Capitolo 1 - Sotto i riflettori

1.8K 141 12
                                    

Due anni prima del Prologo

La sala era gremita di gente che correva da un lato all'altro senza sosta, con fogli e penne volanti. In un angolo, il grande televisore era acceso e il presentatore del programma sbraitava indiscrezioni o voci che, al novanta percento, erano mere falsità. In un altro angolo, un banchetto era stato preparato con cura, ogni tovagliolo, piattino o bicchiere aveva lo stesso volto e la stessa scritta: Trevor Mulgrew for Senator. Un uomo di mezza età era al centro della stanza, dava ordini ed elargiva indicazioni a tutti. Fu a lui che Trevor si avvicinò di corsa, visibilmente affannato e con la camicia fuori dai pantaloni e la giacca in mano.

«James, James!» urlò, facendoglisi accanto. Appena l'altro lo vide, liquidò gli stagisti e si concentrò sul possibile futuro senatore.

«Trev come cazzo ti sei conciato? Cristo, hai una conferenza tra cinque minuti,» lo rimproverò James, afferrando la giacca e permettendogli di sistemarsi la camicia.

«Sei il mio stratega, non mio padre, grazie a Dio.» James sorrise e scosse la testa, sistemandogli una cravatta nera attorno al colletto della camicia e lisciandogli la giacca una volta che se la fu messa.

«Okay ricapitoliamo, come ti devi comportare?» domandò il più vecchio dei due, mentre cercava un foglio nella scrivania più vicina. La confusione attorno era totale.

«Devo apparire sicuro, qualunque sia il risultato devo sorridere e applaudire. Se avrò vinto io, dovrò stringere la mano al candidato repubblicano e inchinarmi dinnanzi alla giornalista e alle telecamere, se avrà vinto lui devo sempre stringergli la mano, ma arretrare e lasciargli posto per il suo discorso ma senza mai smettere di sorridere e applaudire.» James annuì, soddisfatto. L'aveva plasmato a sua immagine e somiglianza, sarebbe stato un grande politico, indipendentemente dal risultato di quelle elezioni per il Senato. L'Illinois era uno Stato storicamente repubblicano, un senatore democratico sarebbe stato un colpo non da poco e un messaggio chiaro al partito di Hillary Clinton: "Bisogna tenere in considerazione Trevor Mulgrew". James porse un foglio a Trev e gli sorrise.

«Ricorda: il discorso è solo uno spunto, una scaletta. Alla gente piace l'improvvisazione, per cui appoggia il foglietto, lo leggi, poi lo accartocci e te lo infili in tasca. Devi essere rassicurante, devi parlare a nome di tutti e verso tutti. Nomina le donne, nomina i neri, nomina i gay e nomina gli anziani, sono le quattro categorie deboli della politica repubblicana. Non accennare assolutamente alla religione, le campagne elettorali vengono stroncate con una mezza parola sbagliata sulla religione. Ah e ricorda sempre: tu non sei tu, tu sei l'Illinois.» Trevor sbuffò, facendo fuoriuscire l'ansia e la tensione. Annuì, sorridendo a James e agli stagisti, ai dipendenti e ai finanziatori che erano raccolti in quella stanza e attendevano il risultato delle elezioni. Era un testa a testa contro Marcus Rogelio, candidato repubblicano e già senatore per due mandati consecutivi. Praticamente era impossibile batterlo. Era famoso per la sua rigidità contro le adozioni gay e l'aborto. Un ragazzo arrivò di corsa, superando tutti e portandosi al fianco di Trev.

«Lei dov'è?» gli chiese il possibile senatore, quando lo vide solo. L'altro sorrise.

«È pronta.» Rachel Mulgrew arrivò con calma e si portò accanto a suo marito. Era bellissima: il vestito lungo e attillato color pesca la stringeva risaltando le lunghe gambe e i capelli biondi.

«Amore,» disse lei, baciando sulla guancia il marito. Questi sbuffò, ma sorrise. Era pronto. Guardò il ragazzo e annuì.

«Matt, sarai dietro di me?» gli chiese. Il giovane confermò, controllò la pistola e si mise l'auricolare. I tre uscirono e avanzarono di qualche passo tra la folla, raggiungendo il candidato repubblicano che era già al centro di una piazza gremita. La giornalista sorrise al nuovo arrivato, che lasciò la mano della moglie e si diresse accanto a Marcus Rogelio. James Farter osservava la scena dal televisore della stanza messa a disposizione dal comitato finanziatori della campagna democratica di Trevor. Appena la giornalista prese la parola, nella sala calò il silenzio. Tutti attendevano il risultato, James sudava freddo. Era stratega da più di vent'anni e non aveva mai avuto così a cuore un candidato.

"Gentili telespettatori e spettatori dal vivo, abbiamo il risultato delle elezioni per il Senato. Opposti ci sono i due candidati che vedete alle mie spalle: Marcus Rogelio per il partito repubblicano, e Trevor Mulgrew per il partito democratico. Posso comunicare ufficialmente che, con uno scarto del quattro percento, il nuovo senatore dei due che rappresenteranno lo Stato dell'Illinois è... Trevor Mulgrew"

La stanza scoppiò in urla di gioia e gente che correva, abbracciava il proprio vicino o baciava il proprio ragazzo. I finanziatori di Trevor sorridevano e applaudivano. James rimase impassibile, come sempre, concedendosi un semplice sorriso. Trevor, come appariva dallo schermo televisivo, fu colto da una genuina espressione di sorpresa, ma si ricordò la propria scaletta. Sorrise, applaudì e andò a stringere la mano a un restìo Rogelio, per poi raggiungere la giornalista al centro del palco improvvisato in piazza.

"Io sono... onorato di tutto ciò. Giuro agli elettori che mi batterò in Senato per tutto ciò che ho promesso in campagna elettorale. La parità dei sessi, l'uguaglianza di diritti tra le razze, le unioni e le adozioni omosessuali, l'aumento delle pensioni per gli anziani. Io otterrò i voti e proporrò le mie mozioni. E vincerò, perché ve l'ho giurato, e lo sto ribadendo. Noi siamo l'Illinois, noi siamo uno Stato Unito, noi viviamo insieme e lottiamo insieme per l'uguaglianza!"

Lo scroscio di applausi che provenivano dalla piazza fu imitato da quelli che si estendevano nella saletta personale del comitato democratico. James annuiva e sorrideva.

«Così, ragazzo, così. Ora bacia lei.» Prontamente,Trevor si avvicinò a Rachel e la cinse in un abbraccio, poi la baciò con passione e sorrise contro le sue labbra. Erano così perfetti insieme. Nulla sembrava poterli separare. Certo, in apparenza. L'apparenza è tutto, era il motto di James e l'insegnamento che aveva dato a Trevor. Non importava che loro due non erano felici, ma importava che tutti pensassero che lo fossero. James si prese un momento per osservare Marcus Rogelio e sorridere: Trevor l'aveva già battuto una volta. Chissà che non potesse farlo ancora. Così lo stratega ebbe la folle idea. Il candidato democratico al governatorato non era ancora stato scelto. Sicuramente, vista la sconfitta, Rogelio si sarebbe candidato a Governatore, carica alla quale ambiva da anni. Batterlo sarebbe stato un gioco da ragazzi per Trev. Improvvisamente, James immaginò lo scenario. Trev governatore. Sì, si poteva fare. Anzi, si doveva fare.

The Senator (Trilogy of Secrets, 3)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora