3 - I can't fight you anymore. You're already one foot out the door.

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Avete in mente quando, a volte, soprattutto d'estate quando si è lontano dai rumori e dai fastidi della quotidianità, capita di svegliarsi la mattina e di sentire sotto la pelle che forse la vita sembra essere un po' più semplice di com'è, un po' più felice e un po' più colorata?

Quella mattina Michael svegliandosi si sentì proprio così. Erano ormai sette settimane che trascorreva i pomeriggi diviso tra i compiti, assistito dalla sua insegnante privata, e il nuoto. Il pianoforte, invece, faceva da sottofondo a tutto questo cambiamento. Creava armonia la sua musica e se qualcuno lo avesse ascoltato attentamente avrebbe potuto notare come le sue melodie fossero cambiate. Non erano più né taglienti, né buie, né lente, ma erano movimentate, frenetiche, piene di quell'energia che si liberava dai suoi muscoli mentre veloce contava le vasche che faceva a nuoto. Non era molto bravo, stava semplicemente imparando, ma tenere la testa sott'acqua era una bella sensazione.
Cercava di restare in apnea il più a lungo possibile, adorava sentire i polmoni bruciare alla ricerca di ossigeno, poi quando arrivava al limite, girava appena la testa durante la bracciata e riprendeva energia vitale. Spettacolare.

Da quando si era unito alla compagnia di Bradin aveva incominciato ad uscire anche la sera. Uscire con ragazzi più grandi era sempre stato il suo sogno. Si sentiva protetto tra di loro. A scuola la voce si era sparsa e nessuno dei suoi compagni lo aveva più toccato. Forse mettersi contro un gruppo di universitari palestrati non era proprio una bella idea.

Mamma Joanie concedeva a Michael coprifuochi sempre più permissivi. Alla fine si ritrovò a poter rincasare molto più tardi delle sue sorelle più grandi. Più trascorreva tempo in quella compagnia di amici, più il suo viso si distendeva in sorrisi che nessuno aveva mai potuto scorgere su quel volto.

Bradin non era solo un allenatore di nuoto, era il ragazzo che lo aveva salvato dall'Inferno. Ogni giorno Michael nuotava sotto la sua sorveglianza e si sentiva protetto e amato.
Quando finito l'allenamento lo aiutava a mettere l'accappatoio, quando lo riaccompagnava a casa in macchina, quando addirittura incominciò ad accompagnarlo a scuola la mattina, fu lì che il riccio iniziò a provare delle sensazioni nuove. Non sapeva bene descriverle, ma sentiva che parte della sua felicità era dovuta alla presenza di Bradin.
Un giorno addirittura si ritrovò a consegnare una verifica in bianco perché la sua mente era totalmente concentrata a pensare al weekend che avrebbe trascorso con Bradin e i suoi amici in montagna.

Michael era solo un adolescente. Un quindicenne. Non aveva ancora imparato a conoscersi, ancora non sapeva esplicitare i suoi desideri, ma in quel momento qualcosa dentro di lui stava incominciando a cambiare. Poteva percepire i cambiamenti dentro di lui, non solo fisicamente, ma anche emotivamente. Tante domande avvolgevano la sua mente, ma non era spaventato. Bradin lo avrebbe aiutato a capire, non lo avrebbe lasciato solo.

Eppure quel giorno quando durante il suo allenamento vide a bordo vasca l'amico limonare pesantemente con una ragazza mora, l'universo si ruppe dentro di lui e desiderò di poter scomparire. Quella delusione nella vita di Michael arrivò ancora prima di poter dichiarare i propri sentimenti e non c'è cosa peggiore di perdere le ali prima ancora di aver staccato i piedi da terra.

Rimase da solo in vasca a terminare di nuotare, Bradin era andato via per portare la sua nuova ragazza a cena e Michael era più che sconvolto. Rimase seduto sulla panchina di legno dello spogliatoio a lungo, ma era come se il tempo avesse smesso di scorrere. Si trascinò a fatica sotto la doccia e la sua mente elaborava pensieri ad una tale velocità che Michael non poteva reggere. Girò la manopola sull'acqua gelata e si accasciò sul piano di marmo delle docce.

La sua pelle si contrasse immediatamente per quel brusco contatto. L'acqua gelata scorreva tra i brividi sconnessi del riccio. Fu fastidioso all'inizio, ma Michael necessitava un dolore alternativo a quello che il suo cuore stava provando. Poi improvvisamente il suo corpo si adattò e incominciò a sentirsi bene, era piacevole quel freddo contatto. Tutto sembrava che fosse diventato caldo. Iniziò a sentire sparire le dita, era come se non ci fossero più, poi non sentì più la mano intera e i piedi. Sarebbe rimasto là sotto ancora a lungo perché non era più in grado di sentire lo scorrere dell'acqua gelida, figurarsi di percepire lo scorrere del tempo.
Il suo corpo era bianco, molto più bianco del solito e le sue labbra cominciarono ad assumere un colore piuttosto scuro e violaceo.

-Ma cosa stai facendo? Ti sei bevuto il cervello?-
Michael forse in quel momento non era davvero più solo.

I had to find youDove le storie prendono vita. Scoprilo ora