2. A Roma

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                                                                  Due mesi dopo

Louis era arrivato a Roma da poco più di una settimana e aveva preso possesso della bellissima villa che il padre aveva acquistato per lui sul colle Palatino.

Gli schiavi che aveva portato dalla Gallia si erano aggiunti a quelli che aveva comprato al locale mercato e non poteva lamentarsi del loro lavoro.

I mobili erano tutti al loro posto e così anche gli ornamenti e le suppellettili delle varie stanze.

Le tavolette di cera, che recavano scritte le sue poesie, erano state invece tolte, direttamente da lui, dal baule con cui erano state trasportate dalla Gallia e disposte in modo ordinato nel locale che era divenuto la sua biblioteca.

Il giorno precedente si era recato, per la prima volta, nel centro della città e si era aggirato per le strade gremite di gente e di negozi.

All'inizio si era sentito un pesce fuor d'acqua, essendo abituato alle enormi distese deserte e boscose della sua patria, ma, poi, lo sbigottimento si era trasformato in allegria e aveva gioito di tutta la confusione che lo circondava.

Con la lettera di presentazione che il padre gli aveva fatto avere, si era presentato a casa di uno dei letterati più famosi dell'epoca, Cornelio Nepote e aveva conversato amabilmente con lui.

Gli aveva mostrato alcune sue poesie, che aveva portato con sè e l'uomo era rimasto piacevolmente colpito dal suo modo di scrivere e dal suo stile.

Per dimostragli il desiderio di appoggiarlo e di accoglierlo nel suo circolo letterario, l'aveva invitato ad un banchetto che si sarebbe tenuto la sera seguente a casa sua.

Ecco perché, in quel momento, a poche ore dall'inizio della festa, si trovava indeciso su cosa indossare.

Prima di giungere a Roma, si era informato sui gusti, in fatto di abbigliamento, dei Romani e, dopo aver saputo quali abiti indossavano, si era fatto fare delle tuniche adatte al nuovo ambiente che avrebbe iniziato a frequentare.

Aprì quindi la sua cassapanca ed estrasse una veste azzurra come i suoi occhi.

Dopo averla indossata, si infilò ai piedi i sandali e si guardò allo specchio.

Diede una veloce sistemata ai capelli e, ritenendo che il suo aspetto fosse accettabile, uscì dalla stanza e poi dalla sua casa.

Odi et amo ( Larry Stylinson )Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora