/13/

17 0 0
                                    

-Ninie!-
Alzai gli occhi al cielo. Non avrebbe mai imparato.
-Ciao, mamma.- esordii, dopo aver deciso di non dire nulla rispetto al soprannome.
-Oggi, sul tardi, ti va di andare a fare qualche compera?- chiese, alzando per un momento gli occhi dal quotidiano che stava leggendo accuratamente.
-Se vuoi andare ti accompagno.- asserii, avanzando verso la mensola bianca attaccata alla parete, sopra il tavolo.
Presi una mela dal cestino di vimini, l'unica verde tra le molteplici rosse e farinose che piacevano così tanto a mio padre. A proposito...
-Papà c'è?- domandai, addentando il frutto.
Lei voltò la sottile pagina del giornale.
-Tuo padre torna fra un'oretta o due, almeno così ha detto. Potrebbe arrivare anche prima.-
-Okay.- 
Uscii dalla cucina e attraversai il corridoio fino ad arrivare alla mia minuscola stanza. Le lucine bianche opache del precedente Natale troneggiavano sull'armadio, come nella camera di Hazel nel film, e la finestra di fronte al mio letto faceva entrare qualche raggio di sole. Tirai fuori il quaderno di matematica e il libro degli esercizi e mi sdraiai sul letto per farli, anche se controvoglia. Passarono poco più di ottanta minuti, sì, controllai l'orologio più volte, e sentii la porta d'ingresso aprirsi di scatto. Scesi velocemente dalle scale. Lui stava salutando la mamma quando mi vide.
-Ciao, stellina!-
Corsi ad abbracciare papà. Erano un paio di giorni che non lo vedeva: tornava a casa tardi dal lavoro e quando andavo a scuola lui dormiva ancora.
-Ciao papà!-
Mi sedetti sullo sgabello alto a lato del tavolo e mi torturai gli strappi dei jeans neri sulle ginocchia. Mio padre li guardò pensieroso. Osservò anche la mia t-shirt extra large per una ragazza della mia statura. Poi parlò.
-Tesoro, perché non ti vesti da ragazza? Non che stai male, ovvio, ma tutti quei pantaloni rotti e quelle maglie sempre scure! Solo perché tutti li mettono, non devi farlo anche te!- asserì, alzando un sopracciglio, com'era solito a fare quando mi faceva la predica.
-Papà, non li metto perché vanno di moda. Mi piacciono e basta.- spiegai.
-Non sia mai che trovi un ragazzo, Stephanie!- mi interruppe la mamma, entrata in cucina in quel momento.
-Mamma, ne abbiamo già parlato. Io mi vesto come voglio.-
Lei mi lanciò un'occhiata intimidatoria.
-Vedremo.-
Alzai gli occhi al cielo. Di nuovo.

****

Alla fine, come al solito, io non avevo preso nulla nel mio stile, (andavo a fare shopping da sola quando volevo comprare le mie cose), a parte due paia di jeans, infelicemente e rigorosamente senza-strappi tanto per far felice mia madre. Si illudeva che sarebbero rimasti immacolati per tutta la loro vita, e invece li avrei strappati in un modo o nell'altro. Il giorno dopo mi vestii con i nuovi jeans grigi e una felpa dell'Adidas della mia taglia dal colore blu elettrico. Misi il solito poco trucco e andai a scuola. Mi faceva strano non sentire l'aria sulle ginocchia, solitamente scoperte dal tessuto in denim. I miei capelli ribelli svolazzavano da tutte le parti, dandomi un fastidio incredibile.
-Stephanie! Nuovi jeans?- chiese Jess, appena mi vide.
Si allontanò dal suo gruppetto di amiche e mi abbracciò. Io la salutai con un normale Ciao, Jess. Come sempre d'altronde.
-Sì, li ho comprati ieri.- aggiunsi, riferendomi ai pantaloni, mentre davo un'occhiata alla sua gonna corta e nera, a balze.
-Sono carini! È bello vederti una volta con dei vestiti da ragazza!- esclamò emettendo un risolino, come ciò che aveva detto fosse stata una battuta.
-Ahm... grazie.- replicai.
Il suo commento non mi aveva stizzita, almeno non del tutto, ma mi aveva fatto pensare. Augustus aveva scelto Hazel senza contare del suo abbigliamento sobrio, il mio futuro ragazzo avrebbe fatto lo stesso. O no? Mi tormentai così tanto in quei pochi secondi che non mi accorsi nemmeno che Jess era tornata dalle sue amiche, sistemandosi un'ulteriore volta la gonnella firmata, sopra la camicetta bianca. Mi guardai attorno. Qualcuno mi avrebbe notata per il mio viso, prima di aver guardato i miei abiti? Mentre rimurginavo sul mio stile trascurato, pensavo di essere sola, ma poi una voce mi solleticò i timpani. Una voce che conoscevo fin troppo bene.

Spazio autrice
Mi riesce difficile credere che fra tre giorni siamo già nel 2017...
Non lo so, non me ne capacito!
Vi auguro un felice Capodanno🎉
Lux🌹

È Colpa Tua, Non Delle Stelle -SOSPESADove le storie prendono vita. Scoprilo ora