La sera del secondo appuntamento, papà mi diede l'okay senza chiedermi niente. Sentivo che la cosa non sarebbe finita bene, se mi avesse scoperto sarebbe stato un disastro, ma per il momento non mi preoccupai troppo.
Visto che stavolta Nick non aveva specificato come dovevo vestirmi, mi vestì comoda. Jeans lunghi, felpa bordeaux e anfibi.
Non ero molto entusiasta di uscire con lui, forse solo un po' curiosa di vedere che sarebbe successo stavolta di divertente.
Papà per fortuna era sotto la doccia, quando mi arrivò il messaggio di Nick. Lo salutai e andai al parcheggio.
Quando mi vide non disse niente e salì in macchina. Anche lui era vestito normale. Indossava pantaloni verde marcio e felpa blu. Aveva anche i suoi soliti capelli spettinati e un filo di barba.
A quanto pare neanche lui era molto entusiasta.
Allora perché uscire? perché non semplificare le cose.
Mi allacciai la cintura, poi passai una mano nei capelli
-non preoccuparti, stavolta andiamo in un posto più accessibile!- disse come per rispondere a una mia domanda. Ma chi gli aveva chiesto qualcosa?.
-Come vuoi- dissi alzando le spalle, poi guardai fuori dal finestrino.
Quando partì sbuffai capendo che anche stavolta sarebbe stato un inferno.
Guardai fuori dal finestrino per il tutto del tragitto e anche lui non disse niente.
A una rotonda girò ed entrò nel parcheggio del Burger King. Sorrisi scuotendo la testa incredula e divertita.
-Allora che ne dici? Ti piace?- chiese sicuro di se, uscendo dalla macchina, poi mi guardò in attesa di una risposta. Incrociai le braccia accennando un sorriso
-io veramente sono più da MC!- ribattei. Lui sbatte la portiera e chiuse la macchina chiaramente infastidito.
-Certo, come ho fatto a non pensarci!- esclamò ironicamente -non ti porto al MC, quindi se vuoi mangiare fattelo andare bene!- aggiunse superandomi. Scossi la testa e lo segui
-ovvio!-.
-Suppongo allora che non metterai la corona!- disse ironicamente, mentre ci sedemmo al tavolo
-se vuoi metterla tu, non mi offendo!- osservai sorridendo. Lui infastidito, la appoggiò al tavolo dietro e poi cominciò a mangiare.
Fu una cena silenziosa, come l'altra volta. Io non ero una che mangiava lentamente, ma Nick era un treno. Finì di mangiare quasi subito e poi andò a prendere altro.
Non capì perché l'altra volta mi avesse portato in quel ristorante stracostoso. Se mi aveva portato per farmi una buona impressione aveva sbagliato alla grande.
Da quello che vedevo non era tipo da piatti mignon o raffinati e aveva una gran fame. Infatti dopo un paio di minuti dopo aver finito tutto, voleva andare a prendere altre patatine, ma lo fermai e gli diedi un po' delle mie. Poi si mise a giocare al cellulare o messaggiare, mentre io finivo di mangiare. Appena finì Nick mise via il cellulare e mi guardò
-allora andiamo?- chiese
-aspetta!- dissi e lui mi fulminò -voglio il dolce- dissi sorridendogli e lui sbuffò.
In realtà non avevo molta voglia di dolce. Lo feci apposta, ma non in senso cattivo.
Volevo vedere la sua reazione, ero sicura che mi avrebbe divertito, fatto sorridere, fatto sentire bene in un certo senso.
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Tutta colpa di...
RomanceCami vive con suo padre in un piccolo paesino vicino a Ravenna. Fa la barista e ogni tanto aiuta suo padre a lavorare nei campi. Insieme a lui, allena una squadra di bambini, per un torneo di calcetto, che si svolge ogni fine estate. Nick è l'allen...