8 - I am here for you if you'd only care

537 43 15
                                    

Michael in quel momento si sentiva un idiota. Un vero idiota, uno di prima categoria. Non sapeva esattamente perché in quel momento era alla serra del fiorista all'angolo per scegliere un regalo per Andreas.

Mentre vagava tra piante, piantine e fiori la sua mente era avvolta da milioni di domande. <Perché stai prendendo dei fiori? Sono il regalo adatto? Vanno bene dei fiori per un maschio? Ma soprattutto perché devi fargli un regalo? I maschi si fanno regali tra di loro? Vuoi davvero fargli un regalo? Michael cosa vuoi fare? Voglio andare a trovarlo! Credo. Quindi vuoi vederlo? Sì, voglio vederlo. Solo per vedere come sta. Sei sicuro che sia per questo? Forse. Sto diventando matto. Parlo anche da solo e dicendomelo lo sto facendo ancora. Oddio. Meglio prendere dei fiori colorati. Forse potrei solo aspettarlo in piscina. Non verrà oggi in piscina se è stato male ieri. Ah già, starà a riposo. Basta. Ora prendo questi fiori e glieli porto. Punto.>

Se qualcuno avesse potuto assistere a quella guerra interiore avrebbe pensato che Michael fosse un ragazzo disturbato, ma seriamente disturbato. In realtà erano solo i presupposti per quell'inevitabile scoperta che prima o poi avrebbe dovuto fare.

Si fece incartare dei bellissimi fiori blu, azzurri e gialli e si avviò felice verso la casa del biondo. Ad aprirgli fu la madre che lo accolse in salotto.
-Ciao Michael, che piacere vederti, come stai?-
-Bene, sono venuto a trovare Andreas!-
-Meno male, è di umore nero, magari riesci a rallegrarlo un pochino. Oggi e domani dovrà saltare gli allenamenti e non l'ha presa molto bene. Per lui stare in acqua è vitale! Ti lascio, tanto la strada la conosci!-

Michael salì le scale mentre cercava di pensare a delle parole consolatorie per tirare su il morale al biondo, anche se in quel momento il suo cervello era come inibito da un continuo martellare proveniente dal petto che rendeva impossibile ogni sorta di pensiero. Attraversò l'intero corridoio ed entrando nella camera fu avvolto dal buio.
-Ma che stai combinando? Cosa fai al buio?-
-Gioco alla play, non lo vedi? Sei cieco?-
-Buon pomeriggio anche a te Andy! Sì sto bene, ma figurati è un piacere venire a trovarti. No, non è stato un disturbo fermarmi a prendere dei fiori per te.- rispose in modo sarcastico il riccio.
-Ahahahah scusa Mika, sono solo un po' nervoso, vieni entra!-
-Già va meglio!- e subito gli porse il suo regalo.
-Nessuno mi ha mai regalato dei fiori, sono belli.- arrossì il biondo mentre li annusava riconoscendo un buon profumo di primavera.
-C'è sempre una prima volta!-
-Già...-
-A che pensi?- chiese Michael.
-Come mai ieri non sei venuto? Non che fossi obbligato, ovvio, solo io...io ti aspettavo.-
-Eh eh don Giovanni! Eri occupato con le tue donne e quando è stato il mio turno tu dormivi come un ghiro.- il riccio sorrise deglutendo per nascondere tutto il dispiacere che aveva provato il giorno prima.
-Davvero buffo.-
-Cosa?- si incuriosì.
-Volevo vedere solo una persona ieri e mi sono addormentato proprio quando era finalmente arrivata.-
-Eri solo stanco...non importa.-

Michael si tolse le sue stan smith, si tolse la felpa e si sdraiò sul letto accanto al biondo per concedersi una partita alla playstation. Nel bel mezzo di questa il riccio sputò fuori tutte le sue sensazioni. Era fuori controllo. Come i brividi di freddo. Non li puoi fermare. Arrivano e basta. Avverti il freddo, cerchi di coprirti in tempo, ma ti vengono ugualmente. Le emozioni ci sfuggono e il problema principale è il contesto in cui ciò accade e la persona che abbiamo accanto. Michael quel pomeriggio non si preoccupò. Semplicemente le tirò fuori e le tirò fuori tutte, come brividi che ti ridestano e ti accendono la vita.

