Capitolo tre

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Leya's point of view

- Ciao, Mikhail.

- Ciao, sorellina, bentornata - replica mio fratello, sorridendo. Sembra felice e ciò fa sentire un po' contenta anche me. Ci dirigiamo in cucina e io mi sistemo sulla sedia che di solito occupa Liam. C'è un buon profumo.

- Che delizioso odorino... ti sei dato da fare, eh - commento, inspirando a fondo. La tavola è apparecchiata come sempre, ma abbellita da un fiore rosa pallido.

- Leya, ma cosa dici! - scherza Mikhail, servendomi un hamburger di canguro. Dimenticatevi di vederli saltellare in giro, li troverete più spesso nel vostro piatto.

- Che fiore è? - chiedo, indicandolo con un cenno del capo. Gli occhi scuri del mio fratellone si spostano su di esso.

- Victoria. Ti piace?

- Un sacco. Non mi dispiacerebbe disegnarlo, ma il mio blocco e le mie matite sono rimaste a casa...

- Non è un problema - ribatte dolcemente, versandomi un po' d'acqua nel bicchiere e accomodandosi di fronte a me, dopo essersi ovviamente riempito il piatto. - Quando ho tempo possiamo andare a fare shopping insieme o puoi andare da sola e se hai bisogno ti lascio un po' di soldi o se non hai voglia posso dire a Liam di prenderti ciò che ti serve...

Rido sommessamente, allungando una mano per accarezzare fugacemente la sua.

- Andremo insieme - affermo, bloccando il suo fiume di parole e proposte. S'illumina immediatamente.

- E-eh? Oh, fantastico. Certo, volentieri, molto volentieri! - farfuglia entusiasta, e io non ho mai pensato in vita mia che un ragazzo potesse essere carino quanto mio fratello. È adorabile.

- Mikhail?

- Cosa?

- Liam ti ha mai detto che sei adorabile?

- U-uh? Ah, s-sì, Liam dice fin troppe cose...

- Ha pienamente ragione - asserisco, facendolo avvampare.

- L-leya... - cerca di darsi un tono, assottigliando lo sguardo. - Sono tuo fratello maggiore, non posso essere adorabile.

Ci fissiamo per un po' e poi scoppio a ridere, imitata nell'immediato dopo da lui.

- Per me resti a-d-o-r-a-b-i-l-e - bisbiglio a voce abbastanza alta perché mi senta. Riprendo a mangiare e intanto percepisco i suoi occhi posati su di me. Lo sbircio: la sua espressione trabocca d'affetto.

- E tu sei bellissima - sussurra. Stavolta sono io ad arrossire. Mi pulisco la bocca col tovagliolo e mi alzo, andando a stampargli un bacio sulla guancia, prima di tornare a sedermi. - Ma allora? Che hai fatto di bello, stamattina?

- Sono andata al parco... volevo fare un po' di foto per poi trasporle su carta, sottoforma di disegni, ma mi son limitata a far una passeggiata e a riflettere in un determinato modo che mi ha insegnato una persona...

- Una brava persona? - indaga, vuotando rapidamente il proprio bicchiere e versandosi altra acqua.

-  Una bravissima persona - confermo, deglutendo. Non gli parlerò di Dragan, non ancora. Non è tempo. - Sono sicura che andrete d'accordo, il giorno in cui vi conoscerete.

Le iridi scure di mio fratello diventano pozzi senza fondo, adombrandosi.

- Non vedo l'ora - mormora, nonostante non sembri troppo convinto.

- E poi ho incontrato la ragazza dell'altro giorno! Si chiama Bella! E il suo cane Yuuhi, avevi ragione, è giapponese e significa tramonto.

- Che bello - osserva Mikhail, tornando a sorridere genuinamente. - Le hai dato il tuo numero?

Juliet & JulietDove le storie prendono vita. Scoprilo ora