Point of view Riccardo.
Sono un coglione, non ho altre giustificazioni: se Alyce avesse fatto quello che ho fatto io non la perdonerei mai, di conseguenza non la biasimerò se se non mi perdonerà, ma di certo devo dirglielo..Non posso nasconderle una cosa del genere, non si merita bugie ed io a questo punto non mi merito lei.
Quando Serena se n'è andata via ho pianto come un bambino, ma sai cosa sono queste? Lacrime di coccodrillo. Mi faccio schifo. Sto uno schifo.
"Amore! Sei arrivato prima oggi!" Alyce fa il giro del bancone e viene a darmi un bacio, io ricambio e muoio dentro.
"Saluto e arrivo." Continua, si stacca da me e torna dietro al bancone, saluta il suo collega fa tutto quello che deve fare per per poter andare via, ed infine esce , io sono di schiena che fumo una sigaretta, lei arriva mi circonda il bacino con le sue braccia e e appoggia la testa sulla mia spina dorsale che ormai non ha più ferite, perché lei me le ha curate, mentre io gliene sto per procurare una.
"Alyce aspetta." Dico. Devo dirglielo subito , meno tempo passa, meno la prendo per il culo.
"Ehi che succede?"
"Ti devo parlare."
Sento le gambe cedermi ed il cuore dolermi quando vedo la sua espressione che da sognante passa ad essere preoccupata, ed ancora non le ho detto nulla.
Ci sediamo sulla panchina vicino al bar dove lavora e mi sprona a parlare:
"Ti ho mai parlato di Serena?"
"La ninfomane malata che ha rubato la tua verginità partendosene sei anni in Brasile in cerca della vera emozione?"
"Lei."
Annuisce. Certo che gliene ho parlato, lamentandomi di quanto quella ragazza avesse bisogno di aiuto, ed invece io..
"È tornata."
"Di già?"
Questa volta annuisco io:
"E tu come lo sai?"
"È venuta in negozio oggi."
"Per te?"
Per me? Non avevo pensato all'idea che lei fosse venuta lì apposta, ma comunque non credo dato che quando mi ha visto ha fatto una espressione troppo stupita per essere finta, troppo anche per lei.
"No è stato un caso."
"E vi siete salutati?"
Silenzio. Non so più parlare, cos'è l'alfabeto? E le parole?
"Ricky?"
"Alyce io.."
"Dimmi che non vi siete baciati."
"No quello no." Perché è vero, ipocrita come sono non ho voluto baciarla, come se questo cambiasse le cose.
"E allora cosa?"
"Mi ha preso alla sprovvista ed ha iniziato a toccarmi."
Alyce è in preda al panico.
"E tu?"
Silenzio.
"Riccardo porca troia, tu cos'hai fatto?"
"L'ho portata in bagno."
Alyce dice solo un "Dio." Si mette le mani in testa, è disperata, si alza e corre via, piangendo.***
Point of view Alyce.
Non posso e non voglio crederci, era la mia unica sicurezza e mi ha tradito in tutti i modi, ha tradito la mia fiducia e mi ha tradito fisicamente. Ha scopato con un'altra, una sua ex ed io sono per strada a piangere sapendo che tra mezz'ora devo ricominciare a lavorare, parlare con la gente rimanendo educata. Come posso? Sicuramente al mio ritorno sarà ancora li' ed io non voglio vederlo o parlargli, non adesso.
"Pronto?"
"Ciao Giada.. Che fai oggi?" Sì, ho chiamato lei, perché è l'unica persona di cui mi fido ciecamente, anche se adesso come adesso ho paura a fidarmi di chiunque.
"Pensavo di venire da te al bar.. Ma stai piangendo?"
"Si .. Ti spiego dopo allora. Ora torno a lavoro. Un bacio."
Cerca di trattenermi ma non ho voglia di parlargliene per telefono, perciò riaggancio e vado sulla strada del ritorno.
Ed infatti eccolo lì, sta piangendo e me ne rendo conto da lontano, la cosa più brutta è che mi fa male vederlo così nonostante sia stato lui a creare questo dolore ad entrambi.. Cerco di passargli davanti senza fermarmi, perché non ho voglia di parlargli, ma mi blocca.
"Alyce ti prego."
"No Ricky, ne parliamo stasera , a casa okay?"
Lui è devastato ed io quanto lui, ma ora devo lavorare e devo cercare di essere il più gentile possibile coi clienti, tanto vale cominciare con lui.
Abbassa lo sguardo e se ne va.
Non avrei mai pensato che lui fosse capace di tradire, di tradirmi, eppure per l'ennesima volta mi ha fatto male la persona che amo di più e che mi è più vicina nella vita di tutti i giorni. Non so se perdonarlo o meno, come posso fidarmi ancora di lui?***
Point of view Marco
Eccolo lì, Federico come ogni volta che sua madre viene a pranzo inizia a pulire casa sua in maniera celestiale, i tappeti devono brillare, così come gli specchi, il pavimento e pure i tavoli. Gli do una mano a sistemare quello che è già in ordine , ma quando lo vedo nel panico perché il pavimento ha una crepa su una delle piastrelle mi rendo conto dell'esagerazione:
"Tesoro basta! Tua mamma è già stata qui, sa perfettamente com'è la casa e tu non devi fare colpo su di lei, al massimo è lei che deve conquistarti."
