{Later That Day, Rosewood, 20.30 A.M.}
Seduta al volante dalla propria autovettura, Marta Thomas si stava dirigendo verso la caserma della polizia. Perché? Beh, la sera prima si era addormentata e Bethany era al suo fianco. Al suo risveglio, la bionda era completamente sparita. Non sapeva dove fosse, e anche se sapeva che le avrebbero detto di non poterci fare nulla se non fossero passate almeno 48 ore, lei non riusciva a starsene con le mani in mano. Forse quella ragazza nascondeva qualcosa e non era del tutto sincera con lei, ma era la sua migliore amica e lei doveva sapere cosa le era successo. Se le fosse successo qualcosa di davvero brutto, come ad Alison Vanderwaal, che sebbene fosse la sua più acerrima nemica e il corpo non fosse mai stato ritrovato era pur sempre morta, lei si sarebbe sentita in colpa per il resto dei suoi giorni. Prese un profondo respiro. Doveva esserci una spiegazione. Forse Bethany aveva avuto uno sclero improvviso e aveva deciso di volersene uscire da sola per riflettere. La ragazza aveva avuto qualche disagio psicologico precedentemente, infatti appena l'aveva conosciuta, nel lontano duemila tredici, aveva scoperto che la ragazza era ricoverata al Radley Sanitarium. Poco dopo le aveva detto di essere uscita, ma forse anche se era passato tutto quel tempo la sua amica aveva ancora qualcosa che non andava. Mentre cercava di lottare contro l'istinto di schiacciare con forza il piede sull'acceleratore per arrivare prima, il suo cellulare si mise a squillare. Le note di ''I will be right here waiting for you'' riempirono velocemente l'abitacolo, spingendo nuovamente il doloroso ricordo di Jason nel suo cuore, facendo diventare lucidi i suoi occhi verdi-azzurri. Marta rallentò, alzando gli occhi al cielo. Si sentiva così patetica. Dopo ben due anni ancora non aveva superato il tradimento che Jason le aveva fatto. Non importava se ora era diversa, più formosa, coi capelli di un colore ''normale'', non importava nemmeno se quella stronza era morta. Alison Vanderwaal aveva rovinato la sua vita. Forse era un peccato dirlo, ma lei era quasi felice che fosse morta. Aveva avuto quello che si meritava, no? Abbassò gli occhi sullo schermo: era Bethany. Guidò fino ad un punto dove poteva accostare, e dopo essersi fermata rispose. Era furiosa. ''BETHANY? CHE FINE HAI FATTO?'' per tutta risposta, Bethany si mise a ridere dall'altra parte del telefono. Marta aggrottò le sopracciglia. '' Marta, scusami, davvero! È che... sono uscita con una ragazza!'' L'espressione di Marta mutò improvvisamente. Bethany era bisessuale, questo significava che quello era stato un appuntamento? La sua voce divenne improvvisamente curiosa ed impaziente. ''Era un appuntamento?'' Bethany sospirò, poi disse, con tonalità vaga: '' Beh, forse'' Marta sorrise spontaneamente. ''Forse? Voglio i dettagli!'' Bethany sbuffò. ''Non posso, devo andare, ci vediamo!'' Marta ridacchiò e disse : ''Va bene piccioncina, goditi il tuo appuntamento, ci vediamo!'' . Era davvero contenta che a Bethany non fosse successo nulla, ma sentiva un macigno sul proprio petto, qualcosa che le faceva venire voglia di mettersi a piangere come una disperata. Soltanto nel sentire quelle poche note della canzone, le era venuto in mente quel fantastico momento con Jason...la sua perfetta prima volta con lui.. sentiva il cuore spezzarsi ogni volta che quei bellissimi momenti le tornavano alla memoria. Avrebbe tanto voluto avere un salvagente, un bel ricordo che non fosse stato contaminato da nessun tipo di tradimento o menzogna, qualcosa che gli riportasse alla mente anche ciò che di bello c'era stato nella sua vita. Forse sarebbe stato meglio rimanere a Philadelphia, perché era tornata a Rosewood? Perché quel giorno si era riempita di caffè, passando tutta la notte in bianco, per poi guidare fino a quel paese che le aveva causato solo guai, ma soprattutto, perché si era fermata sotto casa DiLaurentis? È vero, guidava spesso di notte fino a Rosewood ed aveva una seconda casa lì, quella dove appunto stava ora, ma lo faceva per Bethany, non per Jason! Lui era un capitolo chiuso e doveva esserlo. Anche se uno dei colpevoli era morto, quel ricordo sarebbe sempre stato vivo nella sua memoria, come un post- it che le