<<Queste gocce sono così amare amore mio che è come se assaggiassi l'affascinante e oscuro mondo della morte. Goccia dopo goccia il battito del tuo cuore rallenta; il mondo appare pacato e i demoni dai denti aguzzi perdono la loro credibilità.
Ettore, a volte non mi sento più io. A volte sento il cuore battere, ma non credo realmente di percepirlo. Temo la notte, ma la voglio vivere allo stesso tempo. É proprio quando splendono le stelle che la mia mente elabora una serie di paranoie con cui mi è solito convivere: non respiro, il cuore non batte, muoio.
Per questo motivo le persone che bramano la morte sono proprio quelle che la temono maggiormente. Oh caro Ettore, se solo sapessi che già da tredicenne pensai al mio suicidio!
Ora che sul pavimento di questo cesso intraprendo un discorso insensato con te, ma in realtà è tutta una finzione; interagisco con la parte più complessa della mia mente.
Detesto non avere più il controllo del mio corpo, adesso vorrei essere una farfalla. Oh é così assurda la vita di queste dolci creature! Esse trascorrono quasi la totalità della loro esistenza ad essere dei bruchi ripugnanti. Infine arriva il miglior momento di sempre: si trasformano in ammirevoli farfalle. Leggere volano lungo i prati ostentando la loro bellezza effimera. Tutta la loro felicità svanirà nel corso di una settimana, quando sopraggiungerà la certa morte.
In questi ultimi mesi sento o un'eccessiva pesantezza o una spaventosa leggerezza, trovare una via di mezzo è una sfida ardua da compiere.
Ettore, ho timore di essere soffocata dai miei demoni. Essi si posizionano sul cuore e formano al suo interno un blocco di cemento.
Adesso bevo questo brandy , ai mostri l'alcol non è mai piaciuto, sentono troppo calore. Ai demoni piace vivere nei cuori gelidi, lontano da ogni sentimento che non sia la tristezza.
Finisco questa bottiglia dal sapore di vernice e sento un incredibile senso di nausea ansiosa.
Mi adagio a terra, Ettore apre la porta.>><< Cos'hai?>>
Disse Ettore con gli occhi spalancati
<< Dovrei avere qualcosa?>>
Risposi
Ettore mi tolse la bottiglia di Brandy dalle mani e avvicinò il suo orecchio al mio petto.
<< Sei ubriaca?>>
Chiese
<< Quasi.>>
Risposi
<< Perché ti vuoi distruggere così tanto?>>
<< Voglio...>>
<< Cosa vuoi?>>
Chiese
<< Niente.>>
Risposi abbassando lo sguardo.
Ettore se ne andò sbattendo la porta.<< Voglio calore.>>
Dissi a me stessa
Dopo di ciò cercai di rialzarmi per rimediare alle mie stronzate.
Barcollando uscii di casa.
Sotto la palazzina trovai Juri e Mad intenti a fumare.
<< Ciao Sasha.>>
Disse Mad
<< Bella!>>
Disse Juri stringendomi la mano
<<Ettore?>>
Chiesi
<< É in macchina, stiamo per uscire vieni ? >>
<< Sí.>>
Risposi
<< Stai bene? Hai la faccia devastata oggi.>>
Disse Mad
<< Si, dovevo solo fare una doccia.>>
Risposi
Così corsi a raggiungere Ettore in macchina.
<< Non stavi male?>>
Chiese Ettore
<< Ci si può sempre ripulire.>>
Risposi
<< Sempre la solita...>>
<< La solita cosa?>>
<< Unica.>>
Disse sorridendomi.
Era straordinaria la capacità con la quale io ed Ettore ci riappacificavamo; era come se non riuscissimo ad avercela l'uno con l'altra. Eravamo degli spiriti eletti.
Il mio rapporto con Ettore fu da sempre speciale, legato da unicità, dalle sottovalutate affinità elettive.
Guardandolo potevo capire tutto: se stesse bene, se stesse male... Una sorta di telepatia. Sembrerà assurdo, ma delle volte riuscivo persino ad entrare nei suoi pensieri.
Due spiriti eletti accumunati dalle stesse tendenze, le medesime passioni ed eguali consuetudini.
<< Dove andiamo ragazzi?>>
Disse Juri
<< Andiamo al prato di Boldo.>>
Disse Mad
<< Ci sta.>>
Rispose Ettore
Nel frattempo Juri aprí la sua giornaliera bottiglia di vino biologico, il migliore.
E così tra un sorso di vino, qualche tiro di canna e la musica francese dei ''La femme'' arrivammo a Boldo.<< Adoro questi prati, da noi non si vedevano mai.>>
Dissi
<< Sono dei posti semplici, ma magnifici.>>
Rispose Ettore
<< É la pace di questo posto a suscitare in voi il senso della bellezza. Se ci fosse un gran casino non lo guardereste nemmeno.>>
Disse Juri
Ci sdraiammo tutti e quattro nel prato con la musica a palla.
Per la prima volta non pensai al mio battito cardiaco, al mio respiro affannato.
Chiusi gli occhi accanto ad Ettore e viaggiai in un mondo migliore.
La pace duró ben poco, ma in fin dei conti tutti i piaceri della vita si rivelano di breve durata.
Basti pensare al fumo, agli affetti dell'alcol, della droga, al sesso.
Viviamo in un mondo effimero; il mondo delle illusioni. La felicità ha i secondi contanti sul palmo della mano.
Andammo subito a casa di Juri e iniziammo ciò per cui la nostra vita era quasi divertente: l'autodistruzione.
Juri e Mad preparavano la stagnola, io versavo alcune gocce di xanax nella fiaschetta del rum ed Ettore girava l'ennesima canna. Era un triste circolo vizioso; il circolo delle dipendenze.
Sembrava la scena di un film drammatico; eppure era la nostra normalità.
Le cose che gli altri guardavano con gli occhi spalancati a noi altri non facevano alcun effetto. Le nostre dipendenze divennero quotidianità; un po' come dormire, mangiare e andare in bagno.
Il quadro più triste era rappresentato da Juri e Mad; quando si facevano non erano anime felici. Subito dopo aver fumato la bianca restavano fermi, distesi sul pavimento con lo sguardo perso nell'oscurità. Ciò accadeva nei giorni migliori; durante i momenti più tristi si torturavano a vicenda. Collassavano oppure si graffiavano, cercavano di farsi del male, li divertiva.
Mentre osservavo le varie scene restavo in silenzio, i cocktail assorbivano tutte le mie energie.
Ero immobile; Ettore invece si isolava nel suo mondo fatto di musica.
Lo comprendo. Cercava compagnia attraverso l'erba perché io ero troppo assente in quei momenti.
Però cercava di stringermi la mano come a dire: ci stiamo parlando attraverso la mente.Quando l'effetto finiva cercavamo di parlare il più possibile per distrarci dalla voglia costante di distruggerci nuovamente.
Ascoltavo Juri, ma era come se non riuscissi a seguirlo. Fiumi di parole ambigue uscivano dalla sua bocca. Parlava dell'ero, della sua prima volta: una speedball la più potente e allo stesso tempo letale. Si prese malissimo vomitando anche l'anima eppure continua ancora oggi.
<< Sai chi si fa di eroina cerca calore.>>
Disse
Ed io pensavo che desideravo così tanto il calore. Adesso temevo, temevo per la mia debole mente.
<< Decisi di non bucarmi più quel giorno. Adesso su quel buco ho un tatuaggio, ma non basterebbero cento per coprire gli altri.>>
Aggiunse
Io ascoltavo a stento, l'ansia bussava alla mia porta.
Strinsi la mano di Ettore e gli sussurrai: Sono stanca, andiamo a casa.
Tornammo a piedi e per tutto il tragitto osservai i grandi palazzi che avevo sempre ammirato.
Appena arrivammo a casa mi sdraiai come sempre sul letto.
Ettore era a sua volta distrutto, si sistemò accanto a me e mi strinse a lui forte.
Il nostro sarebbe potuto essere uno di quegli amori che durano per sempre, ma noi non sappiamo nemmeno restare in vita.
<< Andrà tutto bene, ti farò vivere una vita migliore.>>
Disse asciugando le mie lacrime nere
<< Impazzirò, lo sento. Sto già impazzendo.>>
Dissi
<< Allora impazziremo insieme.>>
Ridemmo.
Subito dopo i nostri corpi caddero in un sonno profondo.
La mattina seguente sarebbe stata un'amara pena, amara come la morte. La morte che ha il sapore di xanax.
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Noi altri
Historia CortaNoi non siamo fatti per vivere questa vita, non possiamo amare o sognare. Siamo intrappolati dentro le nostre paure e riusciamo a respirare solo attraverso le sigarette. Siamo fumo che vaga nell'aria. Siamo fuoco che brucia fino a spegnersi. Noi...