciva a prendere sonno quella notte e così rotolandosi fino ad allungare la mano sul comodino prese il suo cellulare. Sbloccò lo schermo e digitò sulla barra di google -Andreas Dermanis-.
Aprì le pagine una alla volta {Dermanis oro agli europei under 18. Inarrestabile} {Dermanis non delude, argento nella staffetta} {Dermanis dopo gli europei: punto all'oro olimpico} {Dermanis perde le staffe. Salterà le prossime tre gare regionali.} {Il diavolo d'oro conquista Manchester} {Demanis reggerà l'impatto con il circuito maggiore?} {Dermanis sbriciola Kopter. Il sedicenne greco firma il record nazionale assoluto. I grandi devono mettersi in fila, il primato è del diavolo.} {Ancora rissa per Dermanis, la federazione non potrà sempre proteggerlo.} {Il giovane Dermanis festeggia l'oro in discoteca. Decine di ragazze ai suoi piedi.} {Ancora un oro, ancora una rissa. Il diavoletto non si smentisce mai.}

Andreas era il futuro del nuoto inglese. Nessuno era in grado di nuotare alla sua velocità. Aveva vinto tutto ciò che era possibile vincere a livello junior e aveva già vinto due ori nel circuito maggiore. Una carriera impeccabile ed esemplare se non fosse per alcuni episodi curiosi di cui i giornalisti si cibavano come bestie. Succedeva spesso che Andreas partecipasse a risse, le uniche medaglie che mancavo all'appello nella stanza dei trofei che suo padre aveva fatto fare in casa, infatti, erano quelle delle gare che aveva dovuto saltare per le squalifiche.
La federazione spesso pagava i giornalisti per il loro silenzio, ma la maggior parte delle volte questo non era sufficiente. Andreas era considerato il diavolo d'oro.
Michael rimase piacevolmente incuriosito da tutta questa faccenda e si domandava quale potesse essere il motivo di questo comportamento e azzardando migliaia di ipotesi alla fine si addormentò.

Quando il giorno dopo ricevette il messaggio di Andreas che voleva passarlo a prendere, rifiutò e andò a piedi come al solito. Non aveva molta voglia di stare in compagnia, anche se era piuttosto sereno. Quella doccia gli aveva rinfrescato le idee. Era solo dispiaciuto di aver meno tempo da trascorrere con Bradin che, avendo trovato la ragazza, era più preso del solito. Non vi era niente di strano. Era semplicemente così e Michael era più che convinto di questo. Era meglio negare l'evidenza piuttosto che ammettere che forse qualcosa era diverso da come si aspettava, ma forse quella era solo una stupida cotta e non aveva prodotto l'energia sufficiente per scoprire la sua vera natura. Per fare questo era necessario un amore, un amore vero e per Michael non era ancora arrivata la persona giusta o forse ancora non si era reso conto di averla accanto.

Mentre Michael nuotava nella sua corsia stando attento a correggere il movimento della gamba destra che lo rallentava, l'allenatore stava comodamente seduto sul trampolino ad osservarlo.
-Bradin! Dovresti portare il tuo allievo in seconda corsia, nuota abbastanza bene, lo sai?-
-Ohi ciao Andreas! Quando sei tornato?-
-Sono atterrato ieri mattina, mi sono allenato ieri sera, ma tu eri già uscito quando sono arrivato, ma ho salvato il tuo pesce dall'era glaciale.- disse puntando gli occhi su Michael che ignaro di tutto nuotava avanti e indietro con concentrazione.
-Cosa ha combinato?-
-Niente, stavo solo scherzando.- tagliò corto.
-Quando hai la prossima gara?-
-Tra tre settimane perché per quella di domenica devo scontare una squalifica.- ammise con tono triste.
-Cosa hai combinato ancora?-
-Ho avuto un diverbio con due pistolini a Madrid, li avrei affogati se non fosse stato per il presidente della federazione.-
-Non cambierai mai.-
-Vado o non finirò le vasche per l'ora di cena. Bradin, dico davvero, spostalo di una corsia, la mia è troppo lontana dalla sua e questo non mi piace.- concluse con un sorriso appena accennato.

Andreas diede immediatamente le spalle al più grande e raggiunta la decima corsia, si infilò gli occhialini e sparì nell'acqua.

I had to find youDove le storie prendono vita. Scoprilo ora