Come ogni volta dopo un viaggio nel tempo, doveva cambiare totalmente identità. Liz, la vera lei, era ormai nascosta dalle varie personalità create da lei nelle diverse epoche. In questa, nel 2015, l'epoca più futuristica in cui era mai stata -infatti, con uno sguardo alla finestra, si era stupita delle numerose auto che attraversavano la strada, per non parlare dello shock delle radio o della lavastoviglie- sarebbe stata Angelique.
Si cambiò i vestiti. Anche questa volta, si mosse tra l'ennesima casa vuota, piena di vestiti appartenuti chissà chi e di accessori di cui non sapeva nulla.
Voleva proprio vedere quanto sarebbe durata questa volta.
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Il giorno dopo, ricevette una chiamata strana. Una donna -che presupponeva fosse di mezz'età- le chiedeva perché non si fosse presentata il primo giorno di scuola. Disse che era la preside.
La rassicurò, dicendole che era al letto con la febbre, mentre mentalmente si chiedeva cosa cazzo fosse la scuola.
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Dopo aver scoperto cos'era la scuola e aver trovato un telefono -uno strano congegno che aveva preso a suonare nella sua camera da letto-, si mise a dormire, pensando che il giorno seguente avrebbe frequentato -per la prima volta nella sua vita- una scuola.
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Il giorno seguente si svegliò in tempo, stranamente, e prese la bici in garage.
Capì subito di essere vicino alla scuola pubblica, quindi pedalò poco e non si perse.
Osservò il gruppo di studenti parlare e ridere insieme, non sapendo cosa fare. Sembravano tutti così felici di essere in quella struttura, mentre lei voleva solamente tornare a casa.
Sobbalzò appena suonò una campana e chiese ad una segretaria il suo orario. Alla prima ora aveva diritto.
Si incoraggio, dicendosi che non sarebbe poi stato così difficile e che ce la poteva fare.
-Ovviamente, era il primo giorno di scuola in tutta la sua vita e, alla terza lezione, era in ritardo.
Arrivò in classe cinque minuti dopo e notò che tutti avevano preso posto. L'unico rimasto era vicino ad un ragazzo in seconda fila. Sospirò.
Si scusò per il ritardo con il professore che,fortunatamente, lasciò correre. Pensò che questo fosse solamente il primo di molti ritardi.
Guardò quello che sarebbe stato il suo vicino di banco per tutto il trimestre. Appena lui si girò a guardarla, però, si raggelò.
-Julian?- sussurrò.
-Scarlett?- disse lui di rimando.
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Fece un sospiro di sollievo quando sentì la campanella che indicava la fine delle lezioni e, come c'era scritto nel foglio che le aveva dato la segretaria, c'era la cosidetta pausa mensa.
Appena arrivò nella sala, guidata dal flusso di studenti, si sentì spaesata. Visto che in questa epoca non si sentiva a suo agio, non aveva parlato con nessuno. Quindi, era stata totalmente ignorata e, ora, non sapeva dove sedersi. Fino a quando non sentì qualcuno urlare:
-Angelique! Sono qua.
Si girò e vide Julian. O almeno, una sua versione identica. Sapeva perfettamente che quello non era il suo Julian. Non sarebbe mai potuto esserlo. Nessuno avrebbe mai potuto sostituirlo.
Andò a sedersi al suo tavolo. Julian -non si ricordava il suo vero nome, nonostante l'appello del prof di matematica- e i suoi amici -quattro ragazzi, di cui due femmine e due maschi- la fissarono sbalorditi.
Si chiese il motivo delle loro espressioni. Era solamente una ragazza normale, per quanto normali possano essere le viaggiatrici nel tempo. Ma loro questo non potevano saperlo.
-Scarlett.. non è possibile.-
Sussurrò un ragazzo dai capelli scuri. Sembrava che fosse il leader del gruppo ma, nonostante questo, in questo momento le sembrò più fragile che mai -come se qualcosa, tempo fa, si fosse rotto e ora, guardando il suo viso, quella ferita si fosse riaperta. Nonostante tutti credessero che ormai, si fosse chiusa già da un po'. Non sarebbe mai potuto guarire da una cosa simile.
Accanto a lui, una graziosa ragazza dai capelli rossi aveva la stessa espressione. Gli occhi lucidi sul suo viso esprimeva che tra poco avrebbe pianto e che non si sarebbe fermata presto.
Angelique si chiese come un solo viso potesse provocare quello in quei ragazzi. Si domandò cos'avessero mai vissuto nei loro diciassette anni di vita di così terribile.-Alec, oddio- sussurrò al ragazzo.
Si guardarono, facendosi forza a vicenda.
-No. Vai via.- disse la rossa rivolta, finalmente, a lei.
-Non vado via. Ditemi chi è questa Scarlett. Non ci sto capendo nulla. Le somiglio?-
Disse lei, testarda. Non la potevano cacciare così, senza una spiegazione. Aveva il diritto di capirci anche lei qualcosa in tutta questa storia.
Una ragazza dai capelli biondi, di fronte al leader, la guardò con compassione, come se volesse scusarsi per il comportamento dei suoi compagni. Accanto a lei, un ragazzo dai capelli mori stava guardando intensamente la rossa.
-Ha detto di andare via.- le disse minaccioso, scandendo bene tutte le parole.
Pur non capendo nulla, se ne andò. Era di sicuro la cosa più giusta da fare.
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Alla fine delle lezioni, si sbrigò ad andarsene via. Non voleva riamanere in questa struttura un minuto di più.
Aveva frequentato il suo primo giorno ed era stato un inferno. Non vedeva l'ora di andarsene.
Però, prima, qualcuno urlò il suo nome.
-Angelique!- si girò e vide la ragazza bionda della mensa.
-Ehi- disse diffidente. Si ripromise di star lontano dai ragazzi della mensa. Non sapeva se ci sarebbe riuscita, ma doveva assolutamente provarci.
Era sicura che mi avrebbero fatto cacciare in qualche guaio.
-Mi dispiace.- disse.-Posso spiegarti tutto. Sempre se lo vuoi.-
-Finalmente. Non ci sto capendo nulla.-
Sapeva che la mia promessa non sarebbe durata, ma non così poco.
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ehi! ho letto tutti i commenti carinissimi sotto il prologo che mi dicevano che la storia era bella e di continuare! non avete idea di quanto sia felice di riceverli, ogni commento era un'esplosione interna di felicità ahaha
mi dispiace di averci messo tanto ad aggiornare, spero che nessuno si sarà stufato di aspettare. comunque, che ne pensate del capitolo?
spero vi piaccia come vi è piaciuto il prologo, fatemi sapere💓💓
grazie ancora💕
-angela.
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Run Away | Book 1
WerewolfAngelique -viaggiatrice del tempo con un passato burrascoso vissuto tra le varie epoche- si ritrova a vivere in una strana cittadina nel 2015, con abitanti inusuali, proprio come lei. inizio: dieci maggio; in corso.