Domenica. Bariloche, Argentina.
Nella casa regna il silenzio. Le stanze vuote come se fossero abbandonate. Solo un rumore costante fa sembrare viva la casa. Dal bagno si sente un lontano eco. Una goccia che da ore ormai cade puntualmente sul lavandino quasi scandendo il tempo che passa. La visione del corpo di Thomas in una posizione quasi fetale racchiude una immagine di tenerezza e sofferenza al tempo stesso.
Si sente suonare un cellulare. È quello di Thomas. Ma nessuna reazione da lui. Suona una seconda volta, più forte ma niente da fare. Ma alla terza volte succede qualcosa. La mano di Thomas comincia a muoversi, e subito dopo anche nel viso appaiono espressioni strane da decifrare, quasi come si stesse svegliando da un incubo. Con lentezza Thomas inizia a muoversi.
Apre gli occhi e cerca di mettere a fuoco la stanza, si gira attorno per capire dove si trova. Con la mano si appoggia al lavandino è inizia con lentezza a tirarsi su. Nel suo stato confusionale si scorda di avere ancora la siringa nel braccio, cosi erroneamente piega il braccio e un urlo di dolore riempie la casa. Sembra che cominci a ricordare cosa è successo. Come se l'urlo l'avesse svegliato.
Si toglie la siringa gettandola con un gesto di stizza. Sanguina dal braccio, ma in quel momento non gli interessa. Sta cercando di valutare la sua situazione. Visibilmente frastornato esce dal bagno, cammina a stento, tenendosi alle pareti arrivando in cucina.
Apre il frigo e prende una lattina di Red Bull. La poggia sul bancone, prova ad aprirla ma non ci riesce, non ha la forza di tenere la lattina. Ha quasi un mancamento, ma si rialza. Stringe la lattina con il braccio sinistro e con la mano destra sanguinante, cerca di aprire la lattina. Dopo qualche tentativo ci riesce, bevendola in un attimo.
Si accascia sul bancone, quasi come se volesse dormire. Pochi secondi dopo ha uno spasmo, come se ha avuto un brivido di freddo. Alza la testa, la sua pupilla è diventata piccola. Stavolta stringe i pugni e le braccia, il respiro diventa più frenetico, a quasi delle piccole convulsioni. È un attimo dopo Thomas è ritornato.
Ma questa volta se l'e vista brutta.
«Chi mi avvelenato? Chi e stato?» si ripete tra se è se. Quasi a incolpevolizzarsi per non essersene accorto.
La mattina è ormai inoltrata, Thomas inizia a riprendersi, anche se non è al 100%. Va in bagno, vede la siringa con il suo sangue, la prende e prende anche dal kit medico una piccola scatoletta. Ritorna in cucina, si siede al tavolo e dalla scatola prende una piccola bustina di plastica e due fiale. Mette un pochino di liquidino di una delle due fiale nella bustina e dopo vi mette anche un po' del suo sangue. Chiude la bustina e la agita energicamente. Poco dopo rompe una piccola capsula dentro alla busta e agita nuovamente la busta. Aspetta qualche minuto e osserva con cura la reazione dentro la bustina.
Il test che Thomas ha appena fatto e molto simile al test che si fa normalmente la polizia, per stabilire se una sostanza sia droga oppure no. Quello di Thomas reagisce al tipo di veleno utilizzato. È digitalis.
STAI LEGGENDO
A Different War
ActionPer rispondere alle crescenti minacce alla sicurezza degli Stati Uniti e del mondo dai programmi sempre più sofisticati con cui terroristi ed organizzazioni criminali proteggono i loro piani, agenti segreti vanno su ogni campo di battaglia immagina...