Non ci pensare due volte

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Non fu una scelta facile, ma al mio ritorno decisi di lasciare Roma.
La capitale, sebbene ricca di varie opportunità, cominciava a starmi stretta.
Avrei seguito Mad a Milano, la grande metropoli italiana che, a mio parere, era grande soltanto dal punto di vista territoriale.
Mad trovò un appartamento a pochi chilometri da Milano centro, dalle foto sembrava abbastanza discreto, avremmo dovuto condividerlo con altre due ragazze.
L'idea di conoscere nuove persone e di scoprire un'altra città mi faceva stare bene. Troppe volte non avevo cambiato la mia vita per paura di ferirne un'altra, troppe volte avevo inserito una virgola dov'era necessario un punto.
Riferii a Toma la mia decisione e stranamente mi appoggiò.
Sapevo che sarebbe stato felice, i posti in cui viviamo ci cambiano sempre.

Il giorno seguente
Arrivai in stazione alle 6:30 e nell'attesa mi accesi la solita marlboro rossa.
Ed eccomi di nuovo qua, sempre in viaggio, sempre alla ricerca della tanto desiderata felicità.

Salii sul treno, indossai le cuffie e osservai il paesaggio fuori dal finestrino.
Tutto appariva malinconico, eppure era proprio la malinconia ad attribuire al paesaggio una certa bellezza.
La bellezza malinconica è la bellezza in sé.
Charles Baudelaire sosteneva: "La malinconia è la nobile compagna della bellezza, al punto che non so concepire un tipo di bellezza che non abbia in sé il dolore."
Oggi giorno l'idea che si ha della bellezza è un'idea effimera o ancora meglio, inesistente.
Che cos'è veramente la bellezza se non possiede 'un non so che' di triste o vissuto?

Marilyn Monroe fu una bellezza malinconica. Bastava guardarla per capire che il suo volto nascondeva un lato triste, ma perfettamente in equilibrio con la sua bellezza.
Una bellezza malinconica, indossata umilmente.

9.50
Dopo circa quattro ore di treno arrivai alla stazione di Milano centrale.
La stazione più estesa che avessi mai visto.
Ritenevo che fosse il triplo della stazione di Rocca, ma la grandezza non fa la bellezza.
Era affollata, possedeva una varietà di binari arricchiti da treni veloci , tuttavia sembrava vuota e solitaria.

Andai verso la fermata degli autobus dove vi era Mad ad aspettarmi.

<< Hey Sasha! Pensavo ti fossi persa...>>
<< No, ha fatto un po' di ritardo il treno.>>
<<Ti piace la stazione?>>
<< Non molto.>>
<< Lo immaginavo!>>
Rise.

Dopo poco tempo arrivò il pullman per Baggio, il nostro quartiere.

<<Come mai hai deciso di seguirmi a Milano? Conoscendoti non pensavo che accettassi, non ti è mai piaciuta questa città.>>
Disse Mad sedendosi.
<< Lo so, ma a Roma ero completamente sola. Avevo voglia di ricominciare.>>
<< Non c'era tua cugina a casa ?>>
<< Non proprio, parlavamo raramente.>>
<< Beh, allora hai fatto bene.>>

<< Tra quanto arriviamo?>>
Chiesi.
<<La nostra dovrebbe essere la prossima fermata, credo.>>

Arrivammo a Baggio dopo una ventina di minuti.
Camminammo un po' fino al nostro condominio.
L'edificio era antico, ma comunque presentabile.
All'esterno vi era un vasto cortile arricchito da molte piante.
<<A quanto pare c'é anche una piscina.>>
Disse Mad.
<< Grandioso.>>
Risposi con tono ironico.
<<Dai, non fare la solita pessimista!>>

La voglia di iniziare un nuovo capitolo di vita scomparve, così, all'improvviso. Sentivo solo un'assurda pesantezza: la mancanza.

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