10. Vendetta

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Ade rimase senza fiato di fronte alle parole della moglie e, in un primo momento, credette che la dea stessa scherzando, ma, poi, osservando il suo sguardo serio e determinato, capì che non stava assolutamente prendendolo in giro.

" Chi è? Chi è il tizio di cui ti sei innamorata?" chiese il dio dei morti, con un filo di voce, a Proserpina.

La dea scosse la testa, facendo ondeggiare i lunghissimi capelli e rispose:

" Non ti dirò il nome di colui che ha conquistato il mio cuore e non lo farò perché ti conosco e so cosa faresti se sapessi di chi si tratta.
Sono stanca, Ade, sono stanca di vivere sei mesi della mia vita nell'oscurità e nella tristezza del tuo regno.
Io amo la luce, voglio la luce e voglio vedere ogni giorno il sole e sentirmi libera "

Il dio dei morti ribattè con rabbia:

" Io ho il diritto di sapere chi è la persona per cui mi hai lasciato....se è un mortale o un dio e ho diritto di saperlo perché sono tuo marito"

" Tu non hai alcun diritto su di me, la vita è mia e, come tale, ho il diritto di viverla come meglio credo e soprattutto come voglio " replicò Proserpina.

" E allora perché sei tornata qui?" domandò Ade.

" Sono tornata semplicemente per dirti la verità e per evitare che tu vada in giro a cercarmi in ogni luogo.
Lasciami in pace, Ade, e, soprattutto, lasciami vivere la mia vita"

Detto questo, così come era arrivata, Proserpina sparì in una nuvola di fumo.

Ade rimase fermo alcuni minuti respirando affannosamente, poi le fiamme che bruciavano sulla sua testa cominciarono a crepitare fino a trasformarsi in un terribile fuoco.

I suoi occhi si velarono di cattiveria e di crudeltà e le sue mani si strinsero spasmodicamente fra loro.

" Caronte!" urlò con tutto il fiato che aveva in gola.

Nel giro di pochi secondi il traghettatore infernale comparve davanti al suo padrone e si inginocchiò servilmente.

" Raduna l'esercito dei morti e tieniti pronto a farlo uscire dagli Inferi!"  disse Ade al suo servitore.

Caronte spalancò gli occhi stupito, ma non osò contraddire l'ordine ricevuto, quindi si limitò ad annuire e a sparire rapidamente.

Ade rivolse il suo sguardo verso un punto imprecisato davanti a sè e disse:

" Non sono stupido come tutti credono...la mia vendetta sarà terribile..."

La maledizione della dea ( Saga di Cupido libro 10)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora