Capitolo otto.

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"Mamma non possiamo portarla in ospedale, sua madre non sa nulla" sento la voce di Scott.
A quelle parole cerco di aprire gli occhi, appena vedo il volto di Scott sorrido, affianco a lui una figura femminile robusta, dai capelli castano chiaro, due ciocche ricce le cadono sul volto e gli occhi verdi come quelli di Scott, deve essere sua madre.
"Rachel, stai bene? Finalmente ti sei ripresa!"
"Dove sono?" Chiedo confusa, guardandomi attorno.
Sono stesa sul divano, é comodissimo, la stanza é enorme e accogliente, un caminetto la riscalda, ci sono tante foto appese.
Una in particolare richiama la mia attenzione, ci sta Scott insieme a una bambina dai capelli castani chiarissimo, con le lentiggini che le ricoprono il viso dagli occhi chiari, non si somigliano affatto.
"Sei a casa mia" dice porgendomi dell'acqua.
"Cosa é successo? Perché sono qui Scott?" Domando.
"Sei svenuta tra le mie braccia." Dice in tono triste.
"Dovrei portarti in ospedale." Afferma la donna accanto a lui.
"No. Sto bene." Mi alzo di scatto, ma la testa riprende a girare.
"Il medico sono io, tu non stai affatto bene signorina." Ribatte.
É la mamma di Scott. Tempo fa mi disse che era il primario dell'ospedale, in tanti dicono che é davvero un ottimo medico.
"Non posso andarci ora, vede io.." Le lacrime mi rigano il viso.
Scott mi stringe a lui.
"Lo sa." Sussurra.
"Facciamo che vieni da me domani?" Mi sorride.
Annuisco e ricambio il sorriso.
Sua madre mi saluta e lascia la stanza, io rimango sola con Scott con un discorso in sospeso.

"Quindi?" Lo guardò fisso negli occhi.
Prima di parlare fa un sospiro, si alza e mi prende la mano, portandomi in una stanza della casa.
La stanza ha le pareti rosse, un letto al centro con tanti cuscini, sopra una cornice a cuore con all' interno molte foto.
"Non sapevo avessi una sorella." Dico.
"Sorellastra in realtà, avrebbe la tua età." Abbassa lo sguardo e mi da in mano una foto.
"Avrebbe?" Il mio sguardo é fisso sulla foto.
Noto una forte somiglianza tra me e quella ragazza, se non fosse per il colore dei capelli.
"É morta due anni fa, tornava da una festa ubriaca, fece un incidente in motorino, non riuscì a sopravvivere.." Il volto di Scott si riempie di lacrime.
Lo abbraccio forte, non lo avevo mai visto piangere, lo sentivo così fragile e indifeso.
"Le volevo davvero tanto bene. Quando mi sei venuta addosso quella mattina, mi sembravi lei, per quello ti sono corso dietro. Non capivo tutta questa somiglianza, e feci delle ricerche." Continua.
"Cosa hai scoperto?" Lo interrompo.
"Vedi Rachel, dopo varie ricerche senza trovare nulla, parlai a mia madre, questo non molto tempo fa. Tu e Clarissa, avete lo stesso padre." ammette.
A quelle parole rimango immobile, non ci potevo credere, il pianto copriva il mio viso di nuovo.
"Ho conosciuto tuo padre in ospedale, ci siamo frequentati per mesi. Una mattina scoprii di essere incinta, dovevamo vederci quella stessa mattina, io arrivai in anticipo, e lo sentii parlare con un amico della sua famiglia. Non sapevo fosse sposato con dei figli. Da quel giorno non lo vidi più, non gli raccontai nulla di Clarissa." Racconta sua madre sullo stipite della porta.
Ero spiazzata.
"Scott mi aveva parlato della vostra somiglianza, ma non immaginavo così tanto." Mi accarezza il viso.
Non so che cosa dire, né come comportarmi é davvero troppo.
"Forse é meglio se torno a casa." Dico dirigendomi all'uscita.
Scott mi prende per il braccio, ha le mani così fredde e una presa fragile.
Mi volto a guardarlo, ha lo sguardo spento, vuoto, non è Scott che conosco io, quello forte e indistruttibile, la mia reazione lo aveva distrutto.
Senza pensarci le mie braccia finirono dietro al suo collo, ne aveva bisogno, come ne avevo bisogno io.
"Grazie" sussurra.
"Le promesse sono promesse no?" Sorrido.
Il nostro rapporto non sarebbe cambiato, lui non aveva colpa, sua madre nemmeno, l'unico colpevole era mio padre
Mi stringe ancora più forte.
"Miller rallenta la presa, qui siamo in due ormai." Ridacchio.
"Scusa piccolino." Si china dando un bacino sulla pancia.
A quel gesto rimango sorpresa.
"O piccolina." Dico subito.
Lui sorride.
Ora capisco tutta questa protezione nei miei confronti, mi ha sempre visto come un'altra sorella per lui, finalmente ogni cosa mi é chiara.

Scott mi accompagna a casa, nel tragitto, gli ho chiesto se é dei nostri domani mattina.
"Si, volentieri, chiedo anche a Taylor." Afferma.
"Va bene, almeno raccontiamo ad entrambi la situazione." Proseguo.
Ci salutiamo ed entro in casa.
Metto la sveglia per domani e mi infilo nel letto.
Crollo all'istante.

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