capitolo 7

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Il telefono squillava rompendo il silenzio creato in torno a loro.

I corpi di Alicia e Sam erano un groviglio di anime e corpi intrecciati tra loro.

I loro respiri, e i loro cuori battevano all'unisono, volevano fondersi tanto da diventare una cosa unica.

La mano di Alicia si mosse nell'oscurità in cerca del telefono, ma il corpo solido di Sam la bloccava.

Nella sua mente si affollarono le immagini della notte precedente, il suo corpo fu scosso dai i brividi, e le sensazioni magnifiche che aveva provato gli rimbobavano nel corpo.

Non riusciva ancora a crederci, l'amore della sua vita eri li nel suo letto, la teneva fra le braccia, la stringeva a se con forza come se avesse paura che qualcuno potesse strappargliela via.

Alicia era felice, le lacrime le scorrevano lunghe le guance, tirò in sospiro di sollievo quando si accorse che la notte appena passata non era uno altro scherzo del suo subconscio.

Il suo cuore cominciò a martellarle nel petto veloce, e frenetico.

A distoglirla dai suoi pensieri lo squillo del telefono che continuava a sovrastare il silenzio.

Alicia cercò di muoversi ma Sam la bloccò ritrascinandola a letto, e in un attimo fu su di lei.

《Dove pensi di andare non ho ancora finito con te piccola》 Sam la guardò come si guarda il più prezioso dei diamanti.

Con ammirazione, stupore, brama di possederlo, era sconvolgente quante emozioni quella piccola e fragile donna gli faceva provare ma era così.

Si era sentito perso questi tre anni senza di lei, senza il suo corpo caldo, senza il suo profumo di fragola.

Aveva sentito quel profumo su molte donne, eppure c'era qualcosa di diverso in quei profumi.

Non c'era l'odore di lei, era questo che lo fermava ogni volta dal prendere una donna solo perché sapeva di fragola.

Scese a baciarle labbra, quelle dolci, carnose labbra piene, la sua bocca si modellava a quella si lei.

Le loro lingue si scontravano senza pudore, senza tenerezza, ma lo facevano con ardore, bisogno, trasporto.

Alicia voleva lasciarsi andare, il pulsare crescente che avvertiva in mezzo le gambe le imponeva di continuare.

Ma quel maledetto telefono squillava in continuazione, quindi quello che volevano dirle doveva essere importante.

Una brutta sensazione cominciò a farsi largo dentro di lei, e un pensiero le balenò in testa.

Fu attraversata da una scossa di ansia mista a paura, che la spinsero a scattare giù dal letto come una molla.

Sam la guardava stranito è anche contrariato, ma lei non aveva tempo si trastullarsi te le sue braccia doveva prima smentire i suoi sospetti.

Cercò la borsa che aveva scaraventato Dio solo sa in quale angolo della stanza, e quando la trovò riverso tutto il contenuto sul letto.

Quando lesse il nome della persona che la cercava, si Pietrificò sul posto.

Con mani tremanti rispose al telefono, è il mondo in torno a lei si fece buoio quando senti quelle parole, che in cuor suo sperava di non sentire mai.

《L'hanno preso hanno preso il bambino》 Adam continuava a gridare quelle parole, ma dall'altro lato Alicia non poteva sentirlo.

Era successo tutto all'improvviso era nella sua stanza insieme al piccolo, quando aveva sentito un tonfo provenire dal piano inferiore.

Aveva sentito la voce si più persone nel suo salotto, non sapeva cosa stava succedendo, ma ebbe la brillante idea si chiude Rai dentro la stanza con bambino, e chiamare la polizia.

《Pronto qui è la stazione si polizia desidera》 la voce dell'uomo era stanca quasi annoiata, come se stare dietro quel telefono fosse la cosa più scocciante al mondo

《Ci sono degli uomini in casa mia, siamo io e un bambino piccolo di quasi 4 anni, mi sono chiuso in stanza ma non so per quanto staremo al sicuro la prego muovetevi》

l'agitazione nella sua voce era chiara, aveva paura per lui e quella povera creatura che si trovava con lui.
《Ok si calmi e mi dia il suo indirizzo manderemo una volante》

《La prego fate presto》

Le voci non arrivavano più ovattato dal piano di sotto, ma stavano diventando chiare e ben udibili.

Il rumore dei loro passi, riecchieggiava nel silenzio del corridoio.

Il cuore di Adam batteva all'impazzata,  il sangue gli pompata nelle vene, e l'eco del suo battito era ben udibile nelle sue orecchie.

Adam non poteva credere di star per fare quello che stava per fare, ma lo fece.

Appoggio il bambino sul letto, che per chissà quale motivo stavo facendo il bravo stando in silenzio.

Si inginocchiò al lato del letto, e cominciò a pregare, con grande timore, erano anni che non lo faceva, e aveva paura che Dio non lo ascoltasse.

Pregava, pregava perché voleva che arrivassero presto i soccorsi, o almeno che quel bambino uscisse indenne da quella situazione.

Gli voleva bene come fosse suo, in quei tre anni gli aveva fatto quasi da padre, ed anche se non c'era uno stupido legame di sangue lui lo sentiva come suo.

Sentiva i rumori delle varie porte che si aprivano e si chiudevano.

I mormorii degli uomini che imprecavano perché non riuscivano a trovarli, fin quando non si abbassò  la maniglia della sua stanza.

《Questa è chiusa》 urlo qualcuno, poi si senti uno sparo e la maniglia saltò dalla porta.

Il bambino scoppio a piangere, proprio nell'esatto momento in cui gli uomini irruppero nella Camera.

《Prendete il moccioso》 erano in tre, grossi e robusti, erano interamente vestiti di nero, e avevano il volto coperto da passamontagna.

Adam si scagliò contro di loro come un pazzo, ma loro era in tre, lui in uno, loro erano il doppio di lui per altezza e stazza e lo misero al tappeto.

《Prendiamo il bambino e filiamo》 Adam provò ad alzarsi ma il dolore per le troppe botte prese lo costrinse a restare a terra.

Gli uomini corsero via, mentre il lontananza si sentiva il suono delle sirena della polizia

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