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Sei anni prima.

Emma aveva appena suonato alla porta di casa Piqué, mentre come ogni mattina, Anahì era andata al bar a comprare le brioche e lei a prendere Marc per andare a scuola.

Un'altra noiosissima mattina di scuola, alla quale nessuno dei tre voleva andare.

Marc, il più pigro tra tutti, sembrava non volersi decidersi ad aprire.

"Marc!!" sbuffò Emma tra sé e sé, aspettando che qualcuno la lasciasse almeno entrare ed evitare di congelarsi fuori ai cinque gradi dell'inverno.

Aveva conosciuto Marc qualche settimana fa, ad una festa di compleanno. In realtà Marc aveva conosciuto Anahì e lei li aveva presentati. Era simpatico, travolgente, molto cordiale e gentile - erano le caratteristiche che ad Emma piacevano sempre delle persone. Era un bravo ragazzo e così, dopo quella festa, i tre ragazzi avevano deciso di diventare amici anche perché pochi giorni dopo, Marc era arrivato a scuola da loro e nella stessa classe dopo il trasferimento nel quartiere dove vivevano più vicino a quella scuola che al resto degli istituti di Barcellona.

La porta si aprì di scatto ed Emma, pensando di parlare con Marc, incrociò le braccia fingendosi arrabbiata.

"Era ora!" sbuffò impaziente. Quando però la porta si aprì del tutto, Emma incontrò un paio di occhi chiari che non erano quelli di Marc.

Un ragazzo, alto, altissimo rispetto a lei, biondo e con un sorriso familiare, stava di fronte a lei, con aria perplessa.

"Era ora di cosa?" aveva domandato, inarcando un sopracciglio.

Non conosceva bene la famiglia di Marc, né sapeva che quello era nientemeno che una promessa del calcio mondiale in procinto di partire per l'Inghilterra. Gerard, o Geri, come lo aveva sentito chiamare pochi istanti dopo, da Marc stesso appena sceso le scale.

"Geri!?" l'aveva chiamato "chi è? E' Emma?" domandò dal piano superiore.

Emma, ancora sulla soglia, non riusciva a staccargli gli occhi di dosso. Pensò di non aver mai visto un ragazzo così bello in vita sua. La colpa poteva essere dei suoi ormoni impazziti con l'adolescenza, come avrebbe sicuramente detto Anahì, ma sentiva che non era proprio così. Che c'era ben altro sotto. Era come se, in quel momento, aprendo la porta e incrociando i suoi occhi, loro due si fossero scambiati qualcosa. O meglio, Emma avesse ricevuto qualcosa. Una scossa diversa, una sensazione mai provata prima che le aveva quasi iniettato un liquido paralizzante nelle vene che non la faceva muovere.

"Entri o stai lì?" domandò ancora "Geri", guardandola con aria sempre più perplessa.

"Ehm...sì.." balbettò Emma svegliandosi dai suoi pensieri. "Scusa."

Gerard la fece passare e la guardò. Non l'aveva mai vista né in giro, né nel quartiere. Sicuramente doveva essere una delle nuove compagne di classe di Marc, una ragazzina che sembrava appena uscita dall'asilo a suo parere.

Il ragazzo la lasciò in entrata, sparendo in cucina.

Emma rimase immobile, nel panico.

"..Marc?" domandò guardandosi intorno.

"Gerard!!" la voce della signora Piqué conosciuta la sera della festa, tuonò dalla cucina comparendo in corridoio di fronte ad Emma, al massimo dell'imbarazzo. "Non si lasciano così gli ospiti!!" esclamò arrabbiata.

"Perdonami cara, come stai?"

Emma arrossì rapidamente e le sorrise. "Bene. Io...non c'è problema, aspettavo Marc."

"Sta finendo di prepararsi. Sai com'è, è lento come una lumaca!" urlò per farsi sentire dal figlio minore guardando in alto verso le scale.

All'improvviso dietro le spalle della madre, riapparve Gerard. Emma lo guardò di nuovo e il suo cuore accelerò improvvisamente di nuovo.

"Cosa vuole prepararsi, tanto è brutto uguale!" rise il fratello maggiore quando Marc finalmente comparve sui gradini.

"Ah-ah mio caro! Ha parlato Mister Spagna!"

"Hey se permetti io sono figo!" commentò annuendo.

"Gerard!!!" lo riprese la madre dalla cucina "Smettila di prender in giro tuo fratello! Forza Marc, Emma ti stava aspettando.."

Marc guardò l'amica sorridendole per un attimo. I due fratelli non si assomigliavano poi tanto, però il sorriso li accomunava parecchio.

"Andiamo?" domandò Emma all'amico che l'aveva guardata.

"Un secondo...prendo la merenda e arrivo!" sorrise Marc entrando in cucina.

Emma sospirò. Di nuovo in silenzio, di nuovo con Gerard senza sapere cosa dirgli.

All'improvviso, vide che il ragazzo si stava avvicinando girandole intorno come un leone sulla sua preda. Sorrideva, mentre Emma era seria e quasi preoccupata.

"Tu e Marc uscite insieme?" domandò lui curioso fermandosi ad un certo punto.

"No." fece lei scuotendo il capo rapidamente, imbarazzata.

"Hai la sua stessa età, no?"

"Sì." disse lei annuendo.

"Io sono Gerard comunque." fece inarcando un sopracciglio.

Emma fece un mezzo sorriso, timido. "Emma. Piacere." incrociò di nuovo gli incantevoli occhi azzurri di Gerard e pregò che Marc si muovesse.

Gli sguardi tra i due vennero interrotti dall'arrivo di Marc di nuovo.

"Eccomi! Andiamo! Ciao Gerard!"

"Ci vediamo stasera?" domandò il fratello guardandolo.

Emma indietreggiò verso la porta senza staccare gli occhi dal fratello maggiore di Marc.

"Sì, tu quando parti?"

"Domani mattina."

"A dopo allora!"

Emma lo guardò. "..Ciao.." le disse lui sorridendo.

"Ciao Gerard." rispose lei, con il cuore in gola.

Appena usciti domandò a Marc per dove partisse la mattina seguente. "Inghilterra. Lunga storia."

Quello che Emma non sapeva era che quella lunga storia sarebbe stata anche la sua, in futuro.

WITH ME. ✰ || PiquèDove le storie prendono vita. Scoprilo ora