Andiamo via

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Le prime luci dell'alba illuminavano i nostri volti, tutto era esattamente come doveva essere, poi aprii gli occhi: la realtà regnava ancora nel mondo delle illusioni.

Ottobre 2016
Chiusi le palpebre e respirai profondamente; un'altra giornata in bilico tra la vita e la morte.
Riuscivo a sentire nell'aria l'odore del vuoto, l'odore del marcio. Giorni grigi, spenti, monotoni, struggenti.
Ottobre era un cancro indistruttibile, più lo si cercava di sconfiggere e più diveniva forte.
Il mese infernale scorreva lento come il tempo in una clessidra distrutta.

<<Sasha.>>
Disse Mad con voce bassa
<<Tutto bene?>>
Risposi
<<Aiuto...>>
Mad riuscì a proferire soltanto una parola dopo di che i suoi occhi si chiusero.
Pallida, esile giaceva su di un fianco diventando il dipinto di un quadro raccapricciante. Siamo tutti dei pittori, noi stessi dipingiamo giorno per giorno il quadro della nostra vita.
Deprimente ammetterlo, ma Mad aveva deciso di donarsi all'eroina. Una delle scelte più coraggiose che avessi mai visto, vendere la propria anima ad una sostanza terribile. Quando decidi di cadere nel feroce abisso oscuro non puoi più tornare indietro, lasci il tuo corpo ancor prima che esso abbia smesso di vivere.
Ed io temevo, temevo il peggio.
Non potevo aiutare Mad, potevo solo lasciarla andare. Temevo che così facendo avrei lasciato andare anche me stessa.
Ed ecco fumata davanti a un'alba inesistente l'ennesima sigaretta di Ottobre.
Capii che Georgette e Diana erano le classiche egoiste e che Mad di questo passo sarebbe di certo morta. Fu così che decisi di prendere in mano le nostre vite, questa città ci aveva distrutto ulteriormente.
<< Mad alza quel culo!>>
<< Lasciami dormire, sono stanca.>>
<< Siamo sempre stanche.>>
Mad si alzò con fatica
<< Prendi tutte le tue cose.>>
<< Ce ne andiamo da sto posto di merda.>>
Dissi
Mad non si oppose, non si domandò nemmeno perché stessimo lasciando la città.
<< Dove andiamo?>>
Chiese Mad
<< Non lo so ancora.>>
<< Ricordami perché siamo andate via da quella casa.>>
<< Perché siamo senza un soldo e viviamo con due oche.>>
Risposi
Baggio di notte si trasforma, per le strade adesso vagano tanti corpi uguali, corpi che ucciderebbero per avere ciò di cui hanno bisogno.
<< Ti prego fermiamoci qua.>>
Disse Mad
Ci sedemmo al solito posto, solita panchina.
<< Forse dovremmo ritornare dai nostri.>>
Dissi
<< Non provare neanche a dirlo.>>
Rispose Mad
<< Dove vorresti andare senza un euro?>>

<< Ovunque, ma non dai miei. Mi farebbero rinchiudere.
Non conosci nessuno in zona che ci potrebbe ospitare per un po' ?>>

<< No.>>
Risposi
<< Non ci credo... E quel tipo che è stato da noi un giorno?>>

Al suon di quella domanda il sangue mi si gelò.
<< Ettore... Non mi sembra il caso.>>
<< Sbaglio o c'è qualcosa tra di voi?>>
<< Non ci sentiamo da molto, siamo abbastanza impegnati.>>
<< E con ciò? Non credo che ci lascerebbe sotto un ponte.>>
<< E io non credo che gliene importi qualcosa. Non so nemmeno dove sia andato, era nei casini pure lui.>>
<< Chiamalo.>>

Esitai.
Non volevo, non volevo assolutamente mostrare le mie debolezze.
Quando Ettore se ne andò dentro di me si aprì un baratro. Il mio pensiero fu costantemente rivolto a lui e nel profondo sapevo che lui facesse lo stesso.
Eppure non ci siamo più fatti sentire, il nostro orgoglio troppo grande, la consapevolezza di essere uniti ancor di più.
<< Dai che cosa aspetti?>>
Disse Mad
<< Va bene lo chiamerò.>>
Risposi
<< Sasha... Ora!>>
Digitai in preda all'ansia il numero sulla tastiera.
Sul finire dell'ultimo squillo rispose: <<Sasha?>>
<<Esatto sono io...>>
Dissi
<< Ti aspettavo.>>
<< Senti scusa l'orario, scusa il momento inopportuno, scusa un po' tutto. Come dirlo in parole povere... Io e Mad non abbiamo più una casa, divertente vero?>>

