Capitolo quattro

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Bella's point of view

Mi sveglio nel cuore della notte per suoni che non riesco immediatamente a riconoscere. Mi tiro a sedere di scatto e qualcosa cade per terra. Il mio cellulare. Oh. Devo essermi addormentata mentre messaggiavo con Akira.

Arrossisco, raccogliendolo, alzandomi e poggiandolo sul comodino, prima di andare nella camera di Brooklyn, il quale mi chiama piagnucolosamente. Credo di aver sentito la mamma gridare... e anche lui deve averla udita.

Accanto al suo letto c'è Yuuhi e, non appena entro, lei scodinzola ansiosamente. Le accarezzo dolcemente il capo.

- Brava ragazza - bisbiglio, dopodiché prendo in braccio mio fratello e gli lascio un bacio sulla fronte. - Shh... sono qui, Brook, sono qui. È tutto okay.

- Bella... - piagnucola ancora. Lo stringo più forte e vado nella camera della mamma, camera che ora divide con John, fermandomi senza entrare. Lui sta cercando di confortarla e non smette quando percepisce la mia, la nostra presenza, incrociando però il mio sguardo.

- Un incubo - bisbiglia. Annuisco rapidamente, lasciando un bacio fra i morbidi riccioli di mio fratello.

- La mamma ha solo avuto un brutto sogno, Brook - gli dico in tono rassicurante. Non dà segno di voler dormire con loro, dunque mi limito a sistemarlo meglio sulle mie braccia.

- Mi dispiace di avervi svegliato, ragazzi - sussurra nostra madre, stringendosi a John e lanciandoci un'occhiata piuttosto stanca.

- Non fa niente, mamma - ribatto. - Stai bene?

- Sì... sto bene - replica, facendo per alzarsi. John la trattiene gentilmente per un braccio.

- Virginia...

- Noi torniamo a dormire, allora - asserisco, abbozzando un sorriso. - Non ti preoccupare, mamma. Ci penso io a Brooklyn.

E torno nella mia camera, seguita da Yuuhi. Yuuhi è la mia migliore amica, il mio angelo custode; obbedisce a qualunque cosa le chieda di fare e mi segue ovunque.

- Ti riporto nella tua camera o vuoi dormire con me? - chiedo a mio fratello, mettendo in carica il cellulare e sedendomi a gambe incrociate sul letto. Yuuhi si accuccia di fianco ad esso.

- Con te - risponde Brook, nascondendo il faccino nella mia spalla. - Qui non ci sono i mostri.

- Va bene - mormoro, baciandogli un paio di volte il capo. Prima però controllo il telefono: ho due messaggi di Akira.

'Bella?'

'Buonanotte, dormi bene.'

Avvampo, dopodiché sospiro e lo blocco, andando a raggomitolarmi sotto le coperte insieme al mio fratellino.

- Buonanotte, Brook. Sogni d'oro - bisbiglio, scostandogli gentilmente i ricci dalla fronte e continuando a regalargli qualche dolce coccola per farlo addormentare.

- 'Notte... - farfuglia, aggrappandosi alla mia maglietta. Sospiro nuovamente, piano. Mi piace prendermi cura di lui e permettere alla mamma di ritagliarsi un po' di tempo con John. Nella mia mente non sarà mai 'papà'... anche se, per il bene di Brooklyn, mi sono abituata a chiamarlo così. Abbiamo deciso che non saprà che non è mio padre. Non è necessario.

L'ennesimo sospiro, dedicato come gli altri ad Akira. Anche dopo tre anni... anche dopo tre anni i miei sentimenti non sono cambiati, nonostante mi abbia già respinta tanto tempo fa, nonostante sappia che non sarà mai mio, nonostante abbia detto il fatidico sì a Christopher e ora porti un anello al dito.

Ai matrimoni si piange, no? Si piange di gioia, di felicità, di commozione... e pure io ho pianto, la notte prima delle nozze del mio 'cugino acquisito', e anche al termine dei festeggiamenti; ho versato amare lacrime di delusione a lungo, sentendomi ancora peggio per non riuscire ad essere felice per gli sposi e per il dolore di avere il cuore spezzato da un rifiuto definitivo.

Juliet & JulietDove le storie prendono vita. Scoprilo ora