Sospeso sulla pelle

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Capitolo 05

Questa è l'ultima volta. Mi ripeto di nuovo, per un numero infinito che ho smesso di contare dopo il quinto, ma questo non cambia che abbia ceduto ancora e che probabilmente continuerò a cedere e lo so, che basterà uno sguardo o una parola in più per farmi capitolare; semplicemente perché è impossibile resistere, almeno per me e quindi come ogni volta mi ritrovo a crollare nella mia fermezza, ancora prima di essere riuscito ad inventare una scusa plausibile. Ma non mi stancherò mai di ripeterlo, certe sguardi dovrebbero essere banditi a livello legale e mi scoccia il fatto che essere il figlio dello Sceriffo non mi aiuti, per niente. «No» comunque dico, perché devo essere forte.

«Andiamo, lo so che ti piace» continua, ma io scuoto la testa deciso a non crollare questa volta, perché proprio non posso. «Ne hai bisogno» insiste e stringo i denti per non assentire e dire che sì, è vero. Ne ho un grande bisogno, specialmente in questi ultimi quattro giorni che sono state fra i peggiori della mia vita, a livello psicofisico e il mio corpo sa che tutto questo mi farebbe solo un gran bene.

Ma non posso. «Ho detto di no» mi allontano come scottato al solo pensiero di assaporare e cerco di mettere subito una distanza ragionevole fra me e lui, che ha deciso oggi di tentarmi in tutti i modi. E sono io che gli ho permesso di farlo! «No, ti ho detto»

Svolto l'angolo, ma lui mi blocca per un braccio e mi sento preso in trappola, perché non c'è una via di fuga qui o qualcosa capace di distrarlo. «Ti piace» mi ricorda e il suo sorriso sa quasi di vittoria, una vittoria che non sono disposto a concedergli. «Fallo allora per me, anche io ne ho bisogno» continua e sbuffo, guardo altrove per non incrociare il suo sguardo.

«Tu ne hai sempre bisogno, è questo il problema» gli rinfaccio e il suo sorriso si allarga, sicuro che la mia sia una battaglia persa e potrebbe aver ragione. «Ti odio» mi attacco, a questo ultimo barlume di speranza di riuscire a tirarmi indietro, mentre lui si avvicina sicuro.

E mi abbraccia, con slancio ridendo. «Sapevo che avresti ceduto, fratello!» esclama felice, perché ha vinto anche questa volta. Come tutte le altre volte che siamo andati a fare la spesa insieme. «Li adorerai» mi dice sicuro, ed io recupero dal carrello la scatola di cereali ai marshmallow e cacao e Dio solo sa cos'altro, che ha appena messo al suo interno.

«Scott, mio padre non ha bisogno che compri una scatola pieni di zuccheri. Se la trova in casa c'è il rischio che la mangi tutta quando non ci sono, o che se la porti sul lavoro e ho già fatto la mia ispezione nel suo ufficio questo mese. Due volte» ridacchia, ma non c'è niente da ridere. La battaglia contro il colesterolo è una cosa seria! «E non ridere!!»

E lui lo fa, più forte anche. «Avanti amico, non è poi una tragedia. Poi sei tu quello che ne ha davvero bisogno» roteo gli occhi, per non guardare il suo sguardo da cucciolo. «Puoi sempre nasconderla nella tua camera»

Lo guardo male. «Ti pare possibile che possa nascondere una scatola di cereali in camera mia, solo per mangiarli di nascosto?» chiedo e spero di aver capito male.

«Sì» mi schiaffo una mano sulla faccia e chiedo a bassa voce cosa ho fatto di male per questo, persino al contrabbando di cioccolato mi devo dare. «Ti piaceranno, credimi» mi leva la scatola dalle mani e la riposa nel carrello, sopra frutta e verdura per intenderci.

Sì, questa è l'ultima volta che lo porto con me a fare la spesa.

Mi trascino lungo il corridoio con il carrello che spingo con una mano e la lista della spesa nell'altra, sembra quasi che debba fare da mangiare per un intero esercito, ma è sempre meglio fare la spesa in grande una volta al mese per non dover tornare. Controllo di nuovo l'elenco e le varie voci che ho barrato o aggiunto: allora latte c'è, le uova ci passo dopo, la carne presa di due tipi bianca e rossa appena tagliata, la pasta... ci sono accanto, quindi afferro gli spaghetti e li metto insieme al resto. Dove ero? Ah giusto, la pasta ora c'è, cos'altro mi manca? «Abbiamo dimenticato niente?» chiedo e Scott si guarda intorno.

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