14. Playing games.

693 46 11
                                    


-Quante persone- chiese Alec -All'incirca?-
Magnus scosse la testa. -Non saprei fare un calcolo, e poi non ha importanza. L'unica cosa che conta è quello che provo per te.
-Più di cento?- lo incalzò il ragazzo. Magnus aveva lo sguardo impassibile. -Duecento?-
-Non riesco a credere che questa conversazione stia avendo luogo-
-Perché così tanti?- Gli occhi di Alec, nella penombra della stanza, risplendevano di un'azzurro intenso.
-Ti stanchi in fretta delle persone?-
-Vivrò in eterno- rispose Magnus senza scomporsi. -Non per tutti è così.
-Quindi resti con loro finché muoiono, poi ti trovi qualcun altro?
Magnus non disse nulla. Guardò Alec con lo sguardo luminoso come quello di un gatto. -Preferiresti che passassi il resto dell'eternità da solo?
La bocca dell'altro si contrasse. -Io vado a cercare Isabelle.
***
Alec si voltò, la rabbia e l'indignazione che traboccavano quasi al di fuori di lui, sebbene, come al solito, tutto ciò che il suo volto traspariva era la calma e la determinazione del solito Alec. Un mix di emozioni lo stavano attraversando violentemente e, ad ogni passo che faceva, sembrava lasciare dietro di sé una scia d'ira incontrollata.

Tutto ciò a cui riusciva a pensare era di essere stato preso in giro. Per tutto il tempo in cui erano stati insieme, Magnus lo aveva preso in giro, nascondendogli tutto il suo passato, come se Alec non fosse abbastanza importante per la sua vita.
Ma forse, pensò Alec, Magnus aveva avuto così tanti amanti che ormai non sapeva più distinguere l'amore dal semplice e puro edonismo.
D'un tratto si fermò. Cosa ne sapeva lui dell'amore?

Magnus era l'unico di cui si fosse mai innamorato -tralasciando Jace, per il quale aveva provato in passato una leggera attrazione puramente fisica- ed ora si chiedeva se in realtà tutto il suo amore fosse stato costruito su una bugia, su un gioco costruito per divertimento. Si era fatto fregare da quell'uomo senza tempo e dai mistici occhi di gatto che gli avevano stregato il cuore, come la maga Circe aveva stregato i compagni di Ulisse.

«Hey fratellone» la calda voce di Isabelle precedette la sua affascinante figura e la ragazza apparì davanti al fratello quasi dal nulla, saltandogli al collo e abbracciandolo calorosamente.
«Alec, tutto bene?» domandò vedendo il fratello più ostile del solito, dato che Alec non aveva ricambiato il suo abbraccio.
«Si Izzy, tutto perfetto» disse, cercando con tutte le forze di nascondere il sarcasmo che quelle parole trasmettevano, cosa che purtroppo non gli riuscì.
«Non osare fare del sarcasmo con tua sorella. È andato qualcosa storto a Vienna?» Isabelle tentò di indovinare, ma suo fratello non le era d'aiuto, dato che il suo volto non lasciava trasparire nessuna espressione di assenso o contraria.

«Alec parlami» ritentò prendendogli il volto con le due mani e racchiudendolo con le unghie smaltate di rosso.
<È andato tutto bene a Vienna sta' tranquilla» la sua austerità era aumentata.
«C'è qualcosa che non va con Magnus?» chiese insistente.
«Non penso possa funzionare tra me e lui» confessò duramente.
Ci mancò poco che Isabelle non spalancasse la bocca per la sorpresa.
«Per Raziel, ma cosa stai dicendo?» sua sorella ora sembrava irritata «Non dire idiozie, siete una delle poche certezze che ho nella vita»

Stavolta fu Alec ad essere sorpreso, accorgendosi che qualcosa non andava in quelle parole.
«C'è qualcosa che devi dirmi?» domandò infatti incuriosito.
La sicurezza di Isabelle sembrò vacillare per un attimo, come se fosse stata colta alla sprovvista, ma poi la ragazza riacquistò tranquillamente la sua calma e rispose «Pensavo potesse funzionare con Simon e invece...» con un sospiro abbassò gli occhi.
«Invece?» esclamò Alec, dimenticando completamente i suoi problemi per capire cosa stesse succedendo tra sua sorella e quel vampiro.
«Invece niente, mentre uscivamo insieme, in realtà usciva anche con un'altra ragazza»
Le sopracciglia di Alec si alzarono fino all'attaccatura dei capelli corvini.
«Io lo uccido» disse a denti stretti.
Nessuno poteva giocare in quel modo con sua sorella, tantomeno un patetico vampiro da strapazzo.
«Giuro su Raziel che-»
«Non giurare sull'Angelo Alec, tu non farai proprio niente» gli intimò severamente lei.
Lui la ignorò voltandosi per andare a cercare il vampiro «Devo soltanto trovarlo, dopodiché non vedrà l'alba di un nuovo giorno» continuò ostile.
«Alexander!»

Stupid Nephilim ~Malec~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora