Maledetti sguardi (4)

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Avevo il suo sguardo fisso nella mente. Il suo volto, quando incrociò il mio, rimase sbalordito, come se non si aspettasse di vedermi li. Da quel momento, non riuscivo a togliermi quel momento dalla testa. Non capivo neanche il perché ma c'era qualcosa in lui, qualcosa che mi diceva che quella persona mi apparteneva. In un certo senso, mi sentivo anche attratta da lui; Eh già, nonostante il suo carattere, stavo iniziando ad amare il suo mezzo sorriso. 

A distogliermi dai miei pensieri fantasiosi, fu Mete.

-Buon giorno amore! E' tardi! Vado a lavoro, scusami se ti ho svegliata.

-Buon giorno amore! No, non preoccuparti! Ero già sveglia, vado a lavoro anch'io.

''Si esatto, mia cara Oyku, tu sei una donna sposata'' Pensavo, ed avevo ragione. Non dovevo fare neanche quei pensieri su Ayaz. Io ero felicemente sposata, vivevo la vita che avevo sempre sognato, non dovevo rovinarmi da sola per un infatuazione. Così la chiamai: Infatuazione. Quella che provavo per Ayaz non era che soltanto una piccola infatuazione. 

Nella strada per andare a lavoro, vidi sfrecciarmi una macchina rossa decapottabile, che quasi non mi bagnava con una pozzanghera.

-Che razza di mascalzone! Ma non vedono che ci sono persone nei marciapiedi?

Arrivai all'atelier, e vidi la stessa macchina rossa, posteggiata davanti l'entrata del negozio. Rimasi a fissare e a quasi ispezionare quella macchina, fin quando una voce da me conosciuta, mi fede girare  e distogliere lo sguardo.

-Sono felice che ti piace la mia macchina! Ho un amico che ha un negozio per auto, se vuoi posso farti fare uno sconto!

- Ma certo! Era ovvia la cosa! Non poteva certo non essere tua questa macchina! Lo sai che oggi mi stavi quasi bagnando? Quando vedi le pozzanghere, e la gente che cammina nei marciapiedi, devi moderare la velocità!

-Aaaaah eri tu la ragazza di questa mattina! Scusami avevo un po di fretta e sono scappato. Una volta scappo io, una volta scappi tu. Eri sola ieri sera? Potevi unirti a me.

-No, ero a cena con mio marito. Come potevo unirmi a te? Eri in buone compagnie, o sbaglio?

-Sono mie colleghe, di solito usciamo insieme qualche sera ma niente di che. Comunque, io non ho visto nessuno al tavolo, se non te prima che scappassi.

-Ah pensavo che non mi avessi notata, che avevi altro da fare. Mio marito stava pagando per questo non c'era al tavolo.

-E' difficile non notare i tuoi grandi occhi, spiccavano in quella sala. E poi, non sarai mica gelosa delle mie colleghe? Dai, susu.

'' E' difficile non notare i tuoi grandi occhi'' Se quello era un quasi complimento non so, da quel ragazzo mi aspettavo la qualsiasi, ma mi fece arrossire. Per qualche istante rimasi in silenzio seguendolo con lo sguardo, mentre saliva nella sua auto.

- Wow! Forse dovrò annotare questo momento in qualcosa! Sono riuscito a lasciarti senza parole. Comunque, ho uno shooting tra mezz'ora, quindi devo andare. Ci vediamo presto orgogliosa! Molto presto. 

Per 5 secondi quella macchina si trasformò in un freccia rossa, mangiando l'asfalto sotto i suoi piedi.''Presto.. molto presto. Ma cosa cercava di dirmi?''. Avevo in testa quelle sue parole, lui, i suoi occhi, le sue labbra, la sua voce, la sua stupida macchina, la sua arroganza, ma cosa mi stava succedendo? Questa infatuazione stava condizionando la mia vita in modo esagerato. Forse, per il fatto d'incontrarlo spesso, o per il fatto che lui era sempre incondizionatamente presente nella mia testa. Anche quando mi stava quasi per bagnare con la pozzanghera pensavo a lui, anche nel momento dopo, quando entrai dentro l'atelier e mi misi a lavorare,anche in quel momento pensavo a lui. Non feci neanche caso che mi parlo di quelle due della sera precedente:'' Sei gelosa delle mie college? Ma come potevo essere gelosa di quelle! Lui era soltanto un ragazzo con cui ho lavorato per i miei capi, di certo non sono gelosa della gente che frequenta...Giusto Oyku?''  Se era giusto o no, in quel momento non riuscii a rispondere a me stessa. Non capivo perché la vita me lo portava sempre nelle mie giornate; Non bastava che fosse già presente nella mia testa?

Decisi di prendermi un momento di pausa, e andai da Sibel. Le raccontai tutto quello che mi stava succedendo. Non me la sentivo di parlarne con Burcu, Mete era pur sempre suo fratello, anche se lei era la mia migliore amica. Per fortuna, Sibel mi fece sfogare. Come una sorella maggiore mi confortò e mi diede qualche consiglio.

Il filo invisibile (provvisoriamente in pausa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora