Sakura's Flowers

Mancanza

Era una giornata di pioggia. Haruka rimase rintanato in casa ma stava comunque disegnando. La mano destra, con cui teneva la matita, tremava. I suoi pensieri erano rivolti a Makoto, continuava a sentire la sua voce ripetere il suo nome, come una dolce ma allo stesso tempo straziante cantilena " Questo... è il motivo per cui odio i soldati" Chi è rimasto può solo aspettare una promessa che non sarà mai mantenuta. Haru iniziò a piangere mentre ripeteva con voce soffocata il nome di Makoto e pensò 'Cosa faccio ora?' continuò così tutta la sera, con la sofferenza di quel qualcosa, quel qualcuno, che mancava "Makoto...".

La mattina seguente arrivò in paese Rin "Scusate se vi ho fatto aspettare" Disse rivolto a Rei e Nagisa "Rin-chan! Ne è passato di tempo" - "Già, non pensavo che saremmo finiti per incontrarci per questo" - "Scusa ma noi cittadini non sappiamo cosa sia veramente successo" - "Sai che non posso dirti nulla, vero? E' materiale interno militare. Non c'è nessuno che sa se Makoto è uno dei sopravvissuti, il capitano e gran parte degli ufficiali sono stati uccisi e la stessa nave è nel profondo dell'oceano, non c'è modo di identificare i corpi... Come l'ha presa Haru?" - "Haruka-Senpai non ha più disegnato per molto tempo da quando lo ha scoperto" Rispose Rei "Haru-chan... Lui ogni giorno va a disegnare il mare, come se volesse... Come se volesse provare a dare pace all'anima di Makoto" Disse infine Nagisa.

Haruka era sotto il solito ciliegio ed era intento a disegnare il mare, quando ad un certo punto sentì dei passi e si voltò di scatto "Hey" Gli fece Rin "...Rin" - "Ero in città quindi ho pensato di venire a salutarti" - "Oh, dammi un minuto, ho quasi finito" - "Certo" Mentre Haru finiva il suo dipinto il ragazzo dai capelli rossi pensò 'Si... Pensavi che fossi Makoto, non è vero? Cos'è quella faccia... quello non è il tuo solito colore. Un dipinto per il riposo dell'anima? No... non credo. Questo è Haru, sono sicuro che lui è...' E i suoi pensieri continuarono oltre, finché il moro non sollevò il pennello dalla tela.