Azzurra ha 19 anni e viene da Fiesole, un piccolo paese a pochi chilometri da Firenze.
Decide però di andare a studiare fotografia allo IED di Milano, perché il suo paese natale porta con sé ricordi troppo dolorosi.
Armata della sua inseparabile mac...
Mi sveglio alle 9, dopo appena tre ore di un sonno tormentato. Mi sono addormentata alle 6 di questa mattina dopo aver pianto per non so quanto tempo. So che non è normale una cosa del genere, in appena una settimana non puoi già amare una persona, eppure non riesco più a reprimere i sentimenti che sento per Mattia. Mi alzo dal letto e mi trascino a fatica verso il bagno, dove fisso la mia immagine riflessa nello specchio: non mi riconosco più, sembro l'ombra di me stessa. Mi do una veloce sciacquata al viso e mi lavo i denti, per poi tornare in camera e tirare fuori dal cassetto il mio prezioso quaderno azzurro. Lo apro e da una delle pagine cade una foto di Mattia, che gli avevo fatto una sera quando mi ha riaccompagnata a casa.
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È così bello, e mi manca già come l'aria. Non posso crederci che abbia davvero deciso di troncare tutto. Ripongo quella foto in fondo ad un cassetto, per non doverla vedere più, poi inizio a scrivere.
"29 Novembre 2016
Caro Andrea, quanto può far male l'amore? L'attimo prima va tutto bene, e pensi di poter spaccare il mondo, l'attimo dopo sei sotto un treno, e l'unica persona che potrebbe farti stare meglio è anche quella che ti sta facendo stare male. Ora ho capitoperché gli inglesi, per dire "innamorarsi" dicono "Fall in Love", "cadere in amore". Molti diconoche sia perchési intende il lasciarsicompletamente andare, ma per me non è così, per me è proprioprecipitaregiù. Mattiami ha lasciata, prima mi ha fattainnamorare e dopo mi ha mollata senza un reale motivo. Il primo ed unico ragazzo che io abbia mai amato, mi ha abbandonata come un cane. Ieri sera, quando mi ha riportata a casa, sono corsa dentro ed ho cominciato a piangere. Ho avuto un attacco di asma. Non ne avevo avuti per tutta la settimana da quando lo conosco. Non sono pronta a stare senzadi lui, ho bisogno deisuoi baci, dei suoi abbracci. Ho bisogno che lui mi sussurri "Mi fai sentire una persona migliore", magari mentre siamo in macchina, davanti a casa dei tuoi genitori, ed intorno a noi non c'è niente. Sono propriocaduta in basso..."
Il mio cellulare vibra ed io lo afferro, con la speranza che sia Mattia.
Da Matteo Perchénon sei a lezione?
Ignoro completamente il messaggio, non ho voglia di parlare con nessuno. Mi stendo sul letto ed il sonno mi accoglie tra le sue braccia.
Uno strano scampanellio mi desta dal mio sonno, e sento mio zia aprire la porta e parlare con qualcuno, di cui non riconosco la voce. Afferro il cellulare e guardo l'ora. Sono le 16, ho dormito sei ore ed ho saltato il pranzo. Qualcuno bussa alla mia porta e poi la apre. -Si può?- la voce di Matteo mi distrae dai miei pensieri orribili. -Ciao Matt, certo entra- lo accolgo in camera mia e lascio che si sieda sul letto, davanti a me. -Non ti ho vista a lezione e mi sono preoccupato, poi adesso tua zia mi ha detto che non hai pranzato- mi guarda negli occhi- è successo qualcosa, Azzu?- Abbasso lo sguardo, e gli occhi non mi si riempiono di lacrime solo perché credo di averle finite. Annuisco piano e lui mi invita a parlare. -Mattia mi ha lasciata- dico tutto d'un fiato. È sorpreso, e mi prende una mano tra le sue. -Ma quando è successo?- -Ieri sera- rispondo- mi ha portata a cena ed era molto agitato. Poi siamo andati dove ci siamo baciati la prima volta e li mi ha detto che era meglio finirla-. Delle calde lacrime iniziano a scendere dai miei occhi azzurri. "Strano, credevo di averle finite". Matteo si avvicina cautamente a me e mi abbraccia, e finalmente mi lascio andare ad un pianto liberatorio e disperato, che mi toglie ogni energia. -Io sono qui, Azzurra. Non ti lascerò mai- dice- Io!- -Grazie, Matt, sei un vero amico- gli rispondo, lasciandomi accarezzare i lunghi capelli biondi.