Ed ho ragione, non è lui quello che ha deciso di lasciarla da sola, lei lo ha cacciato fregandosene di lui fino a quando non è finito su un letto di ospedale.. Mi sembra chiaro chi ha qualcosa da farsi perdonare.
"Lo so.. Ma ho paura che prima o poi mi abbandoni di nuovo ed io non voglio dargliene motivo."
Il mio piccolo cucciolo è fragile, ed io sto diventando un fottuto romanticone. Odio questa cosa,ma lui mi fa perdere completamente tutte le staffe.
"Non lo farà e comunque la casa è perfetta!"
Si guarda attorno e si rende conto che effettivamente è impeccabile, nulla é fuori posto, il sugo sta cucinando già da mezz'ora e la cristalleria è lucidata.
Mi guarda sorridendo, so cosa mi vuole dire, lo conosco e nel suo sguardo c'è gratitudine e amore vero, mi prende dal colletto della camicia azzurra che mi ha obbligato a mettere, mi tira verso di se e mi da un bacio , uno di quelli casti, che ora può darmi quando vuole e dove vuole, a parte davanti a sua madre.
Il campanello suona e quindi lei è qui, il panico nei suoi occhi, la felicità di averla a casa, ma la rabbia pura che sia una cosa così strana, perché lui doveva essere così felice di avere una madre adesso? Non dovrebbe essere una cosa primaria?
Prima di andare ad aprire lo guardo e gli faccio fare un bel respiro, dopo di che vado a far accomodare Letizia.
"Ciao Marco. Come stai?"
Preoccupato per tuo figlio, vorrei rispondergli, perché sua madre lo ha abbandonato da ragazzino ed ora ha complessi di abbandono,vorrei rispondergli.
"Bene, grazie e tu?" Gli dico invece.
"Bene, Federico dov'è?"
"In cucina sta cucinando, vai pure!"
Lei si dilegua da me per andare da lui, non mi accetterà mai fino in fondo, ma è un problema suo. Amo suo figlio più di quanto lo abbia fatto lei, ha poco da parlare per quanto mi riguarda.
"Ciao tesoro!" Le sento dire, mentre anche io gli raggiungo e la vedo scambiarsi un abbraccio veloce..
Letizia non mi sta a genio, ma voglio che lui sia felice e se per esserlo ha bisogno di lei, allora è benvenuta nella sua vita.
"Come stai mamma?"
"A parte gli acciacchi della vecchiaia bene.. "
Non sembra convinta dal tono e soprattutto Federico non sembra averla bevuta, perciò osservo la donna che ormai si è seduta sulla sedia è noto effettivamente un certo pallore sul suo viso. Fede non chiede dettagli, perciò mi faccio da parte.
Una volta pronto,ci mettiamo a tavola, convenevoli su convenevoli, mai nulla di serio che esca nelle loro conversazioni,ma mentre lei parla ad un certo punto inizia a tossire, una tosse bruttissima e quasi cade dalla sedia:
"Sei sicura di stare bene?" Gli chiede Fede
"Certo.. Solo puoi andare a prendermi l'antibiotico per il raffreddore nella borsa? L'ho lasciata di là sul divano."
Annuisce e se ne va, lasciandoci soli, non appena sorpassa la soglia mi guarda e mi "minaccia."
"Non abbiamo molto tempo. Lì cercherà per un po' ma tanto non ci sono. Io non sto bene okay!? Per niente, sospettano un tumore e di conseguenza mi vedrò costretta a chemioterapia e tutte quelle storie tristi. Lui non lo deve sapere. Sta già male così. Se ti chiede,tu mi trovi in forma, okay?"
Vorrei risponderle e dirle che lei non può chiedermi una cosa del genere, che io non posso mentire all'uomo che amo per lei, nonostante questo sia per il bene di Federico, se lui mai lo scoprisse se la prenderebbe con me e probabilmente, com'è giusto che sia mi lascerebbe ed io non voglio correre questo rischio; ma come posso dirgli che sua madre ha il cancro? C'è un modo giusto per farlo? Uno meno doloroso? Non credo. Solo la realtà: la vita fa schifo.
In ogni caso, mentre le parole mi passavano dal cervello verso la lingua, Federico incombe nella stanza:
"Mamma non ho trovato nulla nella borsa."
"Mi sa che allora l'ho dimenticato a casa.. Mi trovo costretta a togliere il disturbo."
"Ma Letizia, non abbiamo nemmeno finito di mangiare!"
Lei mi guarda arrabbiata: "Ho bisogno dell'antibiotico ora."
Giusto. Cancro. Medicine necessarie.
"Ah va bene.. Allora ci sentiamo mamma, fammi sapere quando ti riprendi."
Amore mio, dovrai aspettare tanto, se non in eterno se non in invano.
STAI LEGGENDO
La nuova vita.
ChickLitNon è possibile comprenderlo se prima non si ha letto "Si comincia da capo." Alice ha ricominciato a vivere da quando Matthew è stato rinchiuso, la sua vita ora è completamente diversa: può uscire di casa senza aver paura di essere rapita, sua madr...