L'umiltà è un abito dalla taglia unica, ma bisogna saperlo indossare.
-Wolfqueens Roarlion.-
Adesso sapeva cosa si provava ad avere tutti gli occhi puntati addosso.
Non era mai stata soggetto di discussioni o giudizi sottovoce di donne più alte, più formose o con un abito più bello del suo. E guardare davanti a lei non l'aiutava affatto, anzi.. aumentava ancora di più la sua ansia e ne aveva da vendere. Mai avrebbe pensato di ritrovarsi fasciata in un abito retrò da quell'aspetto moderno, per quegli anni. La parola "progresso" era invisibile ma era chiaramente ciò che quel vestito emanava.
Edith copriva il collo scoperto e privo di gioielli con una stola rosa, anche per placare la pelle esposta alla nudità dal clima clemente di una Chicago notturna. Per la precisione, quello, doveva essere uno dei quartieri più lussuosi. Appartamenti con affitti alle stelle, teatri da i costosi ingressi, neanche fosse lo storico Palais Garnier a Parigi, luogo –per altro- che servì d'ispirazione a Gaston Leroux, per il suo "fantasma dell'opera", libro che Edith stessa aveva sfogliato mille volte. Non apparteneva ad una famiglia ricchissima ma si era sempre permessa il suo unico lusso: la lettura.
La sala da pranzo del Palace era gremita da gente elegantissima e, ferma sulla soglia della porta, doveva dare l'impressione di chi era la prima volta che varcava la soglia di un ristorante. E non era poi così errato. Neanche quando Mrs. Colvin era in vita, la famiglia aveva cenato in uno di quei ristoranti, anche a prezzi modesti, oppure in una tavola calda. In famiglia cucinava sempre Mrs. Colvin e, ora che lei non c'era, toccava a Kara continuare la tradizione. Se così poteva definirsi.
Facendo ricadere tra le braccia la stola, Edith guardò tra i tavoli, ignorando i bagliori provocati dalle candele in contrasto ai gioielli luminosi che le donne portavano al collo. In particolare, l'occhio della giovane, volò all'abito di una di loro: blu come la notte, con la scollatura a cuore perfettamente riempita da un prosperoso seno, e dei lunghi guanti bianchi. Al centro del seno, poi, vi era una pietra ovale, del medesimo colore dell'abito. Per un istante, quando colse lo guardo della donna osservarla, le sembrò che questa gli sorridesse. E mentre si spostava dalla sua visuale, al tavolo dietro, Edith poté finalmente cogliere l'elegante figura dello zingaro. Le sue labbra non potevano non curvarsi all'insù. Aveva un aspetto quasi angelico, chino con la testa sul menù e vestito con uno smoking che valorizzava il suo fisico atletico. Sembrava appena uscito da un film di James Bond.
Indugiando con lo sguardo su di lui, senza muovere un dito o manifestare la sua presenza, fece sì che fosse lui ad accorgersi di essere osservato, qualche secondo dopo. Alzò la testa, visibilmente pensieroso, ma quando lo sguardo di ghiaccio si fuse al nocciola degli occhi di lei, sulle sue labbra scure passò l'ombra di un sorriso. Alzò una mano, facendo cenno alla giovane di avvicinarsi. Un poco traballante su quei tacchi neri, gentilmente prestati da Corine, e il disagio provocato da quell'abito così dannatamente sbagliato per lei, avanzò tra i tavoli. Ignorò gli sguardi dei clienti, che tornavano a parlottare tra loro e giurò di aver sentito delle risatine al suo passaggio. Ma se si sarebbe voltata indietro, non avrebbe trovato nulla di tutto ciò, e quindi raggiunse il tavolo del suo principale. Spuntò dal nulla un cameriere che le aprì la sedia, permettendole di sedersi.
<< Sei incantevole, Modesty. >> Le labbra rosso fuoco si aprirono, pronte a dire qualcosa per contraddire quel saluto galante che la fece diventare un tutt'uno con il colore del vestito. Ma prima ancor di poter dire una sola lettera o esprimere un pensiero logico, fu ancora lo zingaro a parlare. << O preferisci che ti chiami Edith? >>
<< Modesty va benissimo. >> Anche perché solo lei poteva indossare un abito del genere, delle scarpe con quel tacco alto, e passare tra i tavoli con gli occhi puntati addosso di quasi tutta la clientela del ristorante.
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Modesty
ChickLitModesto. Ossessivo. Distruttivo. Erotico. Seduttivo. Travolgente. Youthful. "Un romanzo che manifesta esattamente la chiara età adolescenziale che comporta scelte, a volte giuste e a volte sbagliate." - L.G. Inizio degli anni '70, Chicago (Stati Uni...