Leya's point of view
Le strade a quest'ora del pomeriggio sono quasi deserte. La maggior parte della gente lavora, oppure è in spiaggia: fa caldo, il cielo è splendidamente azzurro e terso e una brezza gentile gonfia i vestiti e scompiglia i capelli.
Io cammino da sola da un po', ascoltando i suoni di ogni cosa che mi circonda; al contrario di molti adolescenti non ascolto quasi mai la musica, da quando non passo più il mio tempo libero con un certo violinista.
Da una parte mi manca, mi manca un sacco, ma non posso dire che mi dispiaccia aver finalmente conosciuto il mio fratellone. È il ragazzo più gentile, sensibile e adorabile che io abbia mai conosciuto e sapere che ha sofferto tanto mi provoca una rabbia incredibile. Per fortuna ha un fidanzato fantastico.
Mentre son persa nei miei pensieri calpesto una bottiglia di plastica abbandonata per terra. Con disappunto la raccolgo e la butto nel primo cestino che incontro. Nell'alzare lo sguardo da esso i miei occhi si posano su una ragazza con un cane e un bimbo in braccio.
Il cane è senza ombra di dubbio un pastore australiano, mi piacciono i cani e conosco tante razze; il bimbo avrà due o tre anni e possiede dei meravigliosi occhi verdi incorniciati da una folta chioma di ricci biondo miele. Decido che debba essere il fratellino della ragazza.
Vogliam parlare di lei? Credo sia più piccola di me ed è dannatamente meravigliosa. I lunghi capelli color cioccolato sono legati in una coda bassa e gli occhi grigi sono attenti, si sposano alla perfezione con la diffidenza che denotano le labbra rosee, stirate in una linea sottile.
Il cane mi corre incontro, scodinzolando.
- Yuuhi! - grida l'incantevole sconosciuta. - Torna qui!
Bella's point of view
- Yuuhi! - esclamo. - Torna qui!
La mia cagnolona volta la testa verso di me e poi torna a scodinzolare. Non ha mai fatto così. La ragazza bionda la osserva con desiderio, credo che vorrebbe accarezzarla, ma nota quanto io sia contrariata e fa un passo indietro, lanciandomi un'occhiata di scuse.
- Yuuhi! - la richiamo, battendo la mano libera sulla coscia. Finalmente torna da me, perciò inizio ad avviarmi verso casa, non prima di aver lanciato una rapidissima occhiata alla sconosciuta: è alta, biondissima, dalla carnagione pallida e gli occhi chiarissimi, azzurri.
Quegli stessi occhi che percepisco fissi su di me mentre ci allontaniamo. Non mi piace la gente che mi fissa, non perché pensi che mi stia giudicando, bensì per il semplice motivo che... be', non vivo nel terrore, ma cose come quella che è capitata a mia madre accadono in continuazione e per questo mi fido di poche, pochissime persone.
- Sono a casa - annuncio, chiudendo accuratamente la porta.
- Ciao, tesoro! Tutto a posto? - chiede la mamma, comparendo da chissà dove e sorridendo. Annuisco.
- Vado in giardino con Yuuhi e Brook - la informo, ricambiando rapidamente il suo sorriso.
- Va bene. Se mi cerchi sono in camera e John sta guardando la partita.
Le faccio un cenno col capo per dire che ho capito e vado in giardino, il nostro modesto giardino, sedendomi sull'erba e sistemando Brook sulle mie gambe. Yuuhi si sdraia al mio fianco.
- Bella - mi chiama il mio fratellino. - Abbraccio.
Lo stringo a me e le sue manine mi solleticano il collo. Brook, diminutivo di Brooklyn, ha tre anni ed è forse la persona che amo di più al mondo, insieme alla mamma, naturalmente. Anche John è importante, così come lo è... Akira. Non so più come mi sento nei suoi confronti e mi trovo spesso combattuta tra il desiderio di vederlo e quello di cancellarlo forzatamente dalla mia vita.
Brooklyn mi bacia sulla guancia e io gli accarezzo i ricci. È così affettuoso ed intuisce sempre i miei stati d'animo, esattamente come Yuuhi. Non sapevo come sentirmi riguardo all'avere un fratello o una sorella, poi quando Brook è nato... ho compreso che non potevo non amarlo.
- Sei triste? - domanda, poggiando le mani sul mio viso. Yuuhi alza la testa e posa il muso sul mio ginocchio.
- No, Brook - rispondo, continuando a passare le dita nella sua morbida zazzera color miele. Il mio fratellino è un bambino bellissimo, semplicemente perfetto: ha ereditato i capelli biondi della mamma con una sfumatura un po' più scura (colpa di John!) e gli occhi verdi di entrambi. E un'altra cosa che ha ereditato sia da mia madre sia da John è il buon carattere... per ora.
E comunque non sono né felice né triste, al momento. Ho bisogno di trascorrere del tempo senza pensare troppo ad amicizie e amori, devo concentrarmi sulla scuola. Anche se è più facile a dirsi che a farsi...
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Note dell'autrice:
konbanwa! Mi son promessa di andare a dormire presto, ma non m'ascolto mai e ci tenevo a postare questo breve prologo! Perciò vi lascio, adesso, spero che apprezzerete anche questa storia! Baci
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Juliet & Juliet
RomanceBella ha sedici anni, un pastore australiano che risponde al nome di Yuuhi come migliore amica e Brooklyn, il suo fratellino di tre anni, di cui occuparsi. Per lei non esiste null'altro, nessun altro, a parte la scuola. Con l'amore ha chiuso. Ma, co...