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<Muoviti!> la voce di Juliette mi arriva forte e chiara. Mi si avvicina per incoraggiarmi a seguirla; Marcus e Adeline fanno lo stesso. Li osservo mentre corrono contro il verde della vegetazione e, restando immobile contro il blocco di pietra che spunta dietro la mia schiena, sento le loro risate sempre più forti. Con il pericolo alle spalle non sarebbe proprio il momento giusto per ridere ma se non lo facessimo, probabilmente, moriremmo per lo spavento. È così che ormai superiamo tutte le battaglie: ridendo. I denti bianchi di Adeline sottolineano il suo sorriso perché spiccano sulla carnagione olivastra, i capelli sotto la luce della luna sempre più alta sembrano più biondi che castani, i due spilli rossi sbucano dallo chinion lasciando liberi due ciuffetti di capelli lungo le guance, gli occhi blu lanciano occhiate veloci a Marcus che la sta seguendo, mentre il corpo agile evita i tronchi degli alberi in modo quasi impercettibile. I muscoli del ragazzo sono leggermente tesi, ma non eccessivamente, il fisico asciutto esegue improvvisi scatti in avanti per tenere il passo della ragazza, i capelli castani sono in contrasto con il ciuffo blu che non passa mai inosservato e rappresenta forse l'unica differenza tra lui e sua sorella, Adeline. Sì, a volte mi dimentico anch'io che sono parenti perché sono caratterialmente opposti ma il fisico mi ricorda subito che sono fratelli, sarebbe impossibile non accorgersene. Mentre li vedo allontanarsi nel bosco Juliette mi si avvicina nuovamente e stavolta mi becco una sberla in testa <Ahi!> mi sposto velocemente di lato per paura di ricevere qualche altro schiaffo, ma non arrivano. I capelli corti e biondissimi della ragazza sono arruffati, gli occhi dorati come topazi illuminano lo sguardo e la farfalla tatuata all'angolo del viso, poco sopra lo zigomo, segue la linea dell'occhio come se volesse portare lontano lo sguardo. <Freddy ci sta aspettando perciò muoviti! Già ci griderà contro per aver infranto il coprifuoco e aver combattuto contro dei lupi, non voglio che mi punisca anche per non avergli riportato intera la figlia> si sistema i capelli e continua a fissarmi perché non mi muovo neanche di un millimetro <Mio padre ti adora, non ti farà nulla. E comunque mi voglio divertire! Tra qualche mese a quest'ora sarò già alla Cortae e finché posso, mi voglio sfogare.>

Vedo che non è d'accordo ma non m'importa perché comunque, come sempre, farò di testa mia: è una caratteristica che ho preso da mia madre. Mio padre invece mi ha trasmesso solo la grinta e la testardaggine, per il resto siamo completamente diversi, tante volte, proprio come Marcus e Adeline, non sembro sua figlia. Mi stacco dalla pietra proprio nel momento in cui scorgo un lupo ai limiti della Pianura Pietrosa: gli artigli acuminati stridono sulla roccia, gli ululati salgono verso l'alto fino alla luna, si propagano tra gli alberi e scorrono nell'acqua per tutto il corso del fiume. Per avere una visuale maggiore e più chiara della situazione salto sulla roccia, dove ero appoggiata e cerco di capire come siamo messi: un intero branco di lupi si sta radunando ed è pronto per attaccare. Salto dalla sporgenza di otto metri e mi ritrovo ai piedi di Juliette senza un graffio; gli occhi dorati mi fissano più preoccupati che arrabbiati. Sa benissimo che se mi accadesse qualcosa mio padre darebbe di matto e se la prenderebbe con tutti quelli che gli capitano attorno: per fortuna non è una caratteristica che ho ereditato. Dopo qualche minuto di esitazione la ragazza corre via, i due fratelli hanno raggiunto i limiti del bosco ed io li sto raggiungendo. Ci troviamo in una zona poco distante da Oldyork, la pianura è delimitata dal bosco come un arco, mentre la parte restante è percorsa da una cresta montuosa. La roccia si sgretola, diventa sempre più sottile e si trasforma in sabbia, dove il corso del fiume Gadheon è più ampio. L'azzurro funge da specchio per alcuni astri che compongono le costellazioni principali mentre altre stelle solitarie si limitano a tuffarsi nella corrente per poi restare sul fondale in balia di pesci o della forza stessa del fiume. La luna si riflette sull'acqua che scorre, veloce ma silenziosa, sulle rocce bianche come teschi. I latrati salgono sempre più alti e vicini, le risate si spengono, un ululato possente supera tutto, l'acqua trema, le rocce cadono e l'erba si piega come se ci fosse vento. Juliette si piega e appoggia le mani a terra come se aspettasse il momento giusto non so neanch'io per fare cosa, Marcus tiene la mano di Adeline più forte che può, la ragazza ricambia ed io? Be, faccio quello che faccio sempre. Gli artigli tintinnano sulle pietre, poi tacciono sull'erba. Sono qui. Marcus e Adeline alzano le mani contemporaneamente e una barriera di dieci metri s'innalza davanti ai nostri piedi, Juliette fissa le mani nel terreno e un lampo dorato percorre tutta la pianura, io chiudo gli occhi.

Prima il silenzio, poi il caos...

Le belve ci si scagliano contro e per nostra fortuna, la barriera regge giusto il tempo di capire che sono sette uomini e quattro donne, per un totale di undici lupi adulti. Juliette ha lanciato un altro lampo, la luce riflette sui vetri della barriera in frantumi come pure gocce d'oro e gli occhi luccicano come mai prima d'ora. Il branco si avvicina facendo esplodere le schegge con il suo peso e spargendo il vetro sull'erba, come rugiada. La notte copre tutta la scena con un velo di mistero e accentua tutto: le schegge più brillanti, i lampi più luminosi, gli occhi più vivi, le urla più pesanti, gli ululati più inquietanti, il mio silenzio...il più preoccupante. Ad un certo punto una lupa attacca Juliette alla gola, il taglio non è profondo ma abbastanza grave, il sangue scorre giù per il braccio che ha protetto la testa e la sento trattenere un lamento di dolore prima di svenire. L'animale ha giusto il tempo di pulire le zanne dal sangue prima che una scossa fortissima la raggiunga per ridurla in cenere. Marcus e Adeline raggiungono Juliette e le sorreggono la testa a pochi centimetri da terra, poco sopra una pozza di sangue. <Ti prego aiutala! Il taglio sembra superficiale ma non lo è: le zanne hanno tagliato l'avambraccio, aperto una vena secondaria e, nonostante il tentativo di scudo, sono arrivate al collo.> Il ragazzo per dieci minuti ininterrotti mi fornisce dettagli parecchio tecnici e precisi sulla salute e sui danni che Juliette ha subito dall'attacco e anche se cerca di non sembrare preoccupato per lei l'espressione che ha in viso vanifica subito il suo tentativo. I ringhi graffianti, gravi e minacciosi dei lupi mi distraggono giusto il tempo per capire che hanno l'intenzione di attaccare ora che, di quattro persone, ne è rimasta solo una: io. Alzo le mani di scatto e una barriera trasparente dura come ferro s'innalza davanti ai corpi indifesi dei tre ragazzi. Le bestie cercano di abbatterla con gli artigli sapendo quale destino spetta a tutte le barriere magiche che si trovano faccia a faccia con le loro zampe ma, a differenza delle altre protezioni e delle aspettative del nemico, questa è più solida e anche dopo numerosi tentativi di neutralizzarla non mostra neanche una crepa.

Abbasso lentamente il muro che mi divide da un branco di dieci lupi e inizio a lanciare fulmini in tutte le direzioni in modo così preciso da non sbagliare neanche un colpo: riesco a neutralizzare sei membri del branco e a ferirne altri due, che corrono nuovamente verso la Pianura Pietrosa in cerca di riparo. Ad un certo punto mi rendo conto che quei pochi sopravvissuti sono fuggiti e stanno tornando nuovamente, ma gli artigli sulle pietre sembrano moltiplicati. L'intero branco sta arrivando. I due fratelli aiutano Juliette ad alzarsi e a camminare fino al bosco dove con un balzo potente e preciso salgono tra i fitti rami di un pino e mi chiamano <Cecy sali!> prima li raggiungo ma quando mi trovo alla base del tronco, vedo che sono tutti al sicuro e penso a cosa potrebbe accadere se salissimo tutti: i lupi potrebbero raggiungerci saltando o abbattendo la corteccia con le zampe possenti e allora moriremmo comunque. Non sono mai stata una codarda ma non voglio assolutamente che i miei amici muoiano per causa mia. Creo una barriera attorno all'albero come una bolla e oltre lo strato spesso sento le urla di Juliette che mi ordina di raggiungerla, di non abbandonarla; chiudo gli occhi per evitare che le lacrime inizino a scendere sulle guance, i ringhi sono dietro le mie spalle, le grida dei ragazzi e il loro pianto si abbattono su di me come una tempesta. La bolla esplode a terra e crea un soffio di vento quando viene a contatto con l'erba ma ora che finalmente è sigillata, mi rialzo e, rivolgendo uno sguardo di addio ai miei amici, corro contro gli ululati feroci del branco. Il vetro magico della barriera è illuminato dalla luna e riflette i raggi come una lastra ghiacciata. La luce bianca si riflette negli occhi verdi come smeraldi, sui capelli corvini e sul corso lasciato dall'unica lacrima che, appena mi sono lasciata l'albero alle spalle, mi è corsa giù per la guancia così velocemente da sembrare imbarazzata da ciò che aveva fatto. Unica, salata, fredda ma più amara delle altre perché probabilmente l'ultima.

#SPAZIOAUTRICE

Allora, allora. Siamo solo al primo capitolo ma spero che la storia inizi già a piacervi. Se ho ragione mettete una stellina o commentate; se volete vanno bene anche tutte e due insieme, ahahahahahah. No va beh, scherzavo. Tornando alla storia: secondo voi cosa succederà a Cecile? Che fine faranno tutti i suoi amici? E i lupi? Non spoilero nulla tranquilli! Se siete curiosi continuate a leggere. Consigliatemi anche la lunghezza dei capitoli perché è a mia prima storia e non so quanto farli lunghi. Vi prego aiutatemi!                                                                                   Uscendo dalla storia invece vi chiedo di essere comprensivi perché per motivi di terremoto sono un po' incasinata e non so se riuscirò sempre ad aggiornare.  

Grazie mille. Blackswan1609.                                                                                  

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