Capitolo quattordici.

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Ormai il mio viso é ricoperto di lacrime.
Sono uscita, sono seduta su una panchina nel giardino del campus, sta piovendo a dirotto.
Stare sotto la pioggia è bellissimo.
"Vieni dentro Rachel! Così ti prendi qualcosa!" Urla qualcuno alle mie spalle.
Mi volto, è Nathan, è tutto bagnato, sta correndo verso di me, i capelli bagnati gli coprono il viso, dalla maglia bianca si intravedono dei tatuaggi.
È così bello.
"Torna pure da Madison, io sto bene qui." Affermo senza guardarlo in faccia.
Non ci credo, stavo facendo la gelosa, quando quella che non gli ha più risposto sono stata io.
"Anche io sto bene qui, piuttosto di sentire parlare Madison in continuazione." Si siede accanto a me.
"Ma tu stai piangendo." Mi prende il viso con una mano per farsi guardare.
"No, é la pioggia." Mi rigiro.
"Si e io non sono bagnato." Ribatte.
"Cosa succede Rachel? È per ciò che ha detto Madison? Sei bellissima così, non dagli retta" Afferma.
"No. Il problema sono io, nessun altro." Ribatto alzandomi correndo via.
Iniziano gli sbalzi d'umore, un particolare della gravidanza che avevo dimenticato.
Mentre corro scivolo, ma Nathan mi prende prima di cadere.
Ci troviamo a pochi centimetri di distanza, il mio cuore accelera improvvisamente, il mio viso arrossisce e il calore si propaga ovunque.
"Sei bella quando arrossisci." Dice accarezzandomi.
Gli sorrido.
"Vieni con me? Andiamo a metterci qualcosa di asciutto." Mi prende per mano ed entriamo.
Ci dirigiamo verso un corridoio che non ho mai percorso, devono essere i dormitori singoli.
Nathan tira fuori un paio di chiavi dalla tasca dei jeans e apre la porta davanti a noi.
È la sua stanza.
Un letto matrimoniale al centro, ci sta un caminetto accesso che scalda tutta la stanza.
Dalla porta aperta si nota una piccola cucina, dall'altra il bagno.
In confronto della mia camera la sua è una casa in mignatura.
Nathan si dirige verso l'armadio togliendosi la maglietta, a quella visuale il calore si espande di nuovo in tutto il mio corpo, sulla schiena un tatuaggio con dei cerchi di varie misure percorrono la spina dorsale, un po come il mio.
È perfetto.
"Mettiti questa." Mi lascia una sua maglietta e va in bagno.
Su tutto il braccio un tatuaggio quasi completamente nero rappresenta un lupo con degli alberi.

Scrivo un messaggio ad Alison.

"Ci vediamo dopo in stanza. Poi ti spiego."

Quando esce indossa solo un paio di boxer, è noto un piercing sul capezzolo, arrossisco e lui ride.
"Posso andare e mettermi i miei di vestiti, anche io alloggio qui." Lo avverto.
"Tempo che si asciugano, vicino al caminetto ci mettono meno tempo." Sorride.
Ammetto di non volermi spogliare davanti a lui, prima voglio che lo sappia.
"Nathan devo dirti una cosa." Affermo.
"Cambiati prima, ti aspetto qui." Lui é sdraiato sul letto già vestito.
Mi giro e levo il maglione fradicio, mentre slaccio il reggiseno sento il suo respiro caldo addosso e il dito percorrere lungo la spina dorsale, sobbalzo a quel tocco, coprendomi con la sua maglietta, il cuore batte all'impazzata e brividi vagano in tutto il mio corpo scaldandomi.
"Che bello questo tatuaggio" sussurra.
Rappresenta le fasi lunari.
Uno dei tanti tatuaggi che ho.
"G-grazie." Dico in modo ridicolo.
Lui ride e ritorna a sedersi sul letto.
Fortunatamente la maglietta mi sta larga ed é lunga abbastanza per coprirmi fino a metà coscia, vado verso di lui e mi siedo sul letto inginocchiandomi con i piedi che toccano il sedere.
"Cosa dovevi dirmi?" Appoggia la sua mano sulla mia coscia.
Arrossisco e le guance mi si infuocano.
Come è possibile che ad ogni suo tocco mi faccia questo effetto.
"Nathan.. Io.." Sospiro prima di finire la frase.
Mi avvicino e gli prendo la mano
"Per questo ho voluto tornare a casa quella sera e poi non ti ho più risposto." Dico appoggio la sua mano mano sulla pancia.
"Aspetti un bambino?" Chiede con lo sguardo fisso sulla pancia.
Annuisco.
"Lo so, avrei dovuto dirtelo prima." Le lacrime invadono il mio viso.
"Nathan, lo stavo per fare quella sera sulla panchina ma..."
Un bacio mi interrompe, le sue labbra sono così morbide, la nostra lingua è in perfetta
sincronia, i brividi divampano in tutto il mio corpo e il calore si impossessa di me.
Si ferma un attimo per guardarmi, mi asciuga le lacrime e appoggia la sua fronte sulla mia, un sorriso bellissimo gli si forma sul viso, a mia volta sorrido anche io.
"Non sai da quanto volevo farlo." Mi bacia di nuovo.
"Nathan.." Dico in tono triste fermandolo.
"Rachel, tu mi piaci, non è un problema questo bambino. Se c'è ne bisogno me ne prenderò anche cura." Sorride e mi accarezza la pancia.
A quelle parole una lacrima mi scende dal viso.

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