Capitolo 27

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POV GABRIEL

Guardo mia sorella piangendo.
Poche persone hanno visto le mie lacrime.
Ho sempre reputato che piangere sia da deboli.
Ma oggi ne ho bisogno.
Tutte le lacrime che ho nascosto per Alexandra oggi meritano di essere versate.
Continuo ad abbracciarla senza staccarmi da lei, ho paura che se la lascio la perderò di nuovo.

"Gabriel dobbiamo parlare e io devo spiegarti tante cose"

Annuisco e mi stacco dal suo abbraccio
"Ti va di venire a casa mia Alexandra?"

"Puoi chiamarmi Alexia, ricordo che mi chiamavi sempre così"

Le sorrido e prendo la sua mano e usciamo fuori dal commissariato.
Chiamiamo un taxi e ci dirigiamo verso casa.

"Eccoci qui"

"Vedo che ti tratti bene"

"Sono cambiate molte cose. Devo raccontarti anch'io Alexia"

Lei sorride ed entriamo in casa.

"Ti va qualcosa tesoro?"

"Un bicchiere d'acqua grazie"

Annuisco prendo un bicchiere d'acqua per lei è un calice di vino bianco per me.

"Alcol?"

"Ne ho bisogno. Tu sei sicura di volere solo dell'acqua?"

"Si grazie non posso bere alcolici"

Andiamo in salotto e ci sediamo sul divano.
L'attiro verso me e le faccio appoggiare la testa sul mio petto.

"Perché non mi racconti un po'  di questi anni?"

"Si. Poi ti mi racconterai dei tuoi?"

"Certo tutto Alexia dobbiamo recuperare il tempo perso"

"Sai Gabriel non ti ho mai dimenticato. Dopo che mi portarono via dalla nostra casa entrai in quella struttura. Era una casa famiglia.
Non parlavo con nessuno, non chiedevo nulla soprattutto non mangiavo.
Ero un fantasma.
Non so quanto tempo dopo, arrivó una coppia loro dovevano adottare Arya.
Arya era più piccolina di me.
Alla signora che doveva adottare Arya. Ora nostra madre, le chiesero un consiglio per me.
Mia madre è una psicologa in pensione oramai, ma mi ha sempre aiutato, ancora oggi lo fa.
Gabriel ora so che mi dirai che abbiamo una madre mi dispiace ma non la considero tale.
Mia madre e mio padre sono Margareth e Stefan Solder.
Non so cosa gli spinse ad adottarmi ma lo fecero. Hanno avuto difficoltà ad adottarmi ma ci sono riusciti e gli ringrazierò per il resto della mia vita.
Mi portarono nella loro casa.
Loro avevano già un figlio di sangue Paul.
Paul quando arrivai in casa aveva sette anni.
Beh con lui c'è stato un rapporto unico che continua anche ora.
Ci sono voluti anni per riprendermi Gabriel non ti voglio raccontare i miei attacchi o incubi ma alla fine sono risalita dall'inferno in cui ero scesa.
All'età di 21 anni mi sono sposata.
Mi sono sposata con Paul.
Ci siamo sempre amati sin da piccoli.
Nessuno ha mai detto nulla, non eravamo fratelli di sangue.
Ci siamo sposati ed entrambi abbiamo intrapreso un percorso nell'arma dopo esserci diplomati.
Siamo diventati agenti sotto copertura.
Lui lo era già prima di me.
Due anni fa ho scoperto di essere incinta e ho avuto un bambino.
Joshua non è figlio di Arya ma è mio figlio.
Mesi fa sia io che mio marito eravamo in missione,sono viva per miracolo.
Lui è morto, mi hanno colpito alla milza sono viva davvero per miracolo è ancora ora sono in riabilitazione.
Mi sto riprendendo piano piano  dalla morte di Paul, lui lo vedo in Joshua e vado avanti per il mio bambino. Ma non ho intenzione di lasciare il mio lavoro devo incastrare chi ha ucciso Paul.
Lo devo a lui ma sopratutto a me e a mio figlio, chi ha ucciso mio marito la deve pagare.
Ti racconterò altri dettagli della mia vita  man mano che andremo avanti ma ora voglio godermi solo questi momenti con te.
Sai Gabriel ho sempre saputo tutto della tua vita, ma non ho mai avuto il coraggio di farmi vedere da te. Non lo so c'era qualcosa che mi bloccava. Arya beh l'occasione è arrivata quando è stata presa nella tua clinica per la specializzazione, le ho solo chiesto di accertarsi che stavi bene Gabriel. Ti ha mentito per me Gabriel. Non odiarla lei ti vuole bene. Non pensava di provare sentimenti per te"

Ti amo...ma non posso 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora