Capitolo sette.

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Ha ragione Scott, sono un disastro.
Non ho il coraggio di diglielo, forse ho paura di rovinare qualcosa.
Ma cosa?
"È un amico e quella di domani è solo un' uscita tra amici Rachel, nulla di più, non farti illusioni inutili." Penso tra me e me.
Quel ragazzo ha qualcosa che mi ha catturato fin da subito.
Quel modo in cui mi sorride, quel modo in cui mi guarda.
Solo al pensiero sorrido.
Ritorna sulla terra Rachel!
È Nathan Reed, non penserebbe a te in quel modo, guardati. Continuo a ripetermi.

A proposito di Scott, perché nemmeno Alison mi ha detto che abitiamo praticamente vicini? Cosa mi nascondono?
Decido di chiamarla.
"Ciao Rachel." Ha sempre una voce così allegra.
"Ali, perché non mi hai detto che Scott abita esattamente vicino a me? Perché nemmeno lui me lo ha detto?" Dico in tono triste.
Volevo sapere subito, non avevo intenzione di girarci intorno. Ero ferita.
"Rachel, me lo ha chiesto lui, non lo so nemmeno io, mi ha detto che quando sarà il momento lo dirà ad entrambe." Le suo parole sono sincere, ormai riconosco quando mente.
"Non sono mai stata in casa sua.. Come lo hai saputo?" domanda.
"Mai?! Ho incontrato Nathan poco fa. Comunque mi passa a prendere domani sera alle otto e.." Non finisco la frase perché Alison mi interrompe
"COSA? Tu e Nathan Reed? Cioè lui ti ha chiesto di uscire? E me lo dici con tutta questa calma?" Finisce senza prendere fiato.
"Siamo solo amici, nulla di più. Comunque, dicevo, mi serve aiuto sull'abbigliamento e il resto" dico.
"Domani mattina, vengo da te, andiamo a fare shopping." Afferma euforica.
"Ma hai scuola domani."
"Non fa niente, alle nove sono da te." Conclude.
"Va bene a domani." Riattacco.

Mi metto nel letto ascoltando un po' di musica, prima di dormire.
I miei pensieri tornano su Scott.
Devo assolutamente parlarci.

"Sei sveglio?" Gli chiedo per messaggio.

"Si piccolo disastro, che succede?" Mi risponde subito dopo.

Mi metto un giubbotto ed esco velocemente da casa in pigiama.

"Esci per favore.." Affermò.
"Non fare domande." Continuo.

Sono così agitata che non sto ferma un attimo.
Dopo circa cinque minuti sento la porta aprirsi, e subito dopo vedo arrivare Scott.
"Come lo hai saputo?" Domanda aprendo il cancello che ci divideva.
"Perché non me lo hai detto?" Chiedo seguita dalle lacrime.
"Non piangere Rachel.. ti posso spiegare." Disse posando le mani sul mio viso asciugandomi le lacrime che scendevano.
A quel gesto indietreggio, e il suo sguardo si fa triste.
"Non fare così.." Mi implora lui, cercando un contatto.
Ero ferma immobile, incapace di emettere parole, immagini della nostra amicizia, dei momenti passati insieme passavano veloci nella mia testa.
Ero ferita sul serio.
Il mio pianto si era fatto più forte, non riuscivo a controllarlo, la testa cominciava a girarmi, le gambe tremarmi, cercavo qualcosa a cui sostenermi, non mangiavo da stamattina e all' improvviso tutto si fece nero.
Buio totale.

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