Capitolo 4 - parte 2

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8:00 a.m. Bariloche, Argentina. Venerdì

La sveglia suona, ma la reazione di Thomas non è la solita. Quando si sveglia non balza fuori dal letto come ha sempre fatto in questi ultimi giorni, e neanche la sua espressione fa intendere che sia sveglio. È ancora addormentato. Forse non dormiva cosi a lungo da tanto tempo e il suo corpo ha chiesto lo scotto. Ma in pochi minuti ritorna ad essere il solito. Si alza è inizia a stiracchiarsi e una volta finito il suo sguardo cambia. è tornato.

Va in bagno, si lava e si prepara tutto in un una decina di minuti. Ma guardando l'orologio si rende conto di aver fatto tutto con molta velocità, ha ancora diversi minuti prima che l'autista arrivi. Cosi decide di scendere in cucina è fare colazione con molta calma.

Accende la piastra, prepara il bacon, frigge due uova e tosta il pane. Dal frigo prende il succo d'arancia e un muffin al cioccolato. Una colazione difficile da capire se non lo si è mai provata. Ma del resto la colazione è il pasto più importante della giornata quindi e anche giusto caricare un pochino più del solito.

Con una puntualità degna di un tedesco l'autista arriva al cancello per portarlo in banca.

Gli uffici della banca sono nel centro della città. Proprio dietro alla piazza principale. Edifico di tre piani, moderno ma che si sposa bene con l'architettura locale. Entra nel parcheggio sotterraneo e vicino agli ascensori c'è un piccolo corteo ad aspettarlo, capeggiato dal direttore Correa.

C'erano tutte le persone di rilievo all'interno della banca. Direttore principale, vari vice direttori, segretari e quant'altro.

«Benvenuto signor Sanderson». Il direttore Correa lo presenta al resto del gruppo come se i due fossero amici di lunga data.

«Buongiorno a tutti. Ma com'è in Argentina non si lavora oggi?» è tra le battute più orribili che possono essere state inventante, ma nonostante questo, tutti ridono a crepapelle.

E via al solito rituale delle presentazioni. In realtà Sanderson li conosce già è molto bene anche. Ha letto i loro fascicoli quando si preparava. La banca presenta i suoi impiegati migliori, ma che paradossalmente sono anche quelli che hanno più da nascondere. Un paio di accuse per insider trading, aggiotaggio, usura, fondi neri, falso in bilancio e molestie sessuali. Un ricchissimo buoquet, ma tutte queste cose non le interessavano, lui era li per Arroyo, non per loro.

Finalmente dopo tutte le presentazioni e le cerimonie d'obbligo, riesce ad entrare in ascensore dove sale all'ultimo piano. Il direttore aveva preparato un ufficio, bello, comodo è un pochino isolato rispetto a tutti gli altri. Il direttore si era premunito anche di fornirgli una segretaria che a guardarla sembrava tutto meno che una segretaria.

Natalia Delgado, capelli lunghi castano scuro ondulati, forme molto vistose e pronunciate. Con indosso una maglia nera con una gonna rossa che non lascia spazio a molta immaginazione.

«Piacere. Sono disponibile per qualsiasi cosa. Se ha bisogno basta che chiami anche al di fuori dell'ufficio» le suo parole risuonano come un compitino ben letto. Il direttore è ben lieto di presentarla a Sanderson. Ma Thomas non si lascia distrarre eccessivamente. Entra nell'ufficio e comincia a lavorare.

Si collega al computer della banca, ma per maggiore sicurezza prima vuole assicurarsi che quello che fa, non potrà essere rilevato dai normali controlli di rete, cosi che collega una chiavetta usb nel pc. Avvia un programma, seleziona alcune finestre che appaiono e il computer si riavvia. Si spegne e riaccende un paio di volte, si aprono e chiudono finestre, appaiono scritte nel monitor senza senso, il pc sembra completamente impazzito. Ma poco dopo il pc torna normale. Ora può iniziare a fare ricerche più approfondite.

Dai cento nominativi che era riuscito a estrarre, dopo una più attenta verifica, passano a meno della metà. Isola alcune imprese sospette, sia per il loro conto in banca, che per alcuni lavori a persone sconosciute o inesistenti: Impresari edili, ditte di trasporto, grossisti di cibo e supermercati.

Ma la ricerca non è solo al computer. Ora che ha dei nominativi bisogna controllarli uno ad uno, non in un ufficio, ma sul campo.

Il resto della giornata passa a fare la sua ricerca è il suo lavoro di copertura. Riunioni, qualche chiamate e diversi colloqui con alcuni dipendenti.

Poco prima dell'orario classico di chiusura, decide di andarsene, visto che ora non può fare molto in ufficio. Fa chiamare l'autista ma poco prima che se ne andasse, il caro direttore si presenta alla porta del suo ufficio.

«Signor Sanderson, la giornata è stata proficua?»

«Si molto. Gestisce veramente un bella banca» non e vero. Forse è tra le pessime aziende al mondo. Ma se vuoi cercare un criminale, vai in una banca gestita da criminali. In verità tutte, ma questa era la più vicina al soggetto.

«Questo è un regalo per lei. Ho chiesto al reparto informatica di procurarmi un portatile direttamente connesso ai nostri sistemi, cosi che potrà continuare il suo lavoro anche fuori dall'ufficio.»

«La ringrazio moltissimo. Era proprio quello di cui avevo bisogno» ed è vero, con un portatile direttamente collegato in remoto, gli permetteva di hackerare il sistema con più facilità e sopratutto da casa senza occhi indiscreti.

I due si salutano e Natalia gli ricorda nuovamente il discorsetto di prima. Ma come prima non presta minimamente attenzione alle sue parole, solo un breve saluto cortese, tira dritto verso l'ascensore e si dirige in auto.

Una volta a casa accende il portatile che il direttore gli ha preparato, ma prima di utilizzando usa la chiavetta usb usata in precedenza in ufficio. Solito tram tram di finestre, accensione e spegnimento, strane scritte e successivamente il portatile è pronto. E scopre che il direttore gli ha fornito un portatile pieno zeppo di trojan, controllo remoto, back door, keylogger e qualsiasi software possibile per controllare tutti i movimenti di navigazione.

E se dapprima il direttore era solo fastidioso, ora con questo suo comportamento ha fatto apparire una flag nella mente di Thomas. «Se mi ha fornito un pc del genere, è perché ha paura che posso scoprire qualcosa su di lui. Forse nasconde più di quello che dice. Oppure e seriamente preoccupato che l'accordo non vada a buon fine. Ma la prima mi sembra più logica» penso tra se, scrivendo il suo nome insieme ad altri sulla lavagna magnetica.

Prima di concludere la giornata, decide di stare al gioco di Correa. Manda un email ai tecnici informatici dell'agenzia, mandando i codici dei vari sistemi di controllo trovati nel portatile. Gli comunica di creare delle false piste, in modo da verificare chi realmente stia monitorando quello che fa, e se non è Correa, si scoprirà chi è.

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