<< Perché ? Cosa è successo?>>
<< Non ho abbastanza tempo per spiegare... È una lunga storia.>>
<< Dove siete ora?>>
Chiese in maniera precipitosa
<< Sempre a Baggio.>>
<< Fino a Milano ci arrivate?>>
<< Non abbiamo un soldo.>>
Risi per sdrammatizzare
<< Ottimo, come me. Dammi un po' di tempo e vedrò come fare.>>
<< Grazie.>>
<< Stai attenta, a dopo.>>
<<Ciao.>>

Non avrei mai voluto farmi sentire, ma la nostra vita era più grande di tutto.
Le ore passavano lente e nel frattempo accesi un'altra canna.
<< Fumi come una tossica.>>
Disse Mad
<< Almeno io le pere le mangio e basta.>>
Ridemmo
<< Ce la faremo vedrai.>>
Dissi
<< Lo so, niente mi fa più paura.>>
Rispose Mad
<< Io invece sono terrorizzata.>>
<< Dici che Ettore ci aiuterà?>>
Chiese Mad
<< Ne dubito. Nessuno può, nessuno ha.>>
Subito dopo finimmo per addormentarci su quella squallida panchina; mentre si è distrutti non si fa caso a nulla.

Il sole stava per sorgere e appena un fascio di luce splendeva vicino a noi.
<< Ero sicuro di trovarvi qua.>>
Disse lui
<< Ettore... Riconoscerei la tua voce anche se fossi in coma.>>
Dissi ad occhi chiusi
<< Come hai fatto?>>
<< Ho trovato un passaggio da un amico... Gli devo un grande favore, ma non potevo lasciarti qua.>>
<< Mi dispiace, non volevo.>>
<< Ma smettila! Tu ci sei sempre stata o quasi...>>
<< Ne parleremo in un altro momento.>>
<< Credo che dovresti svegliare Mad.>>
Rise
<< Mad sveglia! Dobbiamo andare.>>
Dissi
<< Ci hanno preso?>>
Disse Mad un po' intontita
<< Per fortuna no... Ci sono venuti a prendere!>>
Ridemmo
<< Dai andiamo!>>
Disse Ettore
Salimmo in macchina.
<<Posso sedermi avanti?>>
Disse Mad
<< Certo.>>
Rispose Ettore
<< Ciao a tutti.>>
Disse il ragazzo
<< Ciao, scusa! Comunque io sono Sasha.>>
Dissi
<< Io Mad.>>
<< Oh so bene chi sei Sasha!>>
Rispose
<< Juri tappati la fogna!>>
Disse Ettore
<< Lui é Juri, non sa mantenere i segreti.>>
Aggiunse
<< Ah bene, allora andrà d'accordo con Mad!>>
Dissi con tono sarcastico
<< Hey!>>
Rispose Mad

<< Stai bene?>>
Mi chiese Ettore
<< Adesso si.>>
Risposi
<< Poi parliamo io e te.>>
Aggiunse
<< Ma dove stiamo andando?>>
Chiesi
<< Sasha, Sasha, Sasha... Dovresti sapere dove abita il tuo ragazzo!>>
Disse Juri
<< Cosa?>>
Risposi un po' sorpresa
<< Lascialo perdere ha pochi neuroni.>>
Disse Ettore
<< Ragazze, si va a Bergamo.>>
Aggiunse

E così mi ritrovai accanto tutto ciò che aveva sempre rappresentato la mia insicura felicità.
Dopo un paio d'ore entrammo finalmente in casa.
<< Non guardate lo schifo, qui vivono sei maschi.>>
Disse Ettore
<<Apprezzo la tua sincerità.>>
Risi
<< Io sono il settimo maschio.>>
Disse Mad
<<Ti adoro!
La scelgo come compagna di stanza.>>
Rispose Juri ridendo
<< Sasha vieni! Sarai stanca... Ti mostro la stanza.>>
Disse Ettore
<< Non è un gran che... Dato che c'è solo un letto se vuoi posso stare sul divano, ma ti assicuro che vorrei dormire con te.>>
Aggiunse
<< Perché non iniziare da ora?>>
Risposi
Mi svestii velocemente e mi precipitai sul letto. Ettore fece altrettanto.
<< Mi è mancato tutto questo.>>
Disse
<< Shh! Non parlare, goditi ciò che sta accadendo.>>
<< Tu mi stai salvando.>>
Sussurrai
Subito dopo crollammo insieme. Finalmente oggi non assisteremo ad un'altra alba distrutta.

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