WITH ME. ✰ || 11

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Anahì arrivò correndo in camera di Emma e si appoggiò all'armadio sorridendo.

L'amica, concentrata di fronte allo specchio, voltò un momento gli occhi guardandola.

"Che?" chiese perplessa e alquanto in imbarazzo. Sapeva bene cosa le stava per chiedere.

"Sai cosa voglio sapere." disse, diretta.

Emma si mise a ridere arrossendo. Il cuore iniziò a batterle più forte - succedeva sempre così quando ci pensava. Da quel pomeriggio al pontile era passata una settimana in cui, Gerard era stato in ritiro praticamente ogni giorno, per partite di Liga, beneficenza e amichevoli con la Nazionale. Emma aveva continuato la sua vita, tra i corsi dell'Università e le uscite con gli amici, riflettendo su quanto nella sua vita stesse cambiando.

"La verità è che non posso risponderti." fece, semplicemente.

"Non vi siete ancora sentiti?"

"No." rispose semplicemente, piegando i vestiti nell'armadio.

Anahì corrugò la fronte. "..E tu non lo chiami?"

"E' con la Nazionale. E poi....perchè dovrei?"

"Perché...state insieme??" fece lei, come se fosse la cosa più ovvia del mondo.

Emma sgranò gli occhi guardando verso l'amica.

"Sei matta?"

"Non siete insieme?" chiese dubbiosa Anahì incrociando le braccia.

"No Anahì. Non stiamo insieme. Non sognarti nemmeno di dirlo, se venisse fuori da qualche parte potrei impazzire definitivamente. E non solo io."

Anahì scrollò le spalle sorridendo. "...Ah quindi siete insieme ma non siete insieme?" la incalzò curiosa.

Emma sospirò. "Non stiamo insieme. Punto. Non c'è nessun "ma", "se", niente."

"E tu vuoi dirmi che sei contenta di questo? Che va bene così?"

"Non ho detto questo. Ho detto semplicemente che non stiamo insieme."

"E cosa aspettate?"

Emma uscì dalla sua camera, sospirando, seguita a ruota dall'amica che le stava col fiato sul collo per sapere tutti i minimi particolari di quella storia così complicata.

La seguì fino in cucina dove finalmente la "fuga" di Emma si arrestò.

Si appoggiò alla credenza con la schiena e guardò Anahì sospirando.

"Non posso rispondere alle tue domande perché non lo so neanche io."

"E cosa aspetti a saperlo?" insistette Anahì convinta.

Emma guardò un momento il pavimento, inspirando. "E' complicato. Non è tutto così semplice come pensi...specialmente in questo caso.."

Anahì fece finta di pensarci un momento poi sgranò gli occhi scuri verso l'amica. "..Non c'è nessun problema. Sei tu che te li fai sempre per nulla" soggiunse "...Siete due persone normali, da quanto è successo al pontile evinco che lo vogliate entrambi...no?"

Emma si morse un labbro. "...Anahì...possiamo rimandare questo argomento a..."

Il suono del campanello alla porta le fece sobbalzare entrambe, interrompendo la conversazione.

Anahì sgranò gli occhi poi allargò un sorriso - quasi sapesse chi era venuto a far loro visita.

Emma corrugò la fronte, iniziando ad agitarsi.

"Certo, rimandiamo l'argomento." sorrise l'amica con una punta di ironia. "...Non vai ad aprire?" domandò curiosa guardando verso la porta.

Emma era indecisa se strangolare l'amica per quel sorriso soddisfatto, oppure andare ad aprire.

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