doveva ricordare quanto Jason poteva essere meschino e vile, ma allo stesso tempo quando altra gente era stata giusta con lei e le era stata vicina cercando di ricostruire ciò che lui aveva distrutto. Decise di mettere in moto, dopo essersi tolta le lacrime dagli occhi, e accese la radio.''Benvenuti a Radio Rosewood, lo spazio per le dediche! La prima dedica è per Marta! Qualcuno, che si firma -A, ti ha dedicato questo, sperando che tu possa ritrovare i tuoi ricordi felici!''Marta sgranò gli occhi. Ancora questa o questo -A? nella speranza che potesse trovare i ricordi felici? Come lo sapeva? Insomma, questo stalker per quanto potesse essere un maestro dello stalking, non poteva leggerle la mente, giusto? Nonostante avesse voluto spegnere la radio, la curiosità si impadronì della ragazza. Così rimase ad ascoltare, e quasi ebbe un mancamento.La canzone prescelta da -A era ''I must not chase the boys'', di un gruppo chiamato ''Play''.Nonostante la canzone fosse uscita attorno al duemila nove, era la canzone preferita di...Improvvisamente un volto si materializzò nella mente di Marta. Una ragazza dal viso a cuore ma anche leggermente squadrato, con pungenti occhi azzurri, labbra sottili , dai morbidi capelli ondulati color dell'oro, con quel sorrisetto furbo sempre stampato in volto e quella voce suadente.Aveva conosciuto CeCe Drake due anni prima, poco prima di aver conosciuto Bethany. A quel tempo Marta faceva volontariato al Radley Sanitarium. A quel tempo Jason era soltanto la sua cotta inarrivabile, e lei non poteva nemmeno immaginare cosa sarebbe successo tra loro dopo pochi mesi. Marta soffriva da morire vedendo Jason uscire sempre con una ragazza diverse, sempre le solite: Alte, bionde, oche. Lui non riusciva nemmeno a concepire la sua esistenza, con quei capelli verde menta con la frangetta , quel piercing in mezzo agli occhi e le sopracciglia spesse.Inizialmente non aveva legato molto con CeCe, anzi, la detestava. Sapeva che la ragazza era amica di Alison. Ma quando dopo un' accesa lite le due avevano messo da parte le divergenze, CeCe si era mostrata a lei per ciò che era davvero. Le aveva spiegato di come Alison non sapesse che lei era ricoverata al Radley, e che poteva riuscire a fare la farsa avendo dei privilegi speciali, e le due si erano messe a farsi confidenze. Man mano che la conoscenza andava avanti, le due erano sempre più vicine, finché CeCe non cominciò a flirtare con lei. Lo faceva in tutti i modi: Con lo sguardo, con frecciatine...Quella canzone infatti era una di quelle frecciatine. ''Non devo inseguire i ragazzi'', la cantava sempre, e mentre la cantava si leccava le labbra e guardava Marta negli occhi.Lei era così sfacciata, così divertente così...misteriosa. Piano piano, aveva cominciato a staccarsi dall'idea di Jason, e ad avvicinarsi all'idea di CeCe. Cercava di non darlo a vedere, ma falliva miseramente. Era come se la bionda le leggesse dentro con un solo sguardo, come se conoscesse tutti i suoi segreti. Essere attratta da una ragazza le aveva fatto davvero paura, ma si stava quasi innamorando di lei. Quella canzone...il loro primo bacio... un sorriso spuntò sul viso della castana.Dopotutto questo -A non faceva solo disastri. Non appena pensato ciò, il suo telefono vibrò. Lei buttò un occhio allo schermo, e lo lesse. ''-Da :Anonimo- Woo-ho, ho fatto centro! È un sorriso quello che vedo? Poi non dite che per voi non faccio mai niente , Kisses, -A'' Quel sorriso accennato ormai brillava sul viso della Thomas, che non fece caso alla macchina che la stava seguendo o al fatto che -A la stesse osservando. Ancora una volta, CeCe Drake l'aveva salvata, anche se solo con il ricordo. Il ricordo di quel bacio, avvolgente e passionale ma allo stesso tempo morbido e dolce...le sembrava quasi di sentire ancora il sapore delle sue labbra, di starla baciando in quel preciso momento. Poi, qualcosa la distolse. Fuori casa di Wren Kingston era parcheggiata una macchina della polizia, e ovunque c'erano nastri gialli come se fosse morto qualcuno. La ragazza sbiancò immediatamente. Che Wren fosse...? Il panico stava per prendere il sopravvento, ma poi lo vide scendere dall'auto. Era pallido, emaciato, stanco...Ma era vivo. Tirò un sospiro di sollievo.
