Capitolo VIII

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Il sabato sera la città subiva una trasformazione, le caffetterie scompaiono e lasciano il posto a bar e pub. Mi incammino verso il luogo dell'appuntamento ed intanto osservo ciò che mi circonda:
Le mille luci che brillano per le strade principali, i gruppetti di ragazzi che ridono e fanno discorsi insensati e qualche coppietta sottobraccio.
Sono persa tra i miei pensieri quando una voce che urla il mio nome mi riporta sulla terra:
"Ary!"
Mi volto e vedo Anna, indossa dei pantaloncini neri e una camicetta velata, lei era semplice nel vestire, ma sempre molto aggraziata. La stringo in un forte abbraccio e insieme attendiamo Adele.
Adele non frequenta la nostra stessa scuola, l'abbiamo conosciuta due anni fa, tramite dei nostri vecchi amici, e da allora non ci siamo più separate. Lei è una ragazza così solare, divertente, è impossibile essere tristi quando c'è lei attorno, è quel genere di ragazza che quando entra in una stanza, la noti.
Non ho paura del giudizio di nessuno e questo ci accomuna.
La vedo arrivare da lontano, i lunghi capelli biondi svolazzano in aria, indossa un vestitino rosso che mette in evidenza il punto vita e termina con una gonna mezza ruota. Le corriamo incontro e ci abbracciamo per poi incamminarci verso la piazza, pronte a buttarci tra la mischia.

Justin's POV:

Questa è la mia serata, ho atteso questo momento da settimane ormai, ho scritto 1.000 strofe, gettato 100 fogli e passato notti insonni. Sono stanco di restare rinchiuso tra le quattro mura di camera mia, ho bisogno di salire su quel palco e mostrare a tutti di cosa sono capace, ho bisogno di stringere quel microfono tra le mani e far fuoriuscire tutto ciò che penso, di osservare tutte quelle mani alzate... È ciò che voglio.

 È ciò che voglio

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