La casa dello stregone era un normale loft nel centro di Brooklyn, che di notte diventava sinonimo di discoteca. La musica assordante si propagava al di fuori delle mura e le luci stroboscopiche attraversavano i vetri delle finestre che lasciavano intravedere le sagome di centinaia di corpi appiccicati che si muovevano flessuosamente l'uno contro l'altro.Isabelle suonò al citofono e, dopo un po' di attesa, un uomo venne ad aprire la porta. Appena Alexander alzò lo sguardo, incontrando un paio di occhi verde-oro, si sentì scombussolare lo stomaco; l'uomo era alto, molto più alto di Alec, e magro, ma non troppo.
La pelle olivastra e gli occhi dai tratti lievemente orientali, mettevano in mostra le pupille ovali identiche a quelle di un gatto, coperti da una mascherina di glitter color carbone;le labbra erano dipinte di blu scuro. I capelli corvini erano tenuti dritti da una montagna di gel glitterato e il Cacciatore dopo essere rimasto a fissare i glitter dello stregone spostò lo sguardo sul suo abbigliamento, costituito da un paio di jeans e una camicia nera aderente e sbottonata fino al petto. Era bellissimo. Era davvero bello. Pensando a ciò il Cacciatore sbiancò e le sue guance si imporporarono all'istante;Era tutta colpa di Jace. Si maledisse svariate volte sapendo di non riuscire mai dire di no alle decisioni del suo parabatai farsi cacciare in situazioni assurde. Come quella di autoinvitarsi alla festa privata del Sommo Stregone di Brooklyn per esaudire un capriccio di una mondana rossa montata che credeva di essere il centro del mondo.
Lo stregone lo riscosse dai suoi pensieri tramutando la sua espressione in una di disgusto e dicendo: "Figli dei Nephilim. Dunque, dunque. Non ricordo di avervi invitati." Aveva una voce calda e rassicurante, che fece venire un brivido lungo la schiena ad Alec. Isabelle sventolò con aria trionfante un foglietto spiegazzato sotto il suo naso. A quel punto lo stregone sbuffò:"dovevo essere ubriaco. Vabbé. Entrate e cercate di non uccidere nessuno dei miei ospiti."
Così dicendo si scansò e osservò ognuno degli intrusi, che in fila indiana, varcavano la soglia dell'appartamento. Il suo sguardo si soffermò su un paio di occhi blu,che lo fissava ormai da tempo e molto tranquillamente gli fece l'occhiolino,facendo inarcare le labbra cobalto in un sorriso malizioso. Il ragazzo diventò ancora più rosso, anche perché quando lo stregone si girò, il suo sguardo si soffermò su parti in cui non avrebbe dovuto soffermarsi.~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~
Quando Alexander entrò nell'appartamento, il calore dei corpi che ballavano, il cattivo odore di alcool mischiato a fumo e il rumore assordante che gli aveva disintegrato l'udito gli regalarono una sensazione di infinito disagio.Il cacciatore fece un rapido giro della stanza, piena di vampiri che bevevano da alti calici e Seelie che mangiavano pesce crudo, dopodiché insieme al suo parabatai raggiunse Clary che stava discorrendo con lo stregone: era appoggiato al muro e i suoi occhi brillavano nel buio.
"Cosa si festeggia?" Esordì Clary chiaramente in imbarazzo per rompere il ghiaccio."Il compleanno del mio gatto" disse pigramente lui.
"E dov'é?" Il Nascosto si staccò dal muro e con un sospiro disse:"non lo so. É scappato"
Alec non fu tanto sorpreso per la fuga inaspettata da parte del gatto, quanto dalla festa organizzata per lui.
-Sul serio? Un gatto?-Aveva pensato. -Questa si che é eccentricità.-
Dopo qualche minuto, un vampiro pallido e calvo dall'aria particolare e l'accento nord-europeo ruppe il completo silenzio formatosi tra il gruppo: "Magnus Bane, qualcuno ha messo dell'acqua santa nel serbatoio della mia moto. Avevi detto che non ci sarebbero stati uomini-lupo a questo party" urlò contro lo stregone.
L'indice scintillante di Magnus si mosse leggermente, così poco che Alec quasi pensò che fosse rimasto fermo. Il vampiro si strozzò a metà ruggito e si portò le mani alla gola. Mosse la bocca, ma non ne uscì alcun suono.
«Non sei più il benvenuto» disse pigramente Magnus spalancando gli occhi. Alec notò che le sue pupille erano verticali, come quelle di un gatto. Trasmettevano sicurezza e orgoglio.
«E adesso vattene.» Distese le dita e il vampiro si voltò come se qualcuno lo avesse afferrato per le spalle e lo avesse girato, dopodiché fendette deciso la folla diretto verso la porta.
Jace fischiò piano. «Notevole.»
«Vuoi dire quella piccola crisi d'asma?» Magnus levò gli occhi al soffitto, fingendo un'aria di spavalderia. «Lo so. Cosa è successo davvero a quella moto?»Alec emise un suono strozzato. Una risata. Il Nephilim non rideva quasi mai, ma quella fu una risata sincera e spensierata, come se per un attimo, il giovane non sentisse la responsabilità del mondo addosso. Pensò che avrebbe dovuto farlo più spesso.
«Gli abbiamo messo dell'acqua santa nel serbatoio» disse.
«Alec» lo rimproverò Jace, che in realtà rideva sotto i baffi.
«Lo immaginavo» fece Magnus con un'espressione divertita. «Siete dei piccoli bastardi vendicativi, eh? Sapete che le loro moto vanno a energia demoniaca. Non credo che riuscirà più a ripararla.» Nella sua voce c'era un tono malizioso e i suoi occhi stavano fissando quelli blu marino di Alec, che lo guardava rapito dalla sua perfezione, soprattutto dei suoi occhi.
«Ho sentito dire che alcuni di loro riescono a far volare le moto» buttò lì Alec,che cercava di non far notare di essersi perso il cervello per strada. Stava quasi sorridendo.
«È solo una vecchia favola» disse Magnus con gli occhi di gatto che scintillavano, senza mai staccarli dal ragazzo. «Allora è per questo che vi siete infiltrati alla mia festa? Solo per mandare allo sfasciacarrozze la moto di qualche succhiasangue?»C'era una forte attrazione tra Magnus e Alec che però gli altri non notavano.
Si stavano mangiando con gli sguardi.Jace rispose alla domanda tornando serio:"no, dobbiamo parlarti, preferibilmente in privato".
Dopo un po'di esitazione, Magnus li condusse in una stanza. A giudicare dalle dimensioni, era la stanza padronale.
La camera da letto di Magnus era un sabba di colori: lenzuola e copriletto giallo canarino che drappeggiavano un materasso steso a terra, un tavolino da toilette blu elettrico con più confezioni di cosmetici di quello di Isabelle, tende di velluto arcobaleno che nascondevano le finestre a tutta altezza e uno spesso tappeto di lana che copriva il pavimento.
«Bel posto» disse Jace spostando una tenda. «Direi che si guadagna bene a fare il Sommo Stregone di Brooklyn.»Magnus si appoggiò alla porta chiusa e incrociò le braccia: quando lo fece, l'orlo della camicia si alzò e Alec intravide un addome divinamente scolpito, privo di ombelico.
Il ragazzo avvampò, più velocemente di quanto possa scattare il rosso al semaforo, e distolse lo sguardo essendo ormai senza fiato.Magnus aveva notato l'espressione di Alexander e aveva sorriso maliziosamente, mentre gli altri guardavano Jace, che aveva iniziato a chiedere a Magnus delle risposte.
Lo stregone, aveva più volte promesso a se stesso di pensare a salvarsi la vita, di non parlare di Valentine e del Circolo, altrimenti ne avrebbe pagato le conseguenze.
Ma in viso angelico di quel ragazzo, gli impedì di ascoltare il suo egoismo e decise di aiutare i Cacciatori, nella speranza di poter rivedere quel Figlio dell'Angelo con gli occhi del colore del cielo.Ciao gente. Questo é il prologo della mia storia, che spero vi piacerà. I capitoli sono basati sui discorsi ufficiali dei libri, ovvero le battute sono riportate, almeno per i primi capitoli, successivamente cercherò di staccarmi un po'.
Spero di riuscire a pubblicare un capitolo a settimana ehh niente, viva i glitter.🌌🌌
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Stupid Nephilim ~Malec~
FanfictionMalec missing moments. I capitoli possono essere letti anche come One Shots. •|DAL TESTO|• Il corpo di Alec si rilassò al tocco dello stregone e poggiando la testa sullo schienale chiuse gli occhi e sospirò «allora questo bacio vuoi darmelo...