H; Diviso due

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Mi sono sentito così vuoto sempre più spesso,
avevo deciso di allontanarmi dai miei amici per soddisfare il tuo continuo bisogno di affetto e attenzioni.

Ma Jimin,
non potevo fare tutto io,
dovevi metterci del tuo e
imparare ad amarti.

Io non sarei stato per sempre al tuo fianco e volevo prepararti
ad un ipotetico futuro
in cui io e te non eravamo legati da nessun filo rosso.

«Un giorno» ti dicevo, «userai di nascosto le felpe di qualcun altro,
amerai il profumo di una persona che non sarò io,
vorrai fare il bagno
con un corpo diverso dal mio».

E piangevi,
ti sedevi sul letto e ti coprivi il viso con le mani
ma il tuo corpo parlava al posto tuo. Tra spasmi e singhiozzi, provavo ad affilare l'udito e capire quello che cercavi di dirmi.

«Yoongi hyung non dire così». Provare a fare il duro non ti avrebbe mai salvato Jimin, ogni cosa di te tradiva i tuoi tentativi.

«Hyung, io voglio stare con te per sempre. Non so se potrò mai essere felice con qualcun altro come lo sono adesso con te».

Io sorridevo,
ti confortavo ma tu mi credevi un alfabeta sentimentale.

«Invece arriverà il giorno in cui ti dimenticherai anche il mio stupido cognome».

Allora mi stampavi una carezza violenta sulla guancia pallida
perché, per te, le mie parole ti suonavano quasi blasfemie.

«Vai a quel paese, Yoongi» sbottavi,
«Perché sei così insensibile?».

Andiamo, forza, Jimin.

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