POV Mattia Mi sto allenando con la squadra ma non riesco a concentrarmi. Il pensiero di Azzurra è fisso nella mia testa da ieri e non riesco a liberarmene. Sono stato costretto a lasciare l'unica ragazza di cui mi sia mai importato davvero in questa vita d'inferno. Sono distratto, assente, e l'allenatore Montella deve essersene accorto, tant'è che mi osserva da circa mezz'ora. Dopo l'ellenesima caduta durante la corsa si avvicina a me. -De Sciglio, vattene a casa- mi dice a muso duro. -No, mister, la prego, adesso sono concentrato-. Scuote la testa. -Non è una cosa che puoi ribattere, De Sciglio. Ora te ne vai a casa e torni quando riuscirai a concentrarti davvero-. Detto questo se ne va e mi lascia solo in mezzo al campo, mentre tutti i miei compagni corrono e mi fissano. Afferro tutte le mie cose e con le lacrime agli occhi mi avvio verso gli spogliatoi, dove mi imbatto in Giacomo, un mio compagno di squadra. -Mattia, dove stai andando?- mi chiede sorpreso. -Montella mi ha detto di andarmene a casa e di tornare solo quando riuscirò a concentrarmi- rispondo- è tutto un casino Jack. In questo momento avrei solo bisogno di Stephan, ma lui non è qui, è a Roma, ed io non so cosa fare. Mi sento così solo-. Dopo questo sfogo corro verso il parcheggio ed entro in macchina. Come vorrei che Stephan, il mio migliore amico, fosse qui con me. Lui saprebbe sicuramente cosa fare, lui sa sempre cosa fare. E poi il casino di tre anni fa l'abbiamo vissuto insieme, quindi è l'unico che potrebbe capirmi fino in fondo. Ma è a Roma, a giocare, e non tornerà. Se n'è andato quasi due anni fa, dopo che il tribunale ci ha assolti, perché rimanere a Milano era troppo doloroso per lui. Voleva ricominciare completamente da capo, per cui prima e andato al Monaco, dove ha passato un anno della sua vita, e dall'inizio della stagione 2016/2017 e alla Roma. Guido fino a casa degli zii di Azzurra e accosto dall'altra parte della strada, senza però scendere dall'auto. Sono le 17:00 quando la vedo uscire dal portone con il suo migliore amico, e come riflesso involontario stringo forte il volante tra le mani, fino a che le nocche non mi diventano bianche. Lui l'abbraccia e lei ride di gusto ad una sua battuta. Mi trattengo non poco dal raggiungerli e pestare a sangue quel bastardo. Torno a casa zigzagando nel traffico caotico di una Milano nell'ora di punta, e una volta arrivato mi butto a peso morto sul divano. Chiudo gli occhi e mi ritrovo davanti il viso dolce di Azzurra, con quegli occhioni che mi fanno morire ogni volta. Sogno di baciarla, di accarezzare ogni angolo del suo corpo e poi di fare l'amore con lei, dolcemente, per ore ed ore. Non riesco a rassegnarmi al fatto che non sia più mia, che io mi sia lasciato ricattare da qualcuno che non sa niente né di me né della mia vita. Da qualcuno che non sa che io volevo un bene dell'anima ad Andrea, così come Stephan, che siamo stati i suoi primi veri amici a Milano e che se quella sera fossimo stati con lui lo avremmo fermato dall'andarci giù così pesante, ma purtroppo avevamo una partita importante con la nazionale. Non mi perdonerò mai il fatto di non aver potuto fare qualcosa per aiutarlo. Non mi perdonerò mai il fatto di averlo trascinato a fondo con me. Non mi perdonerò mai il fatto di aver avuto la possibilità di ricominciare, mentre lui non l'ha avuta. Lui ci ha tirato le gambe. Dovevo esserci io al suo posto quella sera. Così come non mi perdonerò mai di non aver detto ad Azzurra tutta la verità. Io la amo davvero, non sto con lei solo perché è la cugina di Andrea. Quando l'ho vista la prima volta ho capito subito chi era, il mio amico me ne aveva parlato così tanto che ormai mi sembrava di conoscerla da sempre. Era ancora più bella di come me l'aveva descritta, ed io non ci ho capito più niente. Mi sono lasciato stregare, ed ora sono cazzi miei.