26 Settembre 2013

488 33 7
                                    


Kurt era stato dimesso dall'ospedale dopo un paio di giorni: aveva reagito abbastanza bene alla prima dose di chemioterapia e i medici avevano deciso che poteva tornare a casa e che la seconda l'avrebbe avuta un paio di settimane dopo, per dare tempo all'organismo di riprendersi da quel brusco cambiamento.
Il ragazzo quindi aveva deciso che avrebbe passato la giornata a riposare nel letto, sotto al calore del piumone.
Erano le nove di mattina, il sole filtrava fioco dalle tende della stanza da letto e il castano si trovava rannicchiato in un angolo del letto ad occhi chiusi, anche se era perfettamente sveglio: non aveva la minima intenzione però di alzarsi da quel letto per nessuna ragione al mondo.
I medici lo avevano avvertito che la chemioterapia lo avrebbe reso molto stanco fin dalla prima dose, ma Kurt non immaginava che la stanchezza potesse essere talmente tanta.
Sentiva che non aveva neanche più l'energia di alzarsi per fare colazione e si, forse stava un po' esagerando, ma il malumore certo non migliorava le cose.
Non sapeva neanche lui come, ma era riuscito a convincere Blaine a tornare a lavoro, giurandogli che lo avrebbe chiamato al minimo bisogno: Kurt però non voleva che la sua situazione potesse impedire al marito di lavorare, dato che avevano bisogno di soldi e poi era certo che se la potesse cavare benissimo da solo in casa. Aveva promesso al marito che non sarebbe uscito per nessun motivo e che non avrebbe fatto le faccende di casa, amava che Blaine fosse talmente dolce con lui, ma non voleva che fosse considerato come un bambino al quale si devono dare continuamente cure e attenzioni.
Era un uomo indipendente, aveva combattuto per essere e voleva essere forte abbastanza da combattere da solo la stanchezza e poter fare anche le minime cose, non voleva che la sua malattia lo bloccasse prima del previsto.
Aprì lentamente gli occhi e sbadigliò, cercando di uscire dal torpore piacevole del piumone per mettersi seduto sul materasso: fuori era freddo, considerando che stava per finire Dicembre e dopo pochi giorni sarebbe stato Natale.
Si stropicciò gli occhi e si guardò intorno, notando che sul suo comodino c'era un biglietto scritto a mano: era di Blaine, ovviamente.
-Buongiorno amore mio. Sul tavolo ti ho lasciato la colazione pronta, mentre nel microonde trovi il caffè da scaldare. Per qualsiasi cosa chiamami, torno a casa per l'ora di pranzo. Ti amo.
Tuo, Blaine.
-
Kurt sorrise: suo marito sapeva essere veramente molto dolce e romantico e doveva ammettere che ci sapeva proprio fare quando ci si impegnava.
Si alzò lentamente dal letto, indossando subito le sue ciabatte per non prendere freddo; si diresse verso il bagno per darsi una sciacquata, ma i suoi occhi fecero più attenzione del dovuto al riflesso nello specchio.
Un ragazzo pallido, con gli occhi segnati dalle occhiaie, i capelli in completo disordine e segni di aghi sulle braccia: sospirò pesantemente a quella vista, strizzando per un momento gli occhi, come se quello potesse essere tutto un sogno, un terribile sogno.
Scosse la testa e uscì dal bagno, per poi andare in cucina a fare colazione.
Si scaldò il caffè e si sedette a tavola per magiare, notando distrattamente la presenza di un secondo biglietto lasciato sul tavolo; lo prese addentando un biscotto al cioccolato e lo lesse, notando la calligrafia leggermente tremolante del marito.
-In salotto troverai una piccola sorpresa per te, ho pensato che potesse farti sorridere almeno un po'. A dopo Kurt, ti amo.
Blaine.
-
Il ragazzo lesse varie volte il bigliettino, sentendo la curiosità aumentare dentro di lui: Blaine era solito essere il ragazzo che faceva regali e sorprese, anche se Kurt gli aveva detto più volte espressamente che erano sposati e che non ce ne era più bisogno, ma il moro si ostinava tutte le volte a fare di testa sua.
Finì la sua colazione velocemente e, senza preoccuparsi per una volta di cambiarsi e sistemare la stanza da letto, si diresse verso il salotto per scoprire che cosa avesse avuto in mente quella volta quel pazzoide di suo marito.
Inizialmente il castano non vide niente: la sala era la stessa della sera prima, tutto era rigorosamente al suo posto e questo lo fece impensierire: che cosa si era inventato suo marito quella volta?
Era tentato di mandargli un messaggio, per capire che cosa stesse succedendo, ma sapeva che leggere il nome del castano sul display lo avrebbe fatto preoccupare e quella era l'ultima cosa che voleva.
Decise così di sedersi sul divano per aspettare che il marito tornasse e poter quindi chiedere spiegazioni.
Forse avrebbe potuto passare il tempo leggendo un po', oppure guardando la televisione; giusto per non passare l'intera mattinata inerme come un sacco di patate steso sul divano.
Si ricordò che aveva lasciato a mezzo un libro, "Il Gioco dell'Angelo" di Zafòn, quindi si alzò dal divano per recarsi alla libreria e prenderlo, quando la sua attenzione fu attirata da una piccola scatolina vicino alla televisione, una che era certo non esserci stata la sera precedente.
Si avvicinò e la prese, per verificare di che cosa si trattasse: notò sopra la calligrafia del marito e sorrise teneramente al pensiero che avesse così tanta premura nei suoi confronti.
Prima di tutto lesse il bigliettino attaccato alla confezione per cercare di capirci qualcosa.
-Ormai credo di conoscerti bene e so che saresti venuto qua per rilassarti un po'. Ti ho preparato questa piccola sorpresa e si, so che Natale non è ancora arrivato, ma sono certo che ti spunterà un sorriso.-
Aprì la scatolina e si trovò davanti un DVD con sopra scritto "Guardami".
Non se lo fece ripetere e lo inserì nel lettore, andando poi a sedersi sul divano, già pregustandosi la sorpresa che lo aspettava, sempre più curioso.
Vide tremolare un paio di volte le immagini sulla TV, poi la prima schermata apparve davanti ai suoi occhi: era una schermata blu, dove c'era solo una scritta: 26 Settembre 2013 - Il nostro Inizio.
Kurt ci pensò un attimo, poi sorrise all'istante ricordandosi che cosa era successo quel giorno; chiuse gli occhi mentre le scene gli scorrevano nella memoria e sentiva partire le note di una canzone che lui conosceva fin troppo bene: All You Need is Love dei Beatles.

Courage, it will be OkayDove le storie prendono vita. Scoprilo ora