65 CAPITOLO

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641.
Anche quando sono triste dico che è tutto apposto, perché chi soffre lo fa in silenzio e se sta male non te lo dimostra.

642.
Un giorno mi perdonerò.
Del male che mi sono fatta.
Del male che mi sono fatta fare.
E mi stringerò così forte, da non lasciarmi più.

643.
Una persona che sa stare sola, non è mai sola, le persone che non sanno stare sole, sono sole.

644.
Io ci vengo se vuoi,
di notte,
a baciarti di nascosto.
Fingi pure di non svegliarti,
ma almeno sorridimi
ad occhi chiusi.

645.
E, alla fine, innamorati di quell’unica anima che potrai mai amare con tutto te stesso. Non accontentarti di un amore mediocre, di un amore che non è amore. Innamorati perché non ne puoi fare a meno, non perché non vuoi stare solo.

646.
Il forse è la parola più bella del vocabolario italiano, perché apre possibilità, non certezze. Perché non cerca la fine, ma va verso l’infinito.

647.
Sei così. Ti lasci toccare solo da chi ha l'anima più in fiamme della tua. Gli permetti anche di toccarti il cuore. Gli permetti tutto.

648.
Tu sei quella vita che mi manca.

649.
Il nero non è un colore triste.
I colori accessi a me non piacciono proprio.
Li trovo… falsi.
Il nero è poetico.
Tu come te lo immagini un poeta?
Vestito di giallo pastello?
Ma anche no.

650.
Una donna che pensa dorme insieme a mostri.

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