Stava per andarsene, quando notò la macchina del ragazzo: Era distrutta, ovunque c'era scritto ''Bugiardo'' in rosso, e sul cofano c'era una grande -A. Ripensò al messaggio: Non DITE che per VOI non faccio mai niente. Di chi stava parlando? Di Wren? Quante persone seguiva e stalkerava questo o questa -A? perché? Cosa voleva da Wren? Cosa voleva da lei? Cosa voleva -A, da Rosewood? Decise di fermarsi, scendendo dall'auto e andando incontro a Wren. ''Ciao!'' Lo salutò da lontano, agitando la mano in segno di salute e camminando verso di lui, cercando di sorridere. Indossava un vestito nero che fasciava il suo corpo tutto forme, leggermente scollato ma non troppo, che si fermava a metà della coscia. Sopra di esso aveva una giacca argentata, con le maniche a tre quarti, lasciata aperta sul davanti, ricoperta di paiettes, che arrivava fino ai fianchi. Al polso destro indossava un grosso braccialetto fatto di perle bianche, e al polso sinistro due braccialetti sottili ad anello , placcati in oro. Le gambe erano scoperte, E ai piedi portava delle zeppe non troppo alte,nere e chiuse, con dei puntini ambra sul davanti. I capelli castani erano acconciati, più lisci del solito ma comunque ondulati, e il trucco era semplice. Ombretto color cielo sugli occhi, una sottile linea di matita nera nella palpebra inferiore dell'occhio, lucidalabbra rosato sulle labbra carnose.Nonostante la stanchezza, Wren non riuscì ad evitare di ammirarla. Quella ragazza lo attraeva come una calamita è attratta al ferro. Si mordicchiò le labbra, schiarendosi la gola, e rispondendo solo quando lei fu arrivata . ''Hey'' mormorò con voce un po' spenta. Lui indossava una semplice camicia azzurro carta da zucchero, un paio di blue jeans e delle sneakers verdi e bianche. I capelli castani erano arruffati come sempre. Marta lo squadrò da capo a piedi: Era indubbiamente sexy.''Che succede?'' chiese lei, e lui fece spallucce, facendo cenno con la testa verso la casa.''Qualcuno ha deciso che sono un bugiardo, quindi mi ha ribaltato casa , e mi ha anche distrutto la macchina''. Marta abbassò lo sguardo, era davvero dispiaciuta. ''E ora dove starai?'' Wren alzò i vivaci occhi nocciola nei profondi occhi verdi-azzurri della ragazza. ''Non lo so'', proferì. Sembrava davvero abbattuto. ''Beh..'' cominciò Marta. Forse non era giusto ciò che stava per fare, ma era ciò che voleva quindi l'avrebbe fatto comunque. ''Potresti stare da me!'' Nel sentire quelle parole, Wren spalancò gli occhi. Sapeva che forse non era una buona idea, ma Spencer non sarebbe arrivata prima delle 23.30, e non sapeva dove altro andare ''D'accordo'' annuì il ragazzo, sorridendo maliziosamente senza quasi rendersene conto. I due si diressero alla macchina, senza perdere il contatto visivo.
{Casa Marin, 2.30 AM}
Aria ed Hanna erano accoccolate sul divano, talmente intrecciate l'una all'altra che era davvero difficile capire dove finisse l'una e dove iniziasse l'altra. Da quando c'era stato quel primo bacio tra loro, non facevano altro che mangiarsi di baci. Aria era sopra di Hanna, e la baciava con trasporto cercando la lingua della bionda con la sua, e Hanna si teneva stretta a lei facendo lo stesso.Aria si sentiva al sicuro. Sapeva che non era giusto tradire Ezra dopo sei anni di relazione....soprattutto così. Ma da quando Spencer ed Emily erano a San Pietroburgo, e aveva scoperto che Alison era viva, tutto era stato troppo pesante e confuso. Anche se -A sembrava essere scomparso, sapeva che era soltanto l'inizio di tutto. Non se la sentiva di affrontare la scuola (Nonostante avesse diciannove anni, era stata bocciata l'ultimo anno, al contrario delle sue amiche) , ma soprattutto non se la sentiva di guardare negli occhi Ezra dopo quello che era successo con Hanna. Si sentiva al sicuro in Casa Marin, tra le braccia di quella ragazza tanto bella da sembrare una barbie vivente. Si sentiva al sicuro assaporando quelle dolci labbra, quelle carezze sensuali.Si sentiva al sicuro , solo Hanna e lei. Di certo non poteva immaginare ciò che stava succedendo.Ovvero che una trafelata Spencer Hastings stava camminando dritto verso la porta d'ingresso della casa di Hanna Marin. Indossava una camicetta bianca perfettamente abbottonata e dei leggins lunghi , stretti e neri. Ai piedi aveva delle ballerine a punta, color crema .Sulle spalle aveva un golf dello stesso colore delle scarpe, Decorato su entrambi i lati da delle linee ondulate di color nero.Il trucco era semplice e classico: niente rossetto o lucidalabbra, mascara e una sottilissima linea nera di matita sotto l'occhio. I capelli castani erano raccolti in un' ordinata treccia laterale, che le scendeva sul davanti sfiorando il petto. La ragazza aprì senza bussare. Dopotutto era la casa di Hanna! Loro erano amiche inseparabili, poteva anche mettere da parte le buone maniere. Fu così che non si annunciò nemmeno, camminò direttamente dritta verso la sala, dicendo : ''Ragazze , so che non dovrei essere qui ma non ho tempo per spiegare dobbiamo parlare di...'' Non appena vide la scena che stava avvenendo sotto i suoi occhioni cioccolato, sbiancò, spalancando gli occhi.
Hanna seduta sopra ad Aria? Ma Aria era felicemente fidanzata con Ezra da ben sei anni...
Che diamine era accaduto a Rosewood nei pochi giorni in cui era mancata? Era a bocca aperta.
In quel momento, le cadde la borsa che si era portata dietro dalle mani. Non appena le due ragazze si accorsero di Spencer, Si spaventarono e si misero a sedere, staccandosi immediatamente. Hanna aveva un sorrisetto divertito, mentre Aria era completamente mortificata, con gli occhi verdi rivolti al pavimento. La piccola Montgomery indossava una maglietta di Hanna, che le stava come vestito, che recitava la scritta ''SEXY'' in rosso, maiuscolo, con le gambe nude . I capelli castani di Aria erano legati in una scombinata coda alta. Hanna invece indossava un paio di short rossi con due righe bianche per ogni lato, stretti sul sedere, esaltandone la bella forma . Indossava poi una canottiera stretta senza maniche, che esaltava la forma dei suoi seni e dei suoi fianchi. I suoi capelli biondi erano raccolti in uno chignon fatto alla veloce e senza troppa precisione. ''Ciao, Spencer'' aveva proferito Hanna, con il suo solito sarcasmo. Non aveva perdonato l'amica per aver taciuto sulla verità, e su Alison. La guardava in modo beffardo, come a dire ''Guarda un po' chi è tornata, la bugiarda di Rosewood''. Aria era ben più preoccupata. Dopotutto era quella che aveva di più da perdere sul fatto di Hanna, e a lei l'intelligenza e l'arguzia di Spencer erano mancate. Spencer Hastings era delusa dalle sue due migliori amiche. Prima Emily ed Alison, ed ora Aria ed Hanna? Ma cosa diamine stava succedendo al mondo? Cosa stava succedendo alle sue amiche? Non le riconosceva più. ''Spencer...io...'' mormorò . Come era arrivata, Spencer si girò di schiena, cominciando a camminare seguita dal ticchettio delle sue ballerine sul parquet. ''Brava, bugiarda, scappa! Sembra essere l'unica cosa che sai fare!'' Aveva strillato Hanna , senza scomporsi minimamente. Ma Aria era pallida, e si stava buttando all'inseguimento , ma Hanna la tenne saldamente da un braccio. Aria sospirò, accasciandosi sul divano. Hanna aveva ragione, ormai Spencer sapeva, e una volta che si una una cosa non si può non saperla più.
{ 15 Minutes Later, Casa Thomas}
Wren aveva deciso di rimanere da Marta. Ormai erano passate le 23.30, e della più giovane delle sorelle Hastings nemmeno l'ombra. Il ragazzo e Marta si erano confrontati sui messaggi ricevuti da -A: Marta gli aveva spiegato che il primo messaggio lo aveva ricevuto il giorno del loro primo incontro, e che era per questo che si era spaventata quando lui si era avvicinato. Lui le aveva detto che era il primo attacco ricevuto da questa o questo -A. Marta avrebbe voluto dirgli del fatto della radio, ma si era morsa le labbra, non volendo dire nulla. Non voleva infangare i suoi ricordi con CeCe pronunciandoli ad alta voce. Non voleva che qualcuno sapesse di loro due. CeCe era la sua piratessa, il suo ricordo infondo al cuore. Era l'unica persona oltre a Jason per cui avesse mai sentito dei sentimenti...Ma ormai CeCe non c'era più. Si erano dovute lasciare quando (Senza alcuna spiegazione) a CeCe erano stati tolti i privilegi per lasciare il Radley, e il suo tempo per fare la volontaria era finito. Era stato terribile, come se il cuore le si spezzasse in due metà, ma almeno sapeva che l'amore di CeCe nei suoi confronti e le parole che si erano dette erano la verità e non la solita bugia , al contrario di ciò che le aveva detto Jason. Ma quello apparteneva al passato. Ora c'era Wren. Dubitava che potesse nascere qualcosa di più di una semplice attrazione fisica, ma la cosa certa era che lui la voleva. Si vedeva da come la osservava, da come la guardava. E anche lei lo voleva. I baci spinti che si erano dati in quel bar parlavano da sé. Avrebbe voluto chiedergli qualcosa per la telefonata, ma ormai si era completamente dimenticata della faccenda. Tutto quello a cui i due riuscivano a pensare era il momento in cui entrambi avrebbero potuto lasciarsi andare ai loro desideri. Durante la cena, mentre parlavano di -A...persino in quel momento in cui erano seduti sul divano , continuavano a guardarsi come se volessero saltarsi addosso , e infatti era così.I due ormai resistevano da ore. Era vero, Wren amava Marta. E Marta chi amava? Forse Jason, o forse CeCe, ma sicuramente non Wren. Ma Spencer non c'era, anche se aveva detto che ci sarebbe stata. E invece Marta c'era stata, ed era così reale, bella, sexy...ed invitante. Anche Wren c'era stato, nel presente. Non faceva parte di un effimero passato che non poteva esistere se non nella sua mente. Era lì, con lei, per lei, che aspettava soltanto un segnale. Nello stesso istante, entrambi si guardarono profondamente negli occhi, e negli occhi di entrambi si accese la scintilla. Cominciarono a baciarsi prima lentamente, poi sempre con più foga, con le lingue che si intrecciavano disperatamente tra loro in un vortice di passione. Pochi secondi dopo e lui era sopra di lei, spogliandola del vestito. L'ammirò in tutte le sue formosità, il suo prosperoso seno tenuto a malapena dal reggiseno rosa, le mutande che segnavano il suo tondo fondoschiena... Scese poi a baciarle il collo, togliendosi la camicia, e poi i jeans. Erano l'uno sopra l'altro, pieni di desiderio, lui cominciò a succhiare in un punto facendole un grande succhiotto, mentre strusciava lentamente la propria intimità su quella della ragazza. E fu allora che, per la seconda volta, Spencer Hastings spalancò una porta che avrebbe preferito lasciare chiusa. Era arrivata fino lì a piedi, i poliziotti le avevano detto di aver visto Wren andarsene con Marta Thomas. Aveva una strana sensazione nello stomaco, come di pericolo. Non appena entrata, cacciò un urlo che però le morì in gola, soffocato dalle lacrime che cominciarono a sgorgarle sul viso. I due quasi non si accorsero di lei, finché lei non riuscì a strillare con tutto il fiato che aveva nei polmoni : ''Perché?'' dopodiché ci fu un cambiamento in Spencer. Gli occhi si spalancarono in maniera innaturale, e si fiondò come una belva famelica addosso a Marta, urlando ''Ti ammazzo!'' e cercando di arrivare al collo con le mani per rendere la sua minaccia una realtà. Marta non si scompose nemmeno. Spencer Hastings?Che cosa poteva mai volere, Spencer da Wren? Diede alla castana una forte spinta, facendola cadere per terra con un forte tonfo. Wren si chinò su di lei, chiedendole con fare preoccupato.''Spencer, tutto bene?'' ora fu Marta a sgranare gli occhi, diventando rossa dalla rabbia.''Si può sapere che problemi hai, Wren? Questa psicopatica entra in casa MIA, tentando di farmi del male, e ora tu la difendi?'' Wren si sentì come se gli avessero dato uno schiaffo in faccia. Marta aveva ragione. ''Senti Marta...mi dispiace...ma quella chiamata...non era una chiamata di lavoro, ma una chiamata di Spencer. Le ho detto che la amo, perché è così, la amo.
E ti voglio da morire...ma amo lei...'' Spencer si alzò in piedi, cercando di calmarsi ma non riuscendo a fermare la lacrime. ''Andatevene fuori dalla mia casa prima che vi uccida entrambi, schifosi parassiti!'' gridò Marta, con la faccia talmente stravolta dall'ira da sembrare posseduta. Wren abbassò lo sguardo, e tese una mano a Spencer, ma lei la tolse di mezzo con uno schiaffo.
Poi si alzò, gli sputò in faccia e sibilò, guardandolo con odio: ''Sei morto per me''.
Wren si sentiva un totale idiota. ''Marta.. io...'' Lei si avvicinò a lui, con sguardo di ghiaccio, e senza esitare lo spinse facendogli perdere l'equilibrio. ''FUORI DA QUI!'' urlò, in preda ad una crisi isterica. ''Ma sono in mutande!'' disse lui, spaventato ed esasperato dalla situazione.
Marta allora fece ciò che faceva quando cominciava davvero a perdere la pazienza, prese un vaso e lo scaraventò dritto verso Wren, che riuscì a schivarlo solo per miracolo. ''VATTENE, SACCO DI IMMONDIZIA!'' Strillò nuovamente, e Wren corse fuori dalla porta, mentre la ragazza gli lanciava i suoi vestiti. Poi , l'ultimo urlo, il più forte di tutti: ''SEI UN UOMO MORTO, WREN! '' .
Poi , silenzio. Un orribile e inquietante silenzio, che pendeva sulla sua testa come una scure.
Si lasciò andare sul divano, e pianse. Pianse su Alison e le prese in giro, Su Jason e le promesse, la delusione, quel bacio ad Alison, pianse su CeCe... Pianse per ore. Per tutto. Odiava tutto e tutti, avrebbe soltanto voluto cancellare tutto quanto e ripartire dall'inizio... Mentre era ormai quasi in dormiveglia, però, si rese conto di una cosa: CeCe Drake e Bethany Young erano le uniche due persone sulla terra a non averla mai ferita nemmeno per sbaglio. CeCe...l'unica ragazza che fosse mai stata in grado di farle sentire qualcosa per il proprio sesso. Quanto era bella, nessuna poteva competere con la sua perfezione. Più la immaginava, più le sembrava di sentire i suoi occhi, accarezzare quella cascata dorata che erano i suoi capelli, assaggiare la sua bocca, sentire il suo profumo... Prima di dormire, ancora tra le lacrime, singhiozzando, sussurrò: ''Oh, CeCe. Quanto vorrei che fossi qui''. Dopodiché, scivolò nel sonno più profondo.Nel frattempo, Spencer Hastings, camminò il più velocemente possibile dalla casa , sedendosi infine su un marciapiede, proprio davanti alla casa dei Cavanaugh-Marshall. Abbracciò le ginocchia con le braccia, stringendole al petto, e pianse come non ricordava di aver mai fatto in vita sua.
YOU ARE READING
But you won't see me fall apart, cause i've got an elastic heart.
FanfictionAlison Vanderwaal aveva tutto dalla vita. Era l'ape regina, e tutti i ragazzi la volevano. Le ragazze, invece, volevano essere lei. Il mix ideale di cattiveria e bellezza che faceva girare la testa a chiunque. Fino a quando non dovet...