-Ero incazzato ieri, avrei voluto prendere a pugni quegli idioti dei giornalisti e stritolare quelle gallinelle. Sono potute entrare prima di me perché ti conoscevano da più tempo. Ma cos'è il tempo? Cos'è il tempo? Eh Andy?! Dimmelo!-
-Non lo so, cosa vuoi dire?-
-Lo sai perché non lo sai? Perché il tempo non conta. Non è davvero niente. Non si può misurare il rapporto che si ha con una persona dal tempo. Ci sono momenti che hanno più importanza di altri. Io non sono l'ultimo arrivato nella tua vita.- sputò fuori con rabbia il riccio.
-No, non lo sei. Non sei l'ultimo.- gli sorrise il greco mentre si sollevava appena sul fianco per poterlo guardare negli occhi.
-Eppure per gli altri ero l'ultimo.-
-Sei geloso?-
-No- mentì spudoratamente
-Ahahahahaha sei geloso!-
-Fottiti-
-Potresti scavalcare tutti, se tu lo volessi. Io te lo lascerei fare.- aggiunse il biondo sussurrando appena.
-Come è possibile? Come devo fare?- l'idea non gli dispiacque per niente.
-Così-

Il biondo azzerò le distanze facendo incontrare le loro labbra, mentre la sua mente supplicava il cielo che il riccio non lo rifiutasse. Gli occhi di Michael rimasero spalancati e quando Andy si staccò se ne accorse e gli si fermò il cuore.

Si guardarono spaventati e in silenzio per pochi secondi che sembravano essere secoli, poi il riccio allungò la mano verso il volto del biondo che chiuse gli occhi pronto a ricevere uno schiaffo, ma il contatto si rivelò delicato e lo fece sospirare di piacere.
Gli occhi di Andreas erano socchiusi e la mano di Michael vagava sul suo volto. Gli accarezzò le guance, la fronte, il naso, la bocca e poi aggiunse anche l'altra mano. Sembrava esserci in lui un'esigenza di creare un contatto più sicuro. Rimase il a solleticarlo per minuti e minuti. Andreas si sorreggeva sul gomito, ma non si lamentava per la posizione poco comoda, stava mantenendo la sua promessa interiore. Si era fermato per aspettarlo, per aspettare che Michael potesse decidere cosa fare.

Il riccio cercava disperatamente una risposta e non la trovava, ma le sue mani non sembravano volersi staccare. Più scorrevano sulla pelle del biondo più sentiva l'esigenza di continuare e preso dall'euforia di quella sensazione fece incontrare le sue mani dietro la nuca di Andreas e unendole gli circondò il volto tirandolo verso di sé. Fece riunire le sue labbra con quelle del greco in un contatto leggero, quasi impercettibile e poi si staccò subito. Si rese presto conto che non sapeva come andare avanti. Non aveva mai baciato nessuno e la sua mente era incapace di improvvisare qualcosa, così fissò quegli occhi profondi e lo implorò.
-Baciami.-

Il biondo non aspettava altro e baciò quelle labbra con molta più passione della volta precedente. Si staccò leggermente per mettersi in una posizione più comoda e questa volta introdusse la lingua. Michael era sopraffatto da quel bacio, stese le braccia sul letto e si abbandonò. Andreas permise di riprendere fiato qualche secondo e poi continuò. Lo fece per tre volte e in quell'ultima poté giurare di sentire il sorriso del riccio tra le sue labbra.
Non aveva nessuna intenzione si staccarsi e quando Mika appoggiò le sue mani sulla sua schiena, il biondo schiacciò leggermente il suo corpo contro quello dell'altro alla ricerca di un contatto più profondo.

Il riccio sfilò la maglia ad Andreas e le sue mani continuavano a toccare un po' qua un po' là, sarebbero potuti davvero andare avanti ancora, ma il biondo sentì le lacrime salate dell'amico nella sua bocca e terrorizzato interruppe il contatto.

I had to find youDove le storie prendono vita. Scoprilo ora