Capitolo 1 - La Terra

112 5 3
                                    


Era visibile ormai. Terra natale dei nonni di tutti gli occupanti di quella navicella. Terra mistica dagli innumerevoli racconti, dalle molteplici culture, rumori e colori abbandonati per sempre nel ricordo delle rare foto e filmati arrivati fino a Mundus. Foto. Mostravano un mondo completamente diverso dalla roccia e dai parchi protetti dalle capsule dove vivevano gli umani stessi. Mundus non era la Terra, in niente, non aveva spazi liberi dove divertirsi, cose da vedere, da scoprire, da esplorare. Era roccia. Fredda. E nient'altro.

Tutti ebbero un sussulto quando si distinse dal nero infinito, un piccolo geoide azzurro. Persino Max fu visto a bocca aperta e lo sguardo fisso su quel misterioso passato.

Mancava poco, ormai la terra sotto di loro era distinta. Max prese le redini dello stupore generale e attirò gli sguardi a sé "occhi fissi a me e orecchie sincronizzate signorine, da ora non si scherza. Quando questo pezzo di latta si poserà sul suolo terrestre dovrete avere già casco con microfono e computer incorporato acceso, avere già armi cariche e spirito in pace. Ragazzi l'agitazione rende stupido un uomo, ricordatelo. Tutti preparati fra 5 minuti calpesteremo suolo terrestre". Aveva un sorrisino divertito, aspettava da tempo questo momento.

Tutto tacque. Una serie di luci rosse sul lungo corridoio centrale che divideva i due settori in cui stavano i 150 tra soldati, comandanti medici e scienziati si accesero sul pavimento. I soldati si guardarono in giro preoccupati, agitati da quella snervante attesa. Steve si portò all'orecchio di Tom. "Che ci sarà la fuori?". Tom tenne lo sguardo fermo, un rivolo di sudore gli gocciolava dalla tempia. "Non lo so, devastazione? Morte? O niente di tutto ciò?".

Del gas uscì dalla porta: si stava aprendo. Tutti gli occhi erano fissi sull'entrata che ormai, essendosi aperta del tutto, lasciava entrare un fascio intenso di luce. Nulla però si poteva vedere dell'esterno.

Tom si era dimenticato del casco, era l'unico a non indossarlo. Lo prese da terra e lo indossò legando bene le stringhe sotto il mento. Il casco era bianco dello stesso materiale dell'armatura. Comprendeva tutta la testa tranne il naso e gli occhi, che però erano coperti dagli occhialini dell'elmetto che facevano anche, e soprattutto, da monitor per il micro computer incorporato. Accese quest'ultimo e subito dopo la radio. Era pronto per la grande missione.

Ancora niente. Erano passati un paio di minuti ma nessuno era sceso e nessuno era salito. Ed è dopo un terzo minuto che la situazione si sbloccò. Dall'entrata della navicella apparve la testa del generale Max, visibilmente furibondo.

"Allora primedonne volete anche il tappeto rosso? Muovete il culo!"

Tutti di botto presero il mitra e, non proprio ordinatamente, uscirono. Tom e Steve erano tra gli ultimi. Appena varcarono la soglia furono accecati dalla luce. Pian piano i loro occhi si abituarono e videro quello che era quel giorno, la Terra.

Il cielo era grigio, era nuvoloso ma non sarebbe piovuto, il clima mite. Era primavera si suppose. Gruppi di uccelli volavano nel cielo, erano neri, come l'umore della natura. La terra che circondava la periferia di quella che un tempo era stato detto fosse Parigi era rigogliosa. Una natura fondata sull'anarchia del disordine. Copriva tutto; le abitazioni abbandonate, semi-distrutte, le automobili e i camion; coprivano la fine di quel giorno che fermò il mondo ma continuava tutt'ora.

L'area era deserta, nessuno animale stava in zona; solo grandi cornacchie nere gracchiavano e volavano a cerchio sopra i 150, incuriosite da quelle cose che non avevano mai visto.

Erano atterrati su una prateria, anche se al tempo si trattava di un tranquillo sobborgo della capitale francese. Davanti al plotone di umani si stagliavano a distanza abitazioni distrutte e ricoperte dalla natura, mezzi di trasporto e la strada che ancora si era mantenuta da un certo punto in poi. Ai lati della prateria invece solo alberi e rocce, molte in realtà erano detriti di case o pezzi di metallo e ferro.

Creations - Sotto il sangue degli UmaniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora