Justin posò lo sguardo sul foglio, sapete quando vorreste fare di tutto per risolvere una situazione ma rimanete semplicemente bloccati, come se non riusciste a reagire? bene, era ciò che stavo provando in quel momento. Avrei tanto voluto strappargli quel foglio dalle mani, per impedirgli di vedere il disegno fatto in palestra durante le lezioni scolastiche, ma semplicemente rimasi lì, in silenzio, ad attendere una sua reazione, sperando non fosse negativa.
A volte la vita con me era proprio crudele, più cercavo di essere positiva e di fare cose giuste, più ero sfigata, temo che qualcuno mi abbia lanciato una maledizione, avrebbe molto più senso.
La sua voce ruppe il silenzio e la tensione.
-" E questo cos'è?"- mi domandò mentre continuava a scrutare ogni particolare del disegno, capivo che era riuscito a riconoscersi e cercai di sdrammatizzare.
-" Beh... "- deglutii -" Un disegno?"- risposi in modo sarcastico, o almeno, ci provai.
-" Questo l'avevo capito."- disse per poi far fuoriuscire una risatina.
In quel momento capii che l'unico modo possibile per uscire da quella situazione era dire la verità, mentendo avrei soltanto peggiorato la situazione, e poi non sono nemmeno brava a dire bugie.
-" Io disegno sempre ciò che mi ispira, e in quel momento mi ispiravi tu, ha dei bei lineamenti e semplicemente avevo voglia in quel momento di ritrarti, niente di più, niente di meno."-.
Mi sentivo più leggera, avevo avuto il coraggio di dire ciò che pensavo, senza troppi giri di parole.
Justin finalmente sollevò lo sguardo ed i nostri occhi si incontrarono -" Grazie mille allora, però visto che sono io, ho tutto il diritto di avere questo disegno."- disse in modo presuntuoso.
Era di una vanità assurda, era consapevole del suo essere bello e non voleva per nulla al mondo nasconderlo o fare il finto modesto, lui si piaceva e basta, avrei voluto rubargli un po' di quell'autostima.
Sbuffai -" Eh va bene, ma non prendere il vizio, che io per i ritratti mi faccio pagare."- dissi ridendo.
Tre ore dopo...
Tra un'ora saremmo dovuti tornare a casa, ma dopo le lunghe chiacchierate e i mille discorsi, decidiamo di fare un giro sul lungomare, per far passare il tempo.
Il sole illuminava i nostri volti, il vento ci scompigliava i capelli e la nostra pelle bruciava al tocco di quei raggi bollenti, qui c'è sempre un caldo tremendo, io amo le belle giornate, ma odio il caldo afoso.
-" Andiamo a sederci sugli scogli"- Esclama all'improvviso.
-" No, ti prego, non so proprio camminarci"- gli risposi con tono disperato.
-" Dai, è facilissimo, poi ci sono io"- .
Purtroppo lui aveva questa capacità di convincermi a fare qualsiasi cosa, la sua voce è troppo rassicurante e la sua presenza mi suscita fiducia e protezione. Quando ero con lui mi sentivo in grado di poter fare qualsiasi cosa, non solo per la sicurezza che mi trasmetteva ma anche per la mia voglia di buttarmi a capofitto su tutto, anche con una cosa di minima importanza, come riuscire a camminare sugli scogli senza inciampare.
Scendemmo gli scalini che conducevano all'inizio del lungo percorso formato da scogli e Justin con un semplice balzò salii su uno di esso.
Io lo guardavo imbarazzata, non avevo nemmeno il coraggio di appoggiare il piede sullo scoglio, ero veramente impacciata. Justin allungò la mano verso di me -" Dai, forza!"- mi disse ridendo. Afferrai la sua mano e una scarica di brividi mi travolse, era così forte in confronto alla mia, esile.
Mi tirò verso di se, ritrovandomi petto a petto con lui, distanti da alcuni centimetri, proseguimmo mano nella mano, per poi accomodarci, anche se era tutto tranne che comodo, su uno scoglio abbastanza liscio e grande da poterci stare entrambi.
Decidiamo di stenderci, usando gli zaini come cuscini, mentre ci facciamo accarezzare dal sole.
Justin posa il suo braccio attorno al mio collo e mi stringe a se, in quel momento divento rossa, ma fortunatamente sono più bassa di lui e arrivandogli al petto, non riesce a notarlo, almeno essere basse, in questo caso, ha i suoi lati positivi.
-" Allora? Sei pentita di aver saltato la scuola?"- mi chiede mentre inizia ad accarezzarmi il braccio dolcemente. Io rispondo con tutta la tranquillità che ho, non voglio sembrare una di quelle che riesce a mettere a disagio e manipolare.
-" No, ho passato una bella mattinata"- alzo lo sguardo -" Ma questo non vuol dire che accadrà di nuovo"-.
-" Dammi un pennarello "- mi chiese. Non capivo cosa volesse farci, ma volevo assolutamente saperlo, così estrassi l'astuccio dallo zaino, per poi dargli il pennarello indelebile.
Lui iniziò a scrivere sullo scoglio, ma non riuscivo ancora a capire cosa. Si allontanò appena terminata la scritta e notai le nostre iniziali, e prima che potessi chiedergli qualsiasi cosa, lui disse: -" Non farti strane idee romantiche, sono le nostre iniziali, esatto "AJ", ogni volta che ti sentirai sola, oppure avrai voglia di saltare le lezioni, potrai venire qui, ovviamente lo stesso discorso vale per me, sarà, il nostro posto."-.
Lo guardai in modo strano -" Tu sei pazzo."- dissi ridendo, anche se era la cosa più carina che qualcuno avesse mai fatto per me.
-" Lo so. "- mi guardò per poi abbracciarci distesi sul nostro scoglio -"ma ho anche dei difetti."- disse ridendo, sentii la sua risata sul mio collo, ed il suo calore, passammo l'intera ora così, abbracciati.
Nel nostro posto.
SPAZIO AUTRICE
Sono tornata, è passato tantissimooo tempo, spero siate ancora interessati al mio racconto, vi ringrazio tanto per i complimenti, non pensavo che potesse piacere a qualcuno, ero partita con l'idea semplice di scrivere un racconto per passare il tempo, invece, sto avendo un riscontro molto positivo.
THAAANKS.
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"Ritraendo te"
FanfictieUn altro anno scolastico ha inizio, nuove emozioni, nuove avventure. Il tempo scorre, io cresco, ed a crescere con me è anche la mia arte, che non mi ha mai abbandonata, che ho sempre coltivato, la mia unica e vera passione. Molti mi chiamano artist...