Capitolo 22

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Appena i bambini ci videro arrivare in piazza, con la monovolume, cominciarono a saltellare felici.

Scossi la testa felice, ripensando a quanto mi erano mancati.

Vennero tutti ad abbracciarci e salutarci, poi salirono in macchina.

Ero davvero felice e stavo per salire, quando sentì il rombo inconfondibile della Maserati di Nick e sorrisi entusiasta. Quest'anno gli avremmo battiti!.

Dopo esserci sistemati nell'appartamento, andammo a iscriverci.

Durante il tragitto Luca mi guardò, poi si sedette vicino a me

-è vero, che sei la ragazza di Nick?- mi chiese

-è vero- disse Alberto avvicinandosi -l'ho sentito anch'io!-

-hai fraternizzato con il nemico!?- chiese Luca, mentre Michele mi guardava con i suoi occhioni, in attesa di risposta.

Papà mi guardava divertito e lo fulminai.

-Si, sono la sua ragazza- dissi guardandoli -ma non ho fraternizzato, okay? anzi gli faremo vedere che avevamo ragione e che siamo noi i più forti!- esclamai -e dovrà inginocchiarsi ai miei piedi!- aggiunsi ridendo.

I bambini rimasero fermi a guardarmi ancora un attimo, non troppo convinti.

-Si, li batteremo!- urlò Alberto alzando il pugno

-li distruggeremo!- urlarono gli altri e poi ricominciarono a parlare e scherzare tra di loro.

Appena arrivammo, incontrammo Nick con i suoi bambini.

Marco stava per parlare, ma Alberto si avvicinò a lui

-vinceremo noi e voi vi inginocchierete ai nostri piedi!- esclamò. Io sorrisi e scossi la testa, poi si guardarono tutti male.

Avevo appena preso il modulo dell'iscrizione e stavo per prendere la penna, ma qualcuno me la rubò. Lo guardai

-Nick!- esclamai indispettita

-mi chiedo da chi abbia preso spunto Alberto, quando ci ha detto di inginocchiarci ai suoi piedi- disse guardandomi -perché vedi, la trovo molto femminile, come frase- aggiunse sorridendo e io mi imbronciai. Mi passò la penna divertito

-forse gli ho dato qualche spunto- dissi prendendo la penna

-qualche spunto?- osservò ridendo. Alzai le spalle

-mi stavo solo difendendo- dissi mentre compilavo il foglio -mi stavano accusando di essere una tua alleata o qualcosa di simile- aggiunsi, poi lo guardai -così gli ho detto che sarei stata più felice se avremmo vinto, che siamo noi i più forti e che se avremmo vinto, avresti dovuto inginocchiarti ai miei piedi- dissi sorridendo mentre gli passavo la penna

-allora avevo ragione- disse prendendo la penna e guardandomi -mi vuoi ai tuoi piedi!-. Alzai le spalle

-non sarebbe male!- osservai divertita.

Stavo per allontanarmi, ma lui mi fermò afferrandomi il gomito

-e se vinciamo noi?- mi sussurrò divertito all'orecchia

-non lo so, quello che vuoi- dissi guardandolo e lui sorrise divertito -ma vinceremo noi, perché voi non siete capaci di giocare in modo corretto. Ti avverto...-. Mi avvicinò a lui

-vi faremo vedere e quando vinceremo, sarai tu a dovermi qualcosa!- esclamò guardandomi, poi guardò Albero e gli altri che stavano giocando. Mi sorrise

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