Capitolo.5

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Sono le 10.00 del mattino quando mi sveglio, vorrei dormire di più,ma non riesco più ad addormentarmi,sono troppo eccitata per il fatto che vivo in una nuova città.

Mi alzo e mi metto la vestaglia da camera che mio padre gentilmente mi ha comprato e lasciato sopra la sedia davanti alla mia scrivania.

Apro la porta e sento il profumo di pancake appena fatti provenire dal piano di sotto,scesi immediatamente le scale e arrivo in cucina.
Scarlett ha fatto i puncake e li ha già disposti in ogni piatto.

<buongiorno> dico.

<Buongiorno cara ho fatto i pancake,siediti....c'è nutella,marmellata,burro e della salsa di mirtilli che ho preparato.
Scegli pure quello che vuoi.> dice mostrandomi i vari vasetti.

<Grazie>dissi io,le sorrisi e mi sedetti.

Prendo la salsa ai mirtilli e la verso su due pancake che sono impilati uno sopra l'altro e comincio a mangiare.

<dov'è mio padre?> riesco a dire tra un boccone e l'altro.

<sta ancora dormendo,era così stanco ieri.> sto cominciando ad abituarmi a quella vocetta stridula.

<Che hai in programma di fare per oggi?> mi chiede Scarlett mentre si siede a tavola con me.

<Credo che andró and esplorare la città e il quartiere. Se non avevamo altri programmi>

<no,tranquilla,vai pure,la nostra è una bella città,non sarà di certo Londra, ma non è affatto male.> dice cominciando a mangiare i suoi pancake con il burro.

Una volta finito di mangiare vado in bagno,mi lavo i denti,e mi vesto.
Metto dei jeans strappati sul ginocchio e una felpa.
Decido di chiamare mia madre per dirle che è andato tutto bene con papà e anche con Scarlett a quanto pare.

Poi corro al piano di sotto e incontro mio padre che si è svegliato da poco,lo saluti ed esco di casa.

Il mio quartiere è piccolo ma molto grazioso.
Le case sono una vicino all'altra,quasi tutte sono dipinte di bianco e hanno dei piccoli giardini in torno.

Noto in particolare quella di fronte alla mia.
È molto più grande in confronto alle altre ed ha la piscina.

Non ci faccio caso e continuo a esplorare il resto del quartiere e comincio a pensare che forse ho avuto paura per niente.
Mio padre mi adora,mia madre è comunque felice,Scarlett sembra simpatica,vivo in una nuova città e in una nuova casa e domani andrò a scuola e conoscerò persone nuove,cosa mi manca?

Scarlett ha ragione,sulle dimensioni del quartiere,ci metto veramente poco a scrutare ogni casa e ogni piccolo dettaglio delle strade.

Decido di girare per tutta la cittá,prendo la mia bicicletta e comincio a esplorare Pickering.
È una città molto graziosa,ogni cosa è curata nei minimi dettagli,i prati,le case,le auto e le strade sono pulitissime.
Londra è una bella città,è grande,ma Pickering è altrettanto bella per molte altre ragioni,si,non ci sono i negozi più conosciuti, i bar più importanti,ma la apprezzo comunque.

Resto in giro per circa tre ore,mi accorgo che è terribilmente tardi per il pranzo.
Pedalo più forte che posso per arrivare a casa in tempo,una volta arrivata entro in casa,Scarlett e papà sono seduti a mangiare.

<mi dispiace,non ho guardato l'ora e sono arrivata tardi,mi dispiace tantissimo.>

<tranquilla per questa volta va bene,sei appena arrivata.>disse mio padre.

<grazie,spero di non avervi fatto preoccupare,ma prometto che per cena arriveró in tempo>.

Scarlett non dice una parola,sembra seccata dal mio ritardo,continua a fissare il suo piatto,ma non ci faccio caso,forse è solo una mia impressione.

Mi siedo e comincio a mangiare.
Una volta finito prendo la bicicletta ed esco di nuovo.
Voglio assolutamente imparare tutte le strade a memoria e esplorare ogni zona.

È una nuova cosa per me vivere in città che non conosco,non mi ero mai trasferita così lontano.

Per orientarmi meglio decido di comprare una mappa della città, e informarmi al centro informazioni su cosa puó offrire Pickering ai ragazzi come me.

Mentre giro per la città noto un parco,decido di fermarmi lì per un po' per riposarmi.
Guardo l'ora,le 18.30 è meglio tornare a casa,prendo la bici e mi avvio verso casa.

Sono quasi arriavata,percorro il marciapiede fino ad arrivare davanti a casa mia.
Non ho ancora le chiavi, così suono il campanello.

Mentre aspetto che qualcuno mi apre da quella casa più grande di tutte le altre che è davanti alla mia esce una figura.

Non riesco a capire chi è finché un raggio di sole la illumina.
È lui.
Non ci posso credere.

That BoyWhere stories live